Enrico Zoffoli

 

 

Magistère del Papa

E catéchèses di Kiko :

Un paragone

 

A proposito dello Strada Néocatéchuménal

 

 

 

		

 

 

 

 

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PREFAZIONE DEL TRADUTTORE

 

 

Lo Strada Néocatéchuménal è una setta? Una Chiesa Parallela? Una Chiesa nella chiesa?

Traducendo questo libro del Padre Enrico Zoffoli, il nostro desiderio è che un pubblico francese abbia accesso a questo documento italiano importante che fa confermare solamente che a Roma stessa, questo movimento è contestato. È del resto nel mondo intero. Pochi movimenti hanno suscitato altrettante note pastorali di vescovi, di conferenze episcopali. Il Papa, pure appoggiandolo della sua autorità e dei suoi incoraggiamenti, l'ha esortato anche più di una volta di atteggiamenti ad evitare. Dei preti si sono opposti anche ci. Alcuno siti Internet nel mondo fa fede delle opposizioni che crea. Infine dei laïcs hanno avuto forte a dibattere coi membri dello Strada NC, tutto ciò che conduce spesso alle dolorose divisioni ai piani umani e parrocchiali. Del resto, ciò è un'altra sorgente di motivazione, questo essere-a-dire, il grande numero di vittime, silenziose per la maggior parte che non hanno voce per difenderli e sostenerli.

Pochi documenti trattano precisamente della sorgente di tutti questi problemi che, lo crediamo sinceramente, ritrovati nell'insegnamento del fondatore. Il Padre Zoffoli si è dedicato all'analisi di questo insegnamento che è rimasto molto tempo segreto, stesso di membri che camminavano da anni nel movimento e che ne ignoravano l'esistenza. Il lettore sarà invitato ad essere incerto sugli atteggiamenti umani e pastorali che possono conseguire di un tale insegnamento dunque.

Tutte le note di basso di pagina sono del traduttore, così come una prefazione ed una conclusione, e non impegnano l'autore, sebbene a nostro avviso, non lo contraddicono. Non abbiamo tolto niente o abbiamo aggiunto alla traduzione del libro. Per il lettore che troverebbe l'anta più teologica troppo fastidiosa, suggeriamo di cominciare alla pagina 101.

Teniamo a ringraziare l'associazione Roma-sud, c/o Fermo Posta, Roma Ostiense, 00154, Roma, Italy) che ha messo a nostra disposizione questa avvertenza biografica, completata di una bibliografia di essi. uvres del Padre Zoffoli così come una foto. Poiché, alla nostra conoscenza, nessuna di suoi. uvres non sono tradotti in francese, abbiamo lasciato la bibliografia nella sua lingua italiana. Infine, grazie agli edizioni Segno che ci hanno dato l'autorizzazione per la pubblicazione della traduzione in francese su Internet.

 

 

 

Parte frontale del ricordo del Padre Zoffoli		 Parte posteriore del ricordo del Padre Zoffoli

 

 

Biografia

Nacque a Marino, cittadina dei Colli Albains, il 3 settembre 1915 ed ogni giovane uomo provato la Vocazione alla "consacrazione a Dio" e per realizzarla, sceglie la Congregazione dei Passionisti, fondata per S., Paul della Croce.

Percorso le regole itinerario formatives, dando sempre prova di maturità e di fervore. I suoi superiori avendo scoperto dal giovane un'intelligenza acuta e solida, lo mandarono compiere i suoi studi filosofici e teologici nelle università pontificali di Roma e di Louvain in Belgio, dove si licenziò in filosofia.

La prima destinazione del giovane fu l'insegnamento dentro alla sua Congregazione dunque e susseguentemente all'istituto teologico per laici di Società. Croce di Firenze per 4 anni.

Per un decennio fece il poi professore all'università Pontificale Latran di Roma (1959-69).

Una volta finita l'attività didattica ufficiale, si dedicò alle due funzioni più importanti per il Regno di Dio: la predicazione degli Esercizi spirituali e la redazione di libri, certi di grande apertura alata e valore, e di altri di più piccola apertura alata, ma toccanti i problemi più attuali. In questa attività di scrittura il venerato padre rifletto la sua adesione interiore alla Fede, ed all'ortodossia che deve avvolgerlo, ed un amore viscerale della chiesa, sacramento di saluto.

Senza nessuna punta di enfasi, si può dire che l'attività di edizione del P. Zoffoli fu "prodigioso", siccome dimostralo l'elenco delle sue pubblicazioni (cfr). Bibliografia.

Un'assistenza speciale dello spirito Santo... una felice capacità di sintesi.., una base teologica sicura e bacino di ingrassamento per ostriche. . .l'uso severo del suo tempo... tali sono gli elementi che spiegano l'attività prodigiosa suddetta.

La Congregazione dei Passionisti gli è immensamente riconoscente per i suoi studi su S. Paul della Croce, finora ineguagliate, e su Società. Gemma Galgani, e per altri opuscoli sulla Passione.

I suoi discepoli ed i suoi fedeli gli saranno principalmente soprattutto riconoscenti per il suo differente sviluppo teologico, ascetico e talvolta apologetico sul Molto Santa Eucarestia.

È abbastanza evidente che i suoi scritti piantano le loro radici nella vita personale dell'autore che viveva il suo sacerdozio ed il suo pietà eucharistique nella chiarezza della Fede e nella pietà dei serafino.

La sua morte fu come la sua vita: serena e fervente.

Sapeva ne che aveva creduto e sperato.

Si addormentò nel Cristo come un bambino che sa che può contare sull'amore di Dio! (16/06/1996.

È stato seppellito nel caveau di famiglia al cimitero di Marino (Roma).

Bibliografia

Filosofia :

Itinerario andò fìlosofia, Ed. Fiorentina Firenze, 1948, pp. 128.

Egli maschio, Lecce, 1951, pp. 116 (ed). Privata.

Problema e mistero maschio, Marietti, Torino, 1960, pp,. 440.

Ed io che sono?, Egli Crivello, Cittadella di Padova, 1972, pp. 200.

Aborto giudicato lastricò ragione, Ed. Grafischena, Fasano (Br), 1975, pp. 80.

La verità, Ed. Grafischena, Fasano (Br), 1975, pp. 40.

Origine del mondo, Ed. Grafischena, Fasano (Br), 1978, pp. 76.

Pavimenta premiò nebulosa all'uomo, Ed. Grafischena, Fasano (Br), 1979, pp. 58.

Esistenza dello spirito e dignità della persona, Ed. Grafischena, Fasano (Br), 1979, pp. 104.

La persona non muore, Ed. Grafischena, Fasano (Br), 1979, pp. 106.

Valore dell'esistenza, Ed. Rogate, Roma, 1980, pp. 262.

Pena di morta e Chiesa cattolica, Ed. Settimo Sigillo, V.S. Veniero, 74, 00192 Roma, 1981, pp,. 134.

Tomismo e cattolicesimo, Ist. Padano di A.G., Rovigo, 1978, pp. 28 (estr). da Palestra del Clero, nn. 20-21, 1978.

Origine delle idea ed astrazione dell'intelletto agente in san Tommaso, pp. 50 (estr). dagli Atti dell'VIII Congr. Tomist. Intern., volo. VII, 1982.

La dignità del corpo umano nella dottrina di san Tommaso, pp. 10 (estr). dagli Atti del IX Congr. Tomist. Intern., volo. III, 1991.

Egli fondamentale tomismo di GaliIeo, pp. 20 (estr). da Doctor Communis, XLIV - 1991, pp. 130-147.

Principi di filosofìa, Ed. Fonti Vive, Roma 1988, pp. 936. Stupido letture di storia del pensiero occidentale.

Apologetico :

Itinerario andò fede, Ed. Grafíschena, Fasano (Br), 1978, pp. 48.

Si appollaiato credo, Ed. Egli Crivello, Cittadella di Padova, 1970, p. 204.

Galileo, Fede nella ragione e ragioni della fede, Ed. Studio Domenicano, Bologna, 1990, pp. 180.

Comunione sulla mano? - Egli vero pensiero della Chiesa secondo il vera storia del nuovo rito. V ed. riveduta ed ampliata - Roma, 1990, pp. 132.

La confessione ancora necessaria? - Roma, 1990, pp. 222.

Il vera Chiesa di Cristo! - Roma, 1990, pp. 316.

La messa è tutto. Catechismo - Roma, 1991, pp. 68.

Eresie del movimento neotecumenale - V ed. migliorata, arricchita di nuove sconcertanti testimonianze. Saggio critico, Edizioni Segno, Udine, 1992, pp,. 168.

Congiura contro l'eucaristia ed egli sacerdozio - Roma, 1991, pp. 174.

Il Messa unico tesoro e la sudò concelebrazione - Roma, 1991, pp. 58.

Dio perdona, si... Dialogo sul Sacramento della penitenza - Roma, 1991, pp. 48.

Magistero del Papà e catechesi di Kiko. Confronto, Ha proposito del "Cammino neocatecumenale", Edizioni Segno, Udine, 1992, pp,. 150.

Eucaristia ed Ecumenismo. Dialogo. - Ed. Comitato Medjugorje - Milano, 1992 (V.), Cordusio, 4. pp. 134.

Catechesi neocatecumenale ed ortodossia del Papà. Ed. Segno, Udine, 1995, pp. 80.

Teologia e spiritualità :

L'obbligo di corrispondere andò vocazione, Ed. Fiorentina, Firenze, 1949, pp. 44 (estr). da Vita Cristiana, fasc. IV-V.

Egli mio e vostro sacrificio. Lineamenti di una teologia del Sacriftcio eucaristico per laici, Lucca, il 955, pp. 64.

Il passione mistero di salvezza, Vicenza, 1966, pp. 248, successivo ediz. italiane nel 1971, 1984,; una spagnola ed un'altra portoghese in Brasile.

Si appollaiato il Messa?, Ed. Egli Crivello, Cittadella di Padova, 1970, pp. 106.

La morta. E poi?..., Ed. Grafischena, Fasano, 1975, pp. 312.

La passione di Cristo nella Bibbia, Ed. "Egli Crivello", Cittadella di Padova, 1971, pp. 310.

Mistero della sofferenza di Dio? - Egli pensiero di S. Tommaso. Pontif. Accad. di S. Tommaso, Libr. Ed. Vaticana, n. 34 della coll. "Studi Tomistici", Roma, 1988, pp. 88.

A colloquio stupido Dio, Ed. Rogate, Roma, 1991, pp. 108.

Il Messa è tutto. Teologia ha servizio della fede, Ed. Cipi, Roma, pp. 242.

Carismi e carismatici nella Chiesa - Ed. Dehoniane, Roma, 1991, pp. 180.

Incontro al Mistero. Elevazioni. Ed. Segno, Udine, 1992, pp. 280.

Catechismo della fede cattolica f.to 11x19, pp. 442, Ed. Segno, Udine - 1993.

Egli neocatecumenato della Chiesa cattolica. Lettera aperta al clero italiano - f.to 10,5x21, pp. 34, Ed. Segno, Udine -1993.

La confessione ancora necessaria? F.to 11x19, pp. 70, Ed. Segno, Udine - 1993/24 ed.

Cristianesimo. Sfilata di teologia cattolica - f.to 12x24,5, pp. 1380, Ed. Segno, Udine - 1994.

Eucaristia oh nulla f.to 11x19, pp. 132, ed. Segno, Udine - 1994.

Egli maschio. Itinerario della speranza f.to 11x19, pp. 232, Ed. Segno, Udine - 1994.

Questa è il Messa. Non altro. Ed. Segno, Udine, 1994, pp. 120.

Chiesa ed uomini di Chiesa. Apologia ha rovescio, Ed. Segno, Udine, 1994, pp. 56.

Dio. Dov'è questo Dio? - Ponte. Accademia di S. Tommaso, Libr. Ed. Vaticana, Roma, 1994, pp. 380.

Ecumenismo ed umanesimo di Giovanni Paolo Egli, Ponte. Accademia di S. Tommaso, Libr, Ed. Vaticana, Roma, 1995, pp. 108.

Catechesi neocatecumenale ed ortodossia del Papà, Edizioni Segno, Udine, 1995, pp,. 80.

Vita futura e verità sul purgatorio, Edizioni Segno, Udine, 1995, pp.208,.

 

Agiografia :

Il povera Gemma. Saggi critici storico-teologici. Ed. "Egli Crocifisso", Roma, stupido 158 illustr.

S. Paolo della Croce. Storia critica. A pulì della Congr. dei PP. Passsionisti, Roma, 1963-1968.

volo. I, Bibliografia, pp. 1616, stupido indici e 180 illustr. fuori testo;

volo. II, L'uomo ed egli Santo, pp. 1755, stupido indici e 73 illustr. f.to.;

volo. I, Maestro di Spirito, missionario e fondatore, pp. 2512, stupido indici e 77 illustr. F.to.

S. Paolo della Croce. Diario spirituale. Testo critico, introd., nota ed indici. A pulì dei PP. Passionisti. Roma, 1964, pp. 102.

S. Paolo della Croce. Profilo. Vicenza, 1967, pp. 102.

S. Paolo della Croce ed il Suore Passionista di Firmò, Roma, 1967, pp. 64.

S. Paolo della Croce, compendio dell'opera grande, ha pulì dei PP. Passionisti di Puglia e Calabria. Manduria (Taranto), 1975, pp. 338.

Tempo ed eternità. Nella vita intimò di S. Teresa di Lisieux, Ed. O.C.D., Roma, pp. 454.

Storia :

I Passionisti. Spiritualità ed apostolato. Ed. del "Egli Crocifisso", Roma, 1955, pp. XV-404.

Il monache passionista, Ed. "Egli Crivello", Cittadella di Padova, 1970, pp. 700, stupido 55 illustr. f.to.

 

Pubblicazioni varie :

Sistema di preghiera, non spelonca di ladri, Roma, 1980, pp. 43.

Lettera aperta di un gruppo di laici al clero italiano, Roma, 1986, pp. 38.

Dizionario del Cristianesimo, Ed. Segno, Udine, 1992, pp. 588.

Parte scoperta di Gesù, Maurizio Minchella Editore, Milano, 1996, pp,. 48

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- Il presente conto reso bibliografico non comprende di numerosi piccoli e grandi scritti inediti, né gli articoli apparvi nelle riviste e nei dizionari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MAGISTÈRE DEL PAPA E

		CATÉCHÈSES Di KIKO :

		UNE Paragone

A proposito dello Strada Néocatéchuménal

 

Al Suo Santità Jean Paul II

Padrone infallibile di verità

per confutare le accuse

di molti Néocatéchumènes

di cui espongo la cecità

ed il comportamento e

chi non ha compreso

il senso più ortodosso della loro strada "

 

 

PREAMBOLO

 

Mentre esaurisciti l'ultima edizione delle mie opuscolo Eresie del Movimento Néocatéchuménal, sono stato incoraggiato dal reverendo dono Gino Conti ad intraprendere questo lavoro al quale il mio amico ha collaborato efficacemente con un ampio e scienziato raccolta di testi tirati del Magistère del Papa, destinati ad essere opposti ad altri catéchèses di Kiko Arguëllo. Non potevamo adottare un migliore metodo per soddisfare sempre più un pubblico vasto, desiderosi di conoscere i rapporti reali del pensiero di Kiko con la dottrina insegnata da Jean Paul II e cresciuta da ogni buono cattolico ".

Lo scopo della presente prova è di rispondere - coi dati alla mano - a tutti i Néocatéchumènes e simpatizzanti che non smettono di obiettare alla mia accusa di "eresia" lo fanno che - siccome dicono - il Papa sa tutto, il Papa è con essi, il Papa ne ha approvato il carisma, il Papa ne ha benedetto e ha incoraggiato parecchi volte l'. uvre nei campi liturgici, pastorali, missionari...

Ho sostenuto che il Pontefice è informato solamente in parte della Strada ", ignorando specialmente i premesse dogmatici... Ma, nell'ipotesi che fosse informato di tutto, non oserei discutere mai sulle ragioni del suo silenzio e del suo atteggiamento in favore del Movimento: domani la storia potrà tutto rivelare, rimettendoci al giudizio di Dio per il momento.

Malgrado ciò sento il dovere di non smettere di denunciare apertamente gli errori contro la fede contenuta nel testo celebre dei catéchèses di Kiko, che ho criticato già: Orientamenti per le Squadre di catechiste per la fase di conversione (Madrid, febbraio 1972.

La copia dattiloscritta che ho esaminato risalgo al marzo 1982. Adesso che questa sia autentico, ciò è dimostrato, per sopra tutto, per il fatto che è stata corretta dal Centro Néocatéchuménal Servitore di Jahvè in San Salvador ", Piazza S. Salvador in Campo, Roma. Ma, siccome è stato osservato non senza ragione, Kiko, dopo alcuni anni delle notizie esperienze e riflessioni, potuto ritoccare e corretta forse anche nei punti incriminati...

Non volendo inseguire il rischio di prendermi contro i mulini a vento ", mi susseguo si procurato di altri scritti più recenti dell'autore, o più meglio, dei suoi discorsi registrati di cui introduco l'elenco, almeno di quelli che sono riuscito ad avere. Sarete presentati due scritti che, stesso essendo anteriori a quelli del 1982, non differiscono tuttavia degli Orientamenti citati che amplificano e confermano l'idea :

1 - orientamenti alle Squadre di Catechiste per il "Shemà", Note prese a partire dai nastri degli Shemà fanno da Kiko e Carmen ad alcune comunità di Roma e Madrid nel 1974, pp. 110.

2 - come preambolo a tutto il ciclo dei Catéchèses dell'annuncio mettiamo la traduzione, tirata dei nastri registrati, di tutto ciò che è stato detto da Kiko in un incontro fatto al Centro Néocatéchuménal di Madrid il 22 ottobre 1981, per orientare le catechiste disponibili per fare dei catéchèses nelle notizie parrocchie, pp,. XVI.

3 - orientamenti alle Squadre di Catechiste per il Convivence della Rinnovazione del primo Scrutino battesimale, Note tirate del catéchèse dato da Kiko e Carmen a Madrid nel 1972, con le addizioni di 1986, pp. 14.

4 - annuncio del Quaresima - 1 Marzo 1987 - Cripta dei Martiri canadesi, pp. 14.

5 - annuncio dell'Avvento - Cripta dei martiri canadesi - 25 novembre 1987, pp. 31.

6 - note tirate dei Catéchèses di Kiko nel Convivence di Arcinazzo del 22-25 settembre 1988, per aiutare le squadre che hanno partecipato ai convivences delle catechiste o dei responsabile per riportare l'esperienza alle loro proprie comunità, pp. 18 ininterrotte per due lettere di Kiko.

7 - annuncio di Pasqua - Cripta dei Martiri canadesi, il 25 marzo 1988, pp. 21.

Avendo letto attentamente questi scritti, non ho trovato niente di considerevole che faccia supporre dei capovolgimenti o una ritrattazione di quelli che è più conosciuto e più elaborati, che ho presentato nelle opuscolo Eresie del Movimento Néocatéchuménal.

Questo mi ha permesso un paragone più obiettivo dei catéchèses di Kiko con la dottrina del Papa.

L'autore

 

Roma, 28 gennaio, festa di S. Thomas di Aquin

 

 

 

PRIMO PARTITO

 

 

		 analisi Comparative

 

 

					 I	

		

 

		 la chiesa Cattolica: l'unico recinto

 

IL PAPA

" Che risuona sempre vivente nei nostri orecchi il vaglia del Divino Dottor: Andate dunque ed insegnate tutte le nazioni, il loro insegnante ad osservare tutto ciò che vi ho comandato, Mt 28,19s, Coscienti di una tanto grande responsabilità, dovete fare vostro l'ansietà apostolico di S. Paul quando esclamava: disgrazia a me se non evangelizzo, 1 corno 9, 16. E, siccome raccomandalo lo stesso Apostolo, dovete predicare la parola in ogni opportunità, in tempo ed a contro tempo, 2 Tm 4, 1s, completamente convinti della forza inerente nella verità che la chiesa professa da duemila anni. Ogni azione di evangelizzazione si orienta di conseguenza a fare che ogni persona ed ogni comunità si aprono completamente alla Parola di Dio (Montevideo, Ai religiosi, 31.3.1987.

" Alla luce del nuovo Epifania Dio si rivela in Gesù Cristo a tutti i popoli ed a tutte le nazioni della terra. A tutto è destinata la luce divina che penetra nell'oscurità dell'esistenza umana. , Per l'ordinamento di 10 vescovi, 6.1.1988.

Anche se i tempi e le mentalità cambiano, le Parole di Gesù agli Apostoli restano sempre valide ed attuali: Ho di altre pecore che non sono di questo recinto; e quelle perciò, occorre che li conduca; ascolteranno la mia voce e ci saranno un solo gregge ed un solo pastore (Jn 10,16). Come il Padre mi ha mandato, io tanto vi mando, Jn 20,21") Andate dunque: di tutte le nazioni fatte dei discepoli, battezzandoli al nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito, imparandoloro a custodire tutto ciò che vi ho prescritto (Mt 28,19). Questa è la volontà certa di Dio espressa dal comando del Cristo che aggiunge: Non temete (.). Sono con voi fino alla fine del mondo (Mt 28,20). ( cf. : XVIe Concilio di Tolède, D-S 575,; Innocente III, 792,; IVe Concilio del Latran, 802,; Bonifacio VIIII, 870,; Concilio di Costanza, 1191,; Concilio di Firenze, 1351,; Léon XII, 2720,; Gregoire XVI, 2730,; Gazza IX, 2785, 2865, 2917ss,; Léon XIII, 3304,; Gazza XII, 3821s, 3866-73, )

 

KIKO

A proposito della natura, della missione e del destino della chiesa, Kiko non si perde in finezza: non ne occorrerebbe non più per crederlo eretico.

" Ci pensiamo forse che la missione della chiesa è di prendere tutte le persone che si trovano all'infuori della chiesa e di portarli all'interno (.). Se fosse la verità, potremmo dire che Gesù Christ è fallito dopo 2000 anni perché oggi, quelli che sono realmente nella chiesa sono molto poco numerosi. Se la missione della chiesa è che tutte le persone entrano lì, come Dio può permettere che ci sia così poche persone oggi nella chiesa? ( Orientamenti alle Squadre di Catechiste per la fase di conversione. . Note a partire dai nastri degli incontri tenuti da Kiko e Carmen per orientare le squadre di catechiste di Madrid nel febbraio 1972. Pubblicazioni alle cure del Centro Néocatéchuménal " Serviteur di Yahvé in San Salvador, Piazza S., Salvadore in Campo, 00186. Tale. 6541589. Marzo 1982, p. 78.

" La missione della chiesa non è di fare che tutti gli uomini entrano lì per fare ne giuridicamente parte, ma che gli uomini siano illuminati dalla chiesa e giungono al Padre". p. 81

" Di saluto spunta fuori dalla chiesa (.). In questa frase, compresa giuridicamente, riflettiti tutta la mentalità delle persone che vi ascolteranno. Si trova alla base di tutta la nostra mentalità sulla chiesa. Di là provengono tutte le estreme unzioni a tutti i malati, le confessioni all'ultimo minuto, ed i battesimi rapidamente possibile ai bambini appena nato. Perché se la chiesa è l'unica ancora di salvezza e se quello che non gli appartiene si condanna giuridicamente, è così che bisogna fare"., id., p. 82. Cf. id., pp. 83, 84, 86.

" La chiesa è un avvenimento, è una storia, è un fatto". p. 87

Ma come tutto questo può essere, se non è innanzitutto una "società" con le sue energie proprie, il suo messaggio? Kiko arriva a dire che non è neanche una religione ". ( id. ).

" La chiesa primitiva non si è considerata mai come l'unica ancora di salvezza, ma come avendo una missione dentro alla storia"., id., p. 81s.

Di conseguenza: ". Questo è così come pensiamo la chiesa; senza trionfalismo, né proselitismo, senza volere portare Gesù Christ non so dove, o che tutto entrano nella chiesa (p). 86.

Dunque, è indifferente di appartenere o no alla chiesa cattolica, o alla chiesa gerarchica, quella che è visibile che kiko chiama giuridico ", ma che è certo l'unica fondata dal Cristo e di cui il pastore è Jean Paul II... Segue che sempre secondo il capo carismatico dei néocatéchumènes :

- le altre pecore che non sono del suo "ovile" per il momento non appartengono al Cristo né non sono tenute di entrare anche per formare solamente un solo gregge...

 

				 II

	 Parola di Dio e Magistère ecclesiastico

 

IL PAPA

" I fedeli sono chiamati a servire la rivelazione di Dio, piuttosto che di utilizzare la parola per assecondare le loro idee, tutte tanto elevate che possano essere. Non si può dimenticare che la Parola è confidata alla chiesa, Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 10, e che il servizio del Magistère della chiesa ha la responsabilità dell'interpretazione autentica del suo messaggio, Alla federazione per l'apostolato biblico, 6.8.1984.

Questo dovere, di interpretare autenticamente la Parola di Dio, è stato confidato al solo Magistère vivente della chiesa di cui l'autorità si esercita al nome di Gesù Christ, Dei Verbum 10. Ecco dunque una nuova caratteristica della fede: credere in modo cristiana significa accettare anche la verità rivelata da Dio come il distintivo della chiesa ". ( Pubblico generale 24.4.1985. Cf. Congregazione per la Dottrina della fede, Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo, 24.5.1990, )

( Cf. : Concilio di Trento, D-S 150,; Gazza IV, id. 1863; Alexandre VIII, id. 2284; Benoît XIV, id. 2538; Concilio Vaticano I, id. 3007; Léon XIII, id. 3281; Gazza X, id. 3401-8, 3546,; Gazza XII, id. 3887.

KIKO

" In questa strada, vogliamo che le persone incontrino direttamente i libri della Bibbia. È inutile che le persone leggono la Bibbia alla casa, perché fin dal quarto giorno si stancano. La Bibbia si interpreta di lei stesso attraverso i parallelismi"., id., p. 372 )

Nei suoi Orientamenti, Kiko cita raramente i molteplici documenti del Magistère dei Papi per illustrare ne e verificare ne il pensiero; così di quelli che l'ha protetto molto ed incoraggiati, Paul VI e specialmente Jean Paul II.

Nei suoi Orientamenti non parla solamente che due dei ventuno Concili. cuméniques celebrato dalla chiesa: il Concilio di Trento ed il Concilio Vaticano II, ma solamente per opporrli uno verso l'altro.

Il Concilio di Trento, principalmente celebre contro gli errori del protestantesimo che sono biasimati duramente,: Col Concilio di Trento, e del XVIe al XXe secolo, tutto resta bloccato"., id., p. 174 )

" Ma a Trento si è messo tutto l'accento sulla benzina, sull'efficacia, e si è perso di vista il valore sacramentale del segno"., id., p. 175 )

". Col Concilio di Trento al XVIe secolo, tutto è fissato rigidamente, imponendo in modo radicale il rito romano. Con questa imposizione non è oramai più possibile togliere o di aggiungere qualunque cosa sia alla messa. Questo è così come la messa è arrivata fino a noi. Questo fixisme è durato talmente molto tempo che quando si ha per la prima volta cambiata la liturgia, ci siamo scandalizzati perché ci sembrava immutabile. Questo è un errore"., ibid. p. 325, - dopo Trento, siamo restati con la benzina e l'efficacia ignorando il valore dei segni"., ibid. p. 327 )

Ma Jean Paul II, in accordo con tutto i suoi predecessori, ha citato ed approvate parecchie volte il Concilio di Trento, come avendo un valore dogmatico definitivo. ( cf. Pubblico generale 8.1.1986; 8.10.1986 )

Alla condanna del Concilio di Trento, per Kiko, risponde il rispettoso panegirico di Vaticano II, grazia al quale siamo usciti dell'immobilisme quasi totale (id)., p. 73. Cf. id., p. 67ss, 81, 316, 327, 332, 334, 335, 348, 349, 350, 351,,.

Non un segno dei teologi, piccoli e grandi - ivi compreso S. Thomas - che hanno avuto il merito di preparare, di sviluppare e di difendere il Magistère ufficiale della chiesa; ma al contrario diffidenza e disprezzo verso tous.Kiko ironizzano sui loro dibattimenti a proposito del dogma eucharistique ed in generale dei loro trattati (cf). id., pp. 74, 251, 264, 325, 326, 329,.

Rispondendo ad uno degli argomenti attuali di esegesi biblica, Kiko insegna: Non puoi dare un'interpretazione al tuo modo di questa Parola, perché c'è un'interpretazione che è quella che da' la chiesa, ibid. p. 239. Esatto: lo studio dei passaggi paralleli non basta, bisogna uscire del testo e fare chiamata all'autorità del Magistère ecclesiastico. Kiko dà delle lezioni di ortodossia. Ma si contraddice spesso, perché certe delle sue interpretazioni della Parola di Dio contrastano col Magistère. Così, la sua esegesi relativa alla vendita dei beni è totalmente personale ed aberrante, Mt 19, 16-19,; Lc 18, 18-30,; alla comunità dei beni (Ac 5, 1-4,). Ed essi non si contano i passaggi biblici diametralmente oppositore all'esegesi kikienne intorno al riscatto, della mediazione sacrificale del Cristo, Vittima dei peccati del mondo.

Purtroppo, le catechiste della strada tengono per invasato per il demonio chiunque differisce della parola di Kiko, imposta come indiscutibile.

					 III

	 STRUTTURA GERARCHICA DI LA CHIESA

 

 

IL PAPA

 

" È qui, all'altare, che la chiesa si rivela nella sua natura più intima come comunione gerarchica di fede, di speranza e di carità, Ai Prelati americani, 2.3.1989, )

Il senso del nostro ministero episcopale (...) include principalmente i doveri di insegnare, di santificare e di governare. Questi doveri sono esercitati nella comunione gerarchica con la testa del collegio dei vescovi e coi membri di questo collegio...( Alla conferenza episcopale del Canada, 20.9.1984, )

Alla base della comunione che tiene insieme tutta la chiesa in un certo senso, spiegati e realizzati anche la struttura gerarchica della chiesa, dotata dal Signore di natura collegiale ed allo stesso tempo primatiale quando costituì gli Apostoli come un Collegio o di una classe stabile, alla testa dai quali mise Pierre, sceglie del mezzo di essi".... " Per utilizzare di nuovo dunque le parole del Concilio Vaticano II", i vescovi, assumono il ministero della comunità coi loro collaboratori preti e diaconi, presiedendo il gregge di cui sono i Pastori, in quanto Padroni della dottrina, preti del culto sacro, ministri del governo"., Costituzione Apostolica., Buono Pastore, 28.6.1988. - cf. Pubblico generale., 22.6.1988; ai rappresentanti. cuméniques, 26.6.1988; ai vescovi del Nuova Zelanda, 9.4.1988 a che, ha tra altri ricordato: Il significato ecclesiale della vostra visita è una comunione gerarchica.")

(cf. : Clément di Roma., D-S 101; Concilio di Firenze, 1318,; Concilio di Trento, 1768,; Concilio Vaticano I, 3061,; Gazza IX, 2919,; Léon XIII, 3167,3171; Gazza IX, 3685,; Gazza XII, 3804,; Concilio Vaticano II, Santa Liturgia. 26; La chiesa, 4, 8, 10, 18, 20,; Il ministero e la vita dei preti., 5.

 

KIKO

" . La chiesa non è una realtà giuridica ma sacramentale"., id., p. 167, la chiesa primitiva, con la disciplina penitenziale, ha acquistato una dimensione giuridica (id). ). Kiko rigetta una visione giuridica della chiesa (id). ). " Dove si trova allora la chiesa? Là dove trovati lo spirito Santo, lo spirito vivificante di Gesù Cristo risorto, là si trova l'uomo nuovo del sermone sulla montagna. Là dove c'è ciò, là si trova la chiesa., p. 88. Dunque, la chiesa non gerarchico. Vescovi, preti e diaconi non raffigurano come elementi essenziali della chiesa che illumina, santifica, governale.

Un po' prima difatti, p. 88, aveva detto che la parrocchia, il curato ed i vicari non fanno la chiesa; non più il fatto che ci siano una comunità ed un prete; che si celebre la Messa, che si dà un catéchèse e che si creda alle verità rivelate... La chiesa, secondo lui, è costituita di bene di altre cose, e precisamente di fedeli che, animati per lo spirito Santo, vivono nella grazia di Dio, secondo lo spirito e la lettera del sermone sulla montagna del quale non è formata anche una società visibile, composta di peccatori...

 

Kiko ricorda le tesi più condannate del Magistère dunque. Basterebbe ricordare la posizione di Montan, i discepoli Béguards del Medioevo (D-S 893), dei Fratelli (D-S 910-912), e poi di Jean Wyclif (D-S 1187), Jean Hus (D-S 1201-1206), Lutero (D-S 1465ss), P., Quesnel (d-S 2474ss), i Giansenisti del Sinodo di Pistoia (D-D 2615). cf Gazza XII, Mystici corporis, D-S 3803.

 

 

				 & #9; IV

			SACERDOCE Ministeriali E

			SACERDOCE Comuni

 

IL PAPA

Il Concilio Vaticano II ci ha ricordato questa splendida verità sul sacerdozio universale di tutto lo popolo di Dio che deriva della partecipazione all'unico sacerdozio di Gesù Christ ". Il nostro sacerdozio "ministeriale", radicato nel sacramento dell'ordine, differenziati essenzialmente del sacerdozio universale dei fedeli (.). Il Sacramento raggiunge questo scopo, di illuminare i fedeli, attraverso il ministero della parola e dei sacramenti che gli è proprio, e soprattutto attraverso il Sacrificio Eucharistique per che solo è autorizzato ". ( Al clero di Roma, 9.11.1978.

" Il sacerdozio al quale partecipiamo per il sacramento dell'ordine che è stato inciso nelle nostre anime per mezzo di un segno speciale di Dio per sempre, questo essere-a-dire il carattere ", casa in relazione esplicita col sacerdozio comune dei fedeli, questo essere-a-dire di tutto li battezzati e, allo stesso tempo, differisci essenzialmente di lui e non solamente in grado, Lumen Gentium, 10. Se differiscono non solo tra essi in grado, ma in benzina, questo è il frutto di una ricchezza speciale del sacerdozio stesso del Cristo che è l'unico centro e l'unica sorgente sia di questa partecipazione che è il proprio di tutto li battezzati, o dell'altra partecipazione alla quale si giunge per mezzo di un sacramento distinto che è precisamente quello dell'ordine..."

" Il nostro sacerdozio sacramentale, di conseguenza, è sacerdozio gerarchico e ministeriale allo stesso tempo - costituente un ministero speciale - questo essere-a-dire che è un servizio al riguardo della comunità dei credenti. Non trae non tuttavia suo origine da questa comunità, come se fosse a lei a chiamare o a delegare. È piuttosto un dono per questa comunità e viene del Cristo sé, nella pienezza del suo sacerdozio. Una tale pienezza trova la sua espressione nel fatto che il Cristo, rendendoci tutti atti ad offrire il sacrificio spirituale, ne chiama alcuni e li rende capaci di essere ministri del suo stesso sacrificio sacramentale: L'Eucarestia alla quale oblazione concorre tutti i fedeli e nella quale sono inseriti i sacrifici spirituali del Popolo di Dio.

"Coscienti di questa realtà, comprendiamo di quale modo il nostro sacerdozio è gerarchico, questo essere-a-dire connesso col potere di formare e sostenere il popolo sacerdotale, Lumen Gentium, 10, e, veramente per ciò, ministeriale"... ( A tutti i preti, 8.4.1979;, cf. Ordinamento dei preti di Rio de Janeiro, 2.7.1980,; Al clero di Parigi, 30.5.1980; Ai preti, Giovedì santo, 16.3.1989; Esortazione apostolico Christifideles, 30.1.1988,22; Angelus, 8.3.1987.

( Cf. : Innocente III, D-S 794, 802,; Clément VI, id. 1084; Concilio di Firenze, id. 1321; Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, 10, 21, 25, 26, 41,,; Christus Dominus., 15; Gazza Xii, Plettro Dei, 68-69.

 

D OH N C :

Il prete è posto al centro anche del mistero del Cristo (..). Agisce nella persona del Cristo particolarmente quando egli celebre l'Eucarestia: per il suo ministero il Cristo continua ad esercitare nel mondo suo. uvre di saluto ".

" So bene che il laicato cattolico del Honduras ha sempre più presi coscienza della sua responsabilità dentro alla chiesa e che sta contribuendo al carico di spargere il messaggio evangelico. Questo non deve fare tuttavia dimenticare il posto insostituibile e particolare che, per la santificazione del popolo di Dio ritorna ai preti, voluti per il Signore affinché nella società dei fedeli avessero il potere consacrato dell'ordine per offrire il Sacrificio e scusare i peccati, e che al nome del Cristo esercitano per gli uomini in una forma ufficiale la funzione sacerdotale ".." ( Il Ministero e la vita del prete, 2. - Ai Vescovi del Honduras, 23.11.1978.

KIKO

Non abbiamo neanche prete al senso di una nessuno che ci separeremmo da tutte gli altri perché nel nostro nome si metterebbe in contatto con la divinità. Perché il nostro Prete, quello che intercede per noi, è il Cristo. E poiché siamo il suo Corpo, siamo ogni prete.

Tutta la chiesa è sacerdotale al senso che intercede per tutti. È vero che questo sacerdozio si rende visibile in un servizio e che ci sono alcuni fratelli che fanno i servitori di questo sacerdozio, ministri del sacerdozio. Nel Nuovo Testamento, il parola "prete" non è utilizzato mai diversamente che in riferimento al Cristo; a parte ciò, si parla di ministri o di presbytres"., id., p. 56 )

Kiko non pensa tuttavia, o non crede, che il prete cattolico fa il ministro del sacerdozio perché in lui il Cristo vive col potere della sua mediazione vicino al Padre; per ciò in lui solo, e non i fedeli o la comunità dei fedeli, coniugati in primo la persona del verbo che esprime esclusivamente l'esercizio dei poteri propri al Cristo.

Purtroppo, delle testimonianze unanimi ed influenti confermano che nei Comunità Néo Catéchuménales non è il "prete" (= presbytre, ma piuttosto la "catechista" (= laïc che presiede in quanto anima ed animatore, provando tutto e comandando a tutti... Ora, ai preti il Papa, il 9 dicembre 1985, cresciuto proprio necessario di esprimersi nei seguenti termini: "... In questa strada l'. uvre dei preti resta fondamentale ". Sono "le guide della comunità"; per la quale l'esigenza primo che si imporsi è di sapere mantenere la fede nella vostra identità sacerdotale.

" In virtù dell'ordinamento sacro, siete stati segnati con un carattere speciale che vi configura al Cristo prete, in modo da potere agire nel suo nome. Il Ministro sacro dovuto stato accolto dunque non solo come f r è r e che divide la strada della comunità stessa, ma soprattutto come quello che, agendo "nella persona del Cristo ", porta in si la responsabilità insostituibile di Dottor, Santificatore e Guida delle anime, responsabilità alla quale non può in nessuno modo rinunciare (...) Sarebbe un'illusione di credere che servire il vangelo diluisce il vostro carisma in un falso senso di umiltà o una manifestazione malintesa di f r ha t e r n i t é (...).

Non si lasciate ingannare! La chiesa vi vuole preti ed i laici che incontrate vi vogliono preti e niente altro che preti. La confusione dei carismi impoverisce la chiesa, non l'arricchisce, Discorso del 9.12.1985 )

Ciò non basta. Proprio rivolgendosi ai Néocatéchumènes, il Papa, i 10 fév.1983 aveva avvertito: Seguite i metodi, le indicazioni, gli itinerari, i testi offerti dagli Episcopati, esercitate anche il ministero del catéchèse nella comunione e nella disciplina ecclesiale, rispettando il ministero fondato del vescovo e dei preti che gli è associato, sarà un aiuto prezioso per il vostro catéchèse a tutti i livelli..."

Al contrario, I néocatéchumènes hanno i loro "catéchèses", concepite ed organizzate al loro modo, in non seguendo le indicazioni né i metodi dei Vescovi. Il "prete", nelle Comunità, è solamente un presidente per il rituale ed il sacramentale: presidenza, la sua che non comporta nessuno autorità magistérielle. La comunità è diretta da un responsabile laïc: Il grande pericolo delle comunità - secondo Kiko - questo è che i preti li uccidono senza volerlo. In questa strada la comunità avrà un responsabile laïc"., id., p 371s. Dunque: Questa comunità non camminerà sola, come buono vi sembro, facendo ciascuno ciò che gli piace, questa comunità questo è noi che la dirigiamo al nome del vescovo. Abbiamo la missione di condurrvi alla fede adulta, al battesimo. Questo è perché non c'è catéchuménat senza ubbidienza all'autorità delle catechiste". Segue che il curato deve limitarsi a presiedere la comunità locale (id)., p. 370 che sono buoni altro che la "comunità."

Quello che è eletto "catechista" deve considerarsi riempito da questo stesso Spirito Santo, ed a partire da questo momento le sue istruzioni e sentenze sono indiscutibili, infallibili... Ha il carisma del discernimento degli spiriti (id)., p 188. Tutto sommato se non c'è ubbidienza verso le catechiste, non c'è strada"., id., p. 353.

Ma, né il vescovo né il Curato non scelgono la catechista. Ad essi sono confidati solamente il dovere di conferire "il vaglia" in una cerimonia solenne; chi è regolato da un rituale concepito dal Movimento e consiste nell'imposizione delle mani da parte di questi ultimi... Il risultato è una struttura ecclesiale di servizio parallelo a quella fondata sul sacramento dell'ordine... Ma, Jean Paul II, anche riconoscendo ai Pastori l'autorità di conferire alcuni compiti ai laïcs, avverte che l'esercizio di questi doveri non fatti del laïc fedele un pastore: in realtà non è il suo dovere di costituire il ministero, ma piuttosto l'ordinamento sacramentale..."

Purtroppo, "la catechista" nel comunità catéchuménale si arroga un potere che supera tutti i limiti della sua condizione... I lamenti e le proteste da parte dei fedeli cadute nella sua rete sono molto grandi, frequenti.

 

					 V

IL PECCATO

 

IL PAPA

 

" Peccando, l'uomo si trova faccia ad un'esclusione di Dio per l'opposizione in faccia ad uno dei suoi comandi, per un gesto di rivalità al suo riguardo, per la pretesa ingannevole di essere "come Egli" (.). Nel caso del Éden appare in tutta la sua gravità e la sua intensità ciò che costituisce più la benzina l'intimo e più oscura del péché : la disobbedienza a Dio, alla sua legge, alla regola morale che ha dato all'uomo (.). Esclusione di Dio, rottura con Dio, disobbedienza a Dio: tutto lungo la storia umana questa è stato e è stato, sotto le forme differenti, il peccato che può giungere fino alla negazione di Dio e della sua esistenza: è il fenomeno chiamato ateismo (.). Disobbedienza dell'uomo che, con un atto della sua libertà, non riconosce il dominio di Dio sulla sua vita"., Riconciliazione e penitenza, 14. Cf. 15.

" Perché ed in quale misura il peccato è incide nell'offesa chi è fatta a Dio e nella sua ripercussione sull'uomo? La chiesa ha la sua dottrina a questo argomento e la riafferma nei suoi elementi essenziali"., id., 17.

 

"... L'uomo sente che questa disobbedienza tronca la sua relazione a Dio nel suo principio vitale: è un peccato mortale, questo essere-a-dire un atto che offende Dio gravemente e finisce per ritorcersi contro l'uomo sé con una forza oscura ed un potere di distruzione"... ( id., 17.

" Poi è vano sperare che prenda consistenza un senso del peccato nei confronti l'uomo e dei valori umani, se manca il senso dell'offesa commessa contro Dio, questo essere-a-dire il senso vero del peccato (id)., 18.

"Dio è sempre il principale oh f f e n s é per il peccato - "tibi soli peccavi"! - e solo Dio può scusare..." ( id., 31/III.

"Quelli che si avvicinano al sacramento della penitenza ricevono della misericordia di Dio il perdono delle offese che gli sono fatte e, allo stesso tempo, la riconciliazione con la chiesa"... ( id., 30, dove è citato il Concilio di Trento, D-S 1668-70, 1701, ed il Vaticano II, La chiesa, 11.

Nell'enciclica Dominum e vivificantem il Papa ritorna sul peccato come oh f f e n s ed a Dio, fino ad andare a supporre che soffre realmente, id., 39.

( Cf. : Concilio di Trento, D-S 1525, 1528,; Decreto del S.Office., id. 2291; Gazza XI, Miserentiss Redemptor,; Gazza XII, iv. 3891; Concilio Vaticano II, La chiesa, 11,; La chiesa nel mondo di questo tempo, 13, 22, 41.

 

KIKO

 

" Si chiede se è possibile offendere unicamente Dio. La domanda è posta così perché abbiamo una concezione verticale del peccato, individualista,: che siamo noi che offendevamo Dio di un certo modo, come se il peccato era un'offesa a Dio nel senso che si possa rubargli la sua gloria. Crediamo che possiamo fare un danno a Dio. La prima cosa che dobbiamo pensare questo è che non è possibile fare un danno a Dio. Dio è invulnerabile. Non si può strappargli la sua gloria di nessuno modo."

" In quale senso può parlarsi di offendere Dio? Nel senso che il peccato rompe il piano di Dio. Quale è il piano di Dio, il disegno di Dio sull'uomo? L'amore. Il peccato è sempre una rottura di amore"., id., p. 182.

Bisogna intendersi:

ha, è certo che il peccato non offende unicamente Dio; Ma è anche incontestabile che è principalmente "offesa a Dio": la vera concezione del peccato è essenzialmente "verticale", perché solamente in quanto offesa a Dio il peccato fa del torto a cui lo commette ed al suo prossimo. E, malgrado questo che Kiko ne pensa, la concezione stessa di questo peccato è tanto "personale" perché si consuma in un rapporto immediato di altérité tra le persone umane uniche, coscienti e libere, e Dio. Non è la "comunità" che pecca, ma ciascuno dei membri che la compongono per la quale ciascuno è il primo a rispondere della sua azione.;

b, Persona può supporre solamente il peccato tolgo qualche cosa a Dio, egli di cui la beatitudine resta inalterabile, malgrado tutte le iniquità umane.;

c, Il peccato tuttavia offesa proprio Dio in questo senso che l'uomo gli rifiuta l'amore che merita, negando di riconoscere il carattere assoluto del suo primato, la verità della sua perfezione infinita, il proprio necessitato di dipendere da Lui il Sovrano Buono, Legge eterna, Provvidenza sovrana. Ma, questa mancanza di riconoscenza è il peggiore delle ingiustizie, perché l'uomo non attribuisce a Dio ciò che gli appartiene obiettivamente; e proprio per ciò l'offende, anche se si nuoce solamente a sé, negando di aderire Bene a suo unico.

Breve: Kiko concepisce solamente il piano dell'amore di Dio per l'uomo, senza riflettere che l'uomo può essere felice solamente alla condizione di amare Dio in primo e per sopra tutto, perché il suo vero bene dipende unicamente da un tale amore.

Siccome vedremo, l'uomo che non offende Dio, non è tenuto a qualche espiazione tale lo spirito di "sacrificio" che Kiko respinge logicamente.

 

 

						 VI

POSSIBILITÀ DEL PECCATO

 

IL PAPA

 

" Come scritto l'apostolo santo Jean", se diciamo che siamo peccati senza, ci sbagliamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, Egli, è fedele e giusto, scuserà i nostri peccati Queste parole ispirate scritte all'alba della chiesa orientano meglio che non importo strettamente quale altra espressione umana questo discorso sul peccato che è unito con quello sulla riconciliazione (...). Riconoscere veramente il peccato, o più meglio - andando più ancora veramente al fondo nella considerazione del personalità - riconoscere il peccatore, capace di peccato e portato al peccato, è l'inizio indispensabile del ritorno a Dio"., Riconciliazione e penitenza., 13.

L'espressione mistero del peccato" tenta di farci percepire ciò che c'è di oscuro e di inafferrabile che si nasconde nel peccato. Questo è l'. uvre del l i b e r t é dell'uomo sicuramente..." ( ib., 14 )

" Il peccato, in un senso vero, è sempre un atto della persona, perché è un atto di l i b e r t é di un solo uomo, e no principalmente di un gruppo o di una comunità. Questo uomo può essere condizionato, urgente, spinto in più di un caso per i leggeri fattori esterni, come anche può essere soggetto alle tendenze, delle tare, delle abitudini ereditate della sua condizione personale. In più di un caso dei tali fattori esterni o interni possono attenuare in più o meno grande misura la sua libertà e, poi, la sua responsabilità e la sua colpevolezza. Ma è una verità di fede, confermata dalla nostra esperienza e per la nostra ragione, che la persona umana è l i b r e. Non si può ignorare questa verità, per scaricare sulla realtà esterna - la struttura, i sistemi, gli altri - il peccato di ciascuno. Per sopra tutto questo sarebbe annullare la libertà e la dignità della persona che rivelano anche - bene che in questo caso in modo negativa e disastrosa - la responsabilità per il peccato commise. Questo è perché, in ogni uomo non c'è niente di più personale e non trasferibile che il merito della virtù o della responsabilità dell'errore"., id., 16.

" Il senso del peccato (.) è legato strettamente con la coscienza morale, con la ricerca della verità, con la volontà di fare un uso responsabile del l i b e r t é"., id., 18 )

( Cf. : Concilio di Arles, D-S 331, 336, 339,; Léon X, id. 1486; Concilio di Trento, id. 1555; Léon XIII, id. 3285.

 

KIKO

 

 

" L'uomo non può fare bene il perché si è separato da Dio, perché ha peccato e che è restato radicalmente impotente ed incapace, al potere dei demoni, resta schiavo dello Scaltro. Lo Scaltro è il suo signore. Questo è perché i consigli ed i sermoni esigenti non valgono niente. L'uomo non può fare bene il (.) non puoi compiere la legge perché ti dice di amare, di non resistere al male che ti si fa, ma tu non puoi: tu, fai ciò che vuole lo scaltro (id)., p. 130. Cf., p 135.

L'uomo è fondamentalmente difettoso. È carnale. Non può fare diversamente che rubare, litigare, essere gelosi, invidiare, non può fare ecc. diversamente e non ne è colpevole"., id., p 138 )

Per ciò i discorsi non servono proprio", a niente. Non serve a niente di dire: sacrificatevi, amatevi! E se qualcuno prova, diventerà il più grande fariseo del mondo perché farà tutto per la sua perfezione personale"., id., p 136. Strano, irritante modo di analizzare!.

Dunque, la perfezione personale voluta per Dio, Mt 5,48; Ep 4, 13,; Jc 1,4; 3,2, un dovere non sarebbe? E perché un "fariseo" sarebbe quello che si preoccupa di incitare e di stimolare gli altri a fare ne tanto?. - Kiko mostra che non sa ciò che dice, del meno secondo il linguaggio biblico, affare della chiesa e di tutti i Santi.

Una madre di famiglia mi ha scritto, in altro,: Ho avuto ad affrontare i Néocatéchumènes ed i loro preti con le discussioni sulla confessione ed il peccato. Confessione o no, siamo sempre nel peccato; si ha l'impressione che la Grazia non esiste; ma del resto non serve a niente, perché quello che spera di godere è un presuntuoso, perché vuole diventare come Dio, ed egli è nelle mani di Satana perché non si accetta come è, Dio non ci vuole così differenti, perché c'ama proprio così,; tanto sono meglio continuare a peccare..."

Questo è il bevve lo Strada Néocatéchuménal" tende a quale?

 

					 & #9; VII

 

			 & #9; la Conversione

 

IL PAPA

 

Il messaggio biblico sottolinea innanzitutto nella penitenza il suo valore di conversione, termine con che si cerca di tradurre la parola del testo greco metànoia che significa lasciare rivoltare letteralmente lo spirito per fare girarsilo verso Dio. È del resto i due elementi fondamentali che emergono della parabola del figlio perso e ricuperato: ritirarlo in si", e la decisione di ritornare al padre. Non può avere di riconciliazione ci senza questi atteggiamenti primordiali del c oh n v e r s gli oh n..." ( Riconciliazione e penitenza., 26 )

Fare penitenza vuole dire, al di là di tutto, ristabilire l'equilibrio e l'armonia rotta dal peccato, cambiare direzione, stesso al costo di sacrifici"... ( id., 26.

" L'atto essenziale della penitenza, da parte del penitente, è la contrizione, vale a dire un bacino di ingrassamento per ostriche e risoluto ripudio del peccato commesso congiuntamente all'intenzione di non tornare commetterlo (Cf). D-S 1676-7, per l'amore che porta a Dio e che rinasce col pentimento. Questo essendo convenuto, la contrizione è l'inizio e l'anima della conversione dunque, di questo metànoia evangelico che riporta l'uomo a Dio siccome il figlio prodigo che ritorna al padre". (id. 31/III.

( Cf. : Concilio di Trento, D-S 1457, 1526s,; 1669.


KIKO

La conversione non è mai il frutto di un sforzo dell'uomo"... È un dono di Dio, una chiamata di Dio, un'iniziativa di Dio"., id.., p. 163.

Iniziativa di Dio, primato della sua grazia, ecc.: non c'è dubbio, contro ogni tendenza pélagienne,; ma il Cristianesimo respinge anche ogni comportamento quiétiste, ricordando a tutti che bisogna stringere i denti e fare tutti i nostri "sforzi" per rinnegare se stesso, prendere la sua propria croce ogni giorno, preferire il Cristo ai suoi propri beni ed alle persone più care, sacrificare la sua propria vita... ( Mt 10,37-39; 13,44; 16, 24-25,; Mc 8,34-37; Lc 9,23-27; 12,33; 14,26-27; Jn 12,24-25.

Kiko sembra dimenticare che la nostra lotta non sia contro le creature fatte di carne e di sangue, ma contro i Principati ed i Poteri, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro gli spiriti del male..."; non pensa che il credente debba prendere l'armatura di Dio per resistere nei giorni cattivi e restare in piedi dopo avere sopportare tutte le prove ". Per ciò deve restare molto fattoria, cingere si le anche con la verità, rivestire la corazza della giustizia...", tenendo in mano lo scudo della fede con che può spegnere tutte le frecce infiammate dello scaltro"... ( Ep 6,10-17.

Gesù non è venuto a portare la pace ma la spada..." ( Mt 10,34. Timoteo deve combattere il buono combattimento, 1 Tm 1,18, utilizzando le armi capaci di abbattere ogni fortezza e bastione che si alzano contro la conoscenza di Dio, 2 Co 10,3-5. Tutto sommato, è impossibile non stringere i denti ed astenersi di ogni "sforzo" quando si ha il dovere di lottare contro i desideri carnali che fanno la guerra all'anima, 1 Pi. 2,11.

Kiko non ha compreso evidentemente la benzina della vita cristiana: sbagliandosi sé e gli altri, ha tradito il messaggio evangelico che consiste nella conoscenza della croce, 1 Co 1,18-26. Egli - siccome confermeremo - non ha compreso che il credente non deve limitarsi ad onorare la Croce del Cristo, supponendo che l'abbia dispensato di portare la sua adesso e di lasciare morire su questa le sue passioni ed i suoi desideri (Ga 5,24).

Kiko tuttavia, imperturbabile, insegue: "... Chiamare alla conversione questo non è esigere, ma piuttosto dare la possibilità, l'opportunità della conversione (.). La conversione è un dono enorme di Dio, frutto della risurrezione di Gesù Christ (.). La conversione è una. uvre di Dio, e non un sforzo volontariste dell'uomo"., id., p 164.

" La conversione non ha mai un senso moralistico o volontariste; ma è al contrario essenzialmente un cambiamento di mentalità, un cambiamento di direzione"., id., p 165.

" Perché la conversione non è pentirsi del passato, ma mettersi in cammino avanti, verso il futuro"., ib., p 166-167 )

Quale futuro? Evidentemente quello realizzato da un'inversione di strada che impegna tutte le forze del convertito, prevenuto e sostenuto per la Grazia. Ma Kiko la pensa differentemente.

Secondo lui, il métanoia ", come cambiamento di mentalità, consisti in un'illuminazione interiore per la quale l'uomo riconosce il suo proprio peccato ed accetta, vale a dire crede che è stato scusato in Gesù Christ: Quando diciamo: tutti i peccati sono scusati in Gesù Christ, diciamo la verità, ma lasche ora che per potere ricevere questo perdono, è necessario essere di accesso in un spirito di conversione, avere questa illuminazione,: che sei nel peccato. Questo è perché la conversione parte dall'iniziativa di Dio che ti fa vedere che sei nel peccato"., id., p 164.

Ma questo è poco. Secondo la fede, Dio, ne più di illuminare la coscienza del peccatore, affinché riconosca i suoi propri errori, da' anche la grazia necessaria affinché si penta e proporsiti di correggersi. Ciò che Kiko ignora o non accettare, deformando una della più fondamentale verità intorno alla grazia e dei suoi rapporti con la volontà umana...

Questo non è tutto. " È una grande verità che Dio ha scusato tutti i peccati nel suo Figli Gesù Christ; ma è tanto vero che tu devi accettare questo perdono dei peccati. E per accettare questo perdono, la prima cosa che devi fare questo è di riconoscerti peccatore, cosa estremamente difficile. Questo è perché Dio viene al tuo aiuto chiamandoti alla conversione (id)., p165.

Attenzione :

-	Dieu hanno scusato solamente i peccati in questo senso che, nel Cristo, offre la grazia di potere pentirsi e riconciliarsi con Lui;

-	Il sono inesatti di dire che "dobbiamo accettare" il perdono dei peccati: dobbiamo meritarlo disponendoci a riceverlo con la contrizione resa possibile per la grazia del Cristo che c'invita a partecipare - per lei - alla sua Passione espiatoria;

-	Dieu chiamata alla conversione non solo facendoci riconoscere il peccato, ma ispirandosi anche il rimorso con l'intenzione a vincere egli ed un cambiamento di vita sempre più radicale.

Ma ciò non basta.

Di conseguenza", renderai gloria a Dio se credi che Dio può fare di te che sei un peccatore, un lussurioso, un egoista, addetto al denaro, un figlio di Dio che ama come Gesù Christ. Credi ciò? È Dio che lo farà, non tu. Questo è perché il Cristianesimo è una buona notizia per i poveri e gli infelici. Il Cristianesimo non esige niente di nessuno, dà pure regalo"., id., p 222-223 )

 

Restiamo con Kiko, notiamo che la fiducia nella virtù della risurrezione del Cristo distrugge il passato colpevole dell'uomo che dunque realizzo a vivere ne Egli, morte e risorto: Se siamo stati creati all'immagine ed alla somiglianza di Dio, se gli è morto per i nostri peccati, noi tanto ci siamo morti per i nostri peccati (.). Se gli ha occupato il tuo posto e la mia, se è stato messo nella fossa al nostro posto e se il Padre lo è risuscitato, c'è risuscitati anche noi. Perché lo è risuscitato come pegno, come garanzia che i tuoi peccati sono scusati, che abbiamo accesso alla vita di Dio che adesso possiamo nascere in Dio. , id., p 141 )

" La morte ed il peccato sono stati vinti nella morte e la risurrezione di Gesù Christ che, nella sua carne, ha seppellito e distrutto il corpo di peccato (.). Se un uomo è stato risuscitato della morte, ciò vuole dire che il peccato sia stato scusato (.). Gli è risuscitato come prémice, per mostrare a tutti gli uomini che la morte è stata scusata a tutti, perché il peccato è stato scusato"., id., p. 143-144 )

Tutto sommato", in Cristo Dieu inauguro una nuova creazione, fatta una nuova umanità (id)., p 144 )

Il contrasto con l' i d é e di "conversione" espressa dal papa e quella sostenuta per Kiko è cigolante. Contro il corrente pélagien, è di fede che l'iniziativa di tutto il processo di conversione appartiene a Dio che sente riconciliarsi l'uomo peccatore...; ma, contro la corrente luterana, non è meno certo della conversione è animata necessariamente dalla "contrizione" che dispiace di avere offeso Dio e ha l'intenzione di correggersi... Contrizione che consegue di un tale amore-innato che la determina in modo indispensabile e vitale... Questo è perché, Kiko attribuisce solamente la "conversione" alla fede nel perdono che Dio sente accordare al peccatore, astrazione fatta della "contrizione" e dispensando l'uomo dello sforzo di correggersi, reso possibile per la grazia.

In altri termini, Kiko, come Lutero, nega la libertà umana, esagerando l'efficacia della grazia fino a deformare ne la natura profonda. È un dono della misericordia di Dio, non perché fa tutto senza la volontà umana, ma piuttosto perché conferisce alla volontà umana la possibilità di fare tutto per lei e con lei, ciò come essere responsabile della sua propria azione in bene, se favorisce la grazia, ed in male se la rifiuta.

Tutto sommato, Dio opera nell'uomo, rispettando la sua dignità di nessuno, essenzialmente capace di compiere le sue proprie scelte in modo autonome, responsabili. Questa è la fede professata dalla chiesa in l'. uvre del Riscatto. uvre di una Misericordia necessariamente giusta. ( Cf. Capitolo pseudo-clémentin, D-S 243-245, 248,; Concilio di Arles, id. 1525 s, 1529, 1541, 1554,: Alexandre VIII, id., 2305s; Clément XI, id. 2401-2425, 2430s,; Gazza VI, id., 2621; Concilio Vaticano I, id, 3010,; Gazza XII, id. 3846.

 

					 & #9;VIII

 

	 & #9;EXPIATION RÉDEMPTRICE E SACRIFICIO

 

IL PAPA

 

Fedele alle Sorgenti della Rivelazione, Tradizione e Scritture Sante, e restando nel solco aperto dal Magistère universale, ordinario e solenne, riprende e sviluppi parecchie volte il Mistero centrale del cristianesimo: quello del saluto operato dalla mediazione redentrice del Cristo in virtù del S ha c r i f i c e della Croce per che ha espiato i peccati del mondo, compiendo l'atto supremo di amore al Padre e di solidarietà coi fratelli nella soddisfazione della giustizia infinitamente misericordiosa di Dio. Tale è, in riassunto, la dottrina ricorrente in quasi tutti i documenti del magistère di Jean Paul II dai quali basterà citare alcuni passaggi.

·&#9"; Se in Cristo, per l'. uvre del suo sacrificio, della sua ubbidienza fino alla morte, l'uomo ottiene la remissione dei peccati, allora così anche il mondo trova la riconciliazione con Dio in Cristo, Parrocchia di Società Marie degli Angeli, Roma, 5.3.1989.

·&#9"; La cosa essenziale in tutta la missione del Cristo è l'. uvre del saluto (.) ". Difatti, salverà il suo popolo dei suoi peccati (Mt 1,21)...". Salvare vuole dire liberare del male ". Gesù Christ è il Salvatore del mondo perché è venuto per liberare l'uomo di questo male fondamentale che ha invaso il fondo dell'uomo durante tutto il corso della sua storia, dopo la prima rottura dell'alleanza col Creatore (.). Il male del peccato è veramente questo male fondamentale che allontana dall'umanità la realizzazione del regno di Dio ".

" "Ha l'agnello di Dio, quello che toglie il peccato del mondo" (Jn). 1,29. In queste parole sono contenute un riferimento chiaro all'immagine di Isaïe del servitore sofferente del Signore. Il profeta parla di Lui come l'agnello che è condotto al macello, ed Egli in silenzio ("come una pecora muta", Is 53,7, accetta la morte, per il mezzo della quale giustificerà la moltitudine, si incaricherà della loro iniquità (Is 53,11). Così il definizione Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo indica l'. uvre del saluto, questo essere-a-dire la liberazione dei peccati che si avvererà al prezzo della passione e della morte del Cristo..." ( Pubblico generale., 27.7.1988.

 

·&#9"; L'amore del Padre si rivela nel Sacrificio del Figlio, assunto a più profondo della sua totale libertà (...). Proprio l'amore del Figlio nato della totale libertà, fa che il suo sacrificio redentore sia salvifico (...). Al prezzo del suo sacrificio questa nuova vita (divina, soprannaturale) c'è ne..." ( Acilia, 28.4.1985.

Vincendo, con la sua morte sulla Croce, il male ed il potere del peccato, con la sua ubbidienza piena di amore, ha portato il saluto a tutti e è diventato per ogni riconciliazione ". In Dio se lo è riconciliato l'uomo..." ( Riconciliazione e penitenza., 10.

·&#9"; Cristo, come uomo che soffre realmente e di un modo terribile al Giardino degli olivi e sul Calvario, girati verso il Padre, verso questo Padre di cui ha predicato l'amore agli uomini di cui ha manifestato la misericordia con ogni suono agire. Ma la sofferenza terribile della morte in Croce non glielo è risparmiato in particolare a: Quello che non aveva conosciuto di peccato, Dio l'ha fatto peccatore per noi scriverà santo Paul, riassumendo in poche parole tutta la profondità del mistero della croce ed allo stesso tempo la dimensione divina della realtà del riscatto.

" Veramente questo riscatto è la rivelazione ultima e definitivamente della santità di Dio che è la pienezza assoluta della perfezione: pienezza della giustizia e dell'amore, perché la giustizia si basi sull'amore del quale proviene e verso la quale tende.

" Nella passione e la morte del Cristo - nel fatto che il Padre non risparmiò suo Figlio, ma lo trattò da peccato per noi - si esprime il giustizia assoluto, perché Cristo subisce la passione e la croce

a causa dei peccati dell'umanità. Questa è veramente una sovrabbondanza" della giustizia, perché i peccati dell'uomo "sono ricomprati" dal Sacrificio dell'uomo-Dio.

" Tuttavia una tale giustizia che è in realtà giustizia "su misura" di Dio, nasce tutto dell'amore; dell'amore del Padre e del Figlio, fruttificando tutto nell'amore. Proprio per ciò la giustizia divina, rivelata per la croce di Cristo, è "alla misura" di Dio, perché nasce dell'amore e si avvera nell'amore, generando dei frutti di saluto. La dimensione divina del riscatto non si realizza solamente a non fare la giustizia del peccato, ma rendendo all'amore questa forza creatrice nell'uomo grazie alla quale ha di nuovo accesso alla pienezza di vita e di santità che viene di Dio.

Di tale modo il Riscatto porta in si la rivelazione della misericordia nella sua pienezza"... ( Dives in misericordia, 7.

" La chiesa che non smette di contemplare l'insieme del mistero del Cristo sa con tutta la certezza della fede, che il Riscatto, è arrivata dal mezzo della croce, che ha reso definitivamente la dignità ed il senso all'uomo della sua esistenza nel mondo (...). E dunque il Riscatto si è avverato nel mistero pasquale che attraverso la croce e la morte conduco alla risurrezione"., Redemptor hominis, 10, )

·&#9";... Il Riscatto si è avverato dalla Croce del Cristo, o per la sua sofferenza (...). La chiesa che nasce del mistero del riscatto nella Croce di Cristo è tenuta di cercare in particolare l'incontro con l'uomo sulla via della sua sofferenza..." ( Salvifici doloris, 3.

" ". Quello che non aveva conosciuto il peccato, Dio lo trattò da peccato per noi ". Con questo peso orribile, misurando male il "nel suo intero" contenuto nel peccato di girare la schiena a Dio, Cristo, per la divina profondità dell'unione filiale col Padre, percepisce in modo umanamente inesprimibile questa sofferenza che è il distacco, il rifiuto del Padre, la rottura con Dio. Ma per una tale sofferenza compie precisamente il riscatto, ed egli può dire spirando: Tutto è compiuto! ".

" Perciò si può dire che si è avverata la scrittura, che si sono realizzate definitivamente nella realtà le parole di questa Poesia del Servitore sofferente: "Al Signore ha piovuto di abbatterlo coi dolori." La sofferenza umana ha raggiunto il suo colmo nella passione del Cristo (...). Il molto supremo del riscatto del mondo è stato tratto dalla croce del Cristo e prende costantemente di lei il suo principio. La Croce del Cristo è diventata la sorgente di cui dei fiumi di acqua sorgiva sgorgano..." ( id., p 18 )

La grandezza del riscatto (...) si è avverata dalla sofferenza del Cristo. Il Redentore ha sofferto al posto dell'uomo e per l'uomo..." ( id., 19. Cf. Id., 21-22. - Cf. Omelia domenicale a Coena, 31.3.1988; Pubblico generale., 15.3.1989; (il sacrificio del Cristo è un sacrificio espiatorio, o un sacrificio che presenta un risarcimento per ottenere la remissione degli errori...", Pubblico generale., 20.4.1983,; omelia a Strasburgo, 8.10.1988; Omelia per Corpo del Signore, 2.6.1983; Pubblico generale 1.6.1983; Lettere ai preti, 13.4.1987; Pubblico generale, 13.7.1988; Ai delegati per il Congresso Eucharistiques., 11.3.1988; Roma, parrocchia di S. Tarcisius, 3.3.1985; Pubblico generale, 11.4.1990 `; Angelus, 10.2.1985; Omelia per il Corpo del Signore, 29.5.1986; (Il Sacrificio della Croce è il Sacrificio della soddisfazione e dell'espiazione. Ne gli è contenuta il riscatto e la remissione dei peccati - Roma, Parrocchia della Risurrezione. A Terra Nouvelle, 28.2.1988,; Angelus, 31.8.1986; Roma, Parrocchia Gesù div. Lavor., 17.6.1985; pubblico generale., 26.3.1986; pubblico generale., 15.3.1989; parrocchia S. C.ur di Gesù e di Marie., 17.3.1985; pubblico generale., 13.4.1983.

( Cf. : Concilio di Éphèse, D-S 261,; Concilio del Latran IV, id. 802; Clément VI, id. 1083; Concilio di Trento, id. 1740s, 1743, 1753s,; Léon XIII, id. 3313; Gazza XII, id. 3847s.

 

KIKO

 

 

Secondo lui", Faccia al processo di sconsacrazione, di scristianizzazione e di crisi della fede, il Santo Esprit (.) ha risposto dal C oh n c i l e ". Ora, ciò sarebbe arrivato perché ha risposto rinnovando la teologia. E non mi parlo più del dogma del riscatto"., Orientamenti., p 67 )

Ma sono falso perché Vaticano II, parlando molte volte, ha confermato che la teologia consegue delle sorgenti della Rivelazione, contro gli errori passati e presenti (Cf)., La Santa Liturgia. 2; La chiesa. 3, 8, 9, 44, 52, 57,; L'. cuménisme. 12; La vita religiosa. 5; L'apostolato dei laïcs. 2, 5,; La libertà religiosa. 11; Il ministero e la vita dei preti. 13; La chiesa nel mondo di questo tempo. 67, ecc.).

·	Kiko nega che l'uomo possa offendere Dio peccando (id)., p. 182s. Ma la chiesa, ispirata della Rivelazione, crede e professi che il peccato è offesa a Dio..." ( Dominun e vivificantem, 39. Oggi, negare il peccato come offesa a Dio, non ha senso quando si parla di espiazione redentrice: questa si opera per il Sacrificio del Cristo, secondo il dogma cattolico del saluto.

·	De fa, secondo Kiko, nella liturgia cristiana" l'idea di sacrificio ", farebbe "retrocedere" la chiesa al vecchio Testamento ", la farebbe ritornare alle idee sacrificali e sacerdotali dal paganesimo (id)., p. 322. Così Israele, per un certo periodo, ebbe questo culto sacrificale che passò poi ad una liturgia di lode, di glorificazione ". I nuovi convertiti della chiesa primitiva avevano trovato nella liturgia cristiana dei riti di religioni pagane (.) che il popolo dell'Israele aveva superato già, id., p. 320 )

·	Deux ragioni, secondo Kiko rendevano superflui i sacrifici :

a)	le peccato, non offendendo Dio, non esige nessuno risarcimento che soddisfaccia la sua giustizia;

b)	le peccato non può offendere Dio che non è un atto "umano" né dunque "morale" perché, per sopra tutto come l'abbiamo riportato", l'uomo non può fare bene il. , id., p 130,; è profondamente difettoso. È carnale. Non può fare diversamente che rubare, litigare, essere gelosi, invidiare, non può fare ecc., diversamente. Ed egli non ha l'errore. , id., p. 138. " La realtà dell'uomo questo è che vuole bene fare l'e non lo può (id)., p. 130 )

Ma, quello che non può peccare, in realtà non pecco, non essendo responsabile delle sue azioni. Non può offendere di conseguenza neanche Dio.

Dunque, in quanto all'inutilità del sacrificio ", Kiko è categorico: Offrire delle cose a Dio per acquietare lo è il proprio delle religioni naturali ", pagane, id., p. 320. " Dio non fa l'un giudice al quale devi piacere o a che devi chiedere dell'aiuto"., id., p 86. " Cristo è venuto per superare la religiosità naturale ", per quello che ha l'abitudine di andare al tempio per chiedere perdono a Dio (id). ).

" Forse che Dio ha bisogno del sangue di suo Figlio, del suo sacrificio per piacergli? Ma quale specie di dio abbiamo fatto? Ne siamo arrivati a pensare che Dio saziava la sua collera nel sacrificio di suo figlio come i dei pagani. Questo è perché gli atei dicevano: che cosa è ciò che questo Dio che scarica la sua collera contro suo Figlio sulla croce? " ( id., p. 333 )

·	Si l'uomo non può offendere Dio e che Dio non esige qualche risarcimento per il peccato commisi, non gli resta più che ad attribuirgli di altra perfezione che quella del M i s é r i c oh r d e, non avendo più di altre ragioni di esercitare il J u s t i c e. Dunque, il suo perdono è incondizionato, purché l'uomo creda, abbi fiducia e viva nella gioia della grande serata della festa eterna: Gesù Christ è venuto a soffrire affinché non soffri, è venuto a morire affinché non muori: Egli è vero che muore, tu non. Così che ti offre gratuitamente la vita, a te ed all'ultimo disgraziati della terra, al più peccatore, a più viziosi", all'assassino "a che che questo sia fa regalo di una vita eterna che non finirà mai (id)., p 222.

·&#9"; Il Cristianesimo non chiede niente di nessuno, dà pure regalo (id)., p 223s.

·&#9"; Vivere nella grazia questo è vivere nella gratuità di Dio che sta scusandoti col suo amore, e credere in questo amore ed in questo perdono permanente di Dio (.). I cristiani (.) sanno che sono veramente dei peccatori ed essi hanno sperimentato in questo peccato la misericordia di Dio che scusa e che do una vita nuova, frutto della sua grazia"., id., p 190.

·&#9"; Dio è misericordia ed amore (id)., p. 62. Per superare tutta la religiosità naturale (.) basata sul timore ", basta credere avere questa fiducia in Dio ", la fiducia che Dio ti ama (id)., p. 62. " Se è vero che Dio ha generato Gesù Christ in te ", hai ricevuto il dono di Dio: misericordia, vita eterna, perdono. , id. p. 67 )

·	C'est perché", Quale la notizia è che do la chiesa? Che Gesù Christ è risuscitato della morte. Che non moriamo perché siamo stati inseriti nel corpo vivente di Gesù Cristo risorto"., id., p. 86s. O piuttosto nella chiesa che salva tutti gli uomini (.). La chiesa salva tutti gli uomini, perché scusa a tutti. E se è il Cristo e se il Cristo è Dio, è Dio sé che ha scusato loro. La chiesa non giudica, non esigere, ma salva, cura, scusa, risuscita e, facendo tutto ciò, rende presente l'eschatologie (id)., p. 90.

Le implicazioni logici delle tali teorie sono numerose e gravi. Li indicheremo continuando la nostra analisi comparativa del pensiero di Jean Paul II e di Kiko Arguëllo.

 

 

					 IX

 

 

L'EUCARESTIA - SACRIFICIO

 

 

IL PAPA

" Caro Gesù presente nell'Eucarestia. È presente in modo sacrificale nella santa Messa che rinnova il Sacrificio della Croce. Andare a Messa significa andare al Calvario per incontrarsi con Lui, il nostro Redentore"., Ai ragazzi, 8.11.1978.

Gesù (a Capharnaüm, parla della sua persona, ma tutta intera, no simbolicamente, ed egli fa sentire che è un'offerta "sacrificale" che si realizzerà per la prima volta nell'Ultimo Cène, anticipando misticamente il sacrificio della Croce"... ( All'opus Dei, 19.8.1979.

Nella liturgia il Cristo parla innanzitutto con forza del suo Sacrificio".... Questa storia di amore, Dio la propone di nuovo per questo Sacrificio redentore che ci ha trasmesso nel segno sacramentale, affinché non solo ripensavamo come un ricordo, ma che lo rinnovavamo, lo re-celebravamo, Ai seminaristi romani, 19.11.1978.

Il mistero eucharistique, separato della sua propria natura sacrificale e sacramentale, smette semplicemente di essere tale"... ( Lettera Dominicae Cenae, 8.

L'Eucarestia è soprattutto un sacrificio: Sacrificio del riscatto e, allo stesso tempo, sacrificio della Nuova Alleanza, come lo crediamo e come lo professano chiaramente le Chiese di Oriente: Il sacrificio di oggi - siccome l'ha affermato, ci sono dei secoli, la chiesa greca - è come quello che un giorno offrì l'unico Verbo incarnato che viene di Sé, oggi come allora, offrirsi, essendo il sacrificio identico ed unico ". Questo è perché, per rendere questo unico sacrificio del nostro saluto ora, l'uomo ed il mondo sono resi a Dio per il mezzo della novità pasquale del Riscatto..." ( id., 9 )

"... In virtù della consacrazione, le specie del pane e del vino rappresentano in modo sacramentale e senza spargimento di sangue il Sacrificio insanguinato propiziatorio offerto per Lui sulla croce al Padre per il saluto del mondo"... ( id.

" L'Eucarestia (...) è il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue che ha Egli - stessa offerta una volta per tutte (Ep 9) 26-28, per liberarci del peccato e della morte, e che ha confidato alla sua Chiesa affinché faccia la stessa offerta, sotto le specie del pane e del vino e nutrissi per sempre i suoi fedeli, e noi anche che sono riuniti intorno all'altare. L'Eucarestia è dunque per eccellenza il sacrificio, quello del Cristo sulla Croce, per il mezzo del quale riceve il Cristo sé, tutto intero, Dio ed uomo..." ( Omelia al Congresso Eucharistique di Haiti, 9.1.1983.

" Il sacrificio del figlio è unico ed insostituibile. È stato compiuto una sola volta nella storia dell'umanità. E questo sacrificio unica ed insostituibile casa ". L'avvento del Golgotha appartiene al passato. La realtà della Trinidad costituisce eternamente un "oggi" divino. Questo è perché tutta l'umanità partecipa a questo "oggi" del Sacrificio del Figlio. L'Eucarestia è il sacramento di questo "oggi" insondabile. L'Eucarestia è il sacramento - più grande della chiesa - per che l'oggi divino del Riscatto del mondo incontro sempre nostro "oggi" umano di un modo umano, Omelia a Strasburgo, 8.10.1988.

" Nel sacramento del Corpo e del Sangue posto sul tavolo dell'altare, Cristo offre di nuovo il suo Corpo ed il suo Sangue per noi affinché sulla miseria della nostra realtà di peccatori si sparga ancora una volta il fiotto purificatore della misericordia divina e nella fragilità della nostra carne mortale sia posta il germe della vita immortale, Corpus domini, 2.6.1983.

" Nell'Eucarestia il Riscatto è rivissuto difatti in modo actuelle : il Sacrificio del Cristo, diventa il Sacrificio della chiesa, producendo nell'umanità di oggi i suoi frutti di riconciliazione e di saluto.

" Quando il prete pronuncia, al nome e nella persona del Cristo, le parole,: Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi ", non afferma solamente la presenza del Corpo del Cristo; Esprime anche il S ha c r i f i c e con che Gesù ha dato la sua vita per il saluto di tutti. Era ciò che il Cristo ha voluto dire fondando l'Eucarestia.

"...Così, nella consacrazione del pane e del vino, il Sacrificio redentore è reso ora. Per la mediazione del prete, Cristo si offre in modo misteriosa, presentando al Padre il dono della sua propria vita, fatta nel suo tempo sulla Croce. Nell'Eucarestia non c'è solamente un s oh u v e n i r del Sacrificio offerto una volta per tutto sul Calvario. Questo sacrificio ridiviene attuale rinnovandosi in modo sacramentale in ogni comunità che l'offre per le mani del Ministro dedicato.

" È vero che il Sacrificio del Calvario è bastato per ottenere all'umanità tutte le grazie del saluto; il sacrificio non fa che raccogliere i frutti. Ma Cristo ha voluto che la sua offerta fosse resa continuamente presente per associarsi la comunità cristiana. In ogni Eucarestia la chiesa si imbarca nel sacrificio del suo Signore ed i cristiani sono chiamati ad unire al suo la loro offerta personale. L'Eucarestia è simultaneamente Sacrificio del Cristo e Sacrificio della chiesa, in lui il Cristo unisce dunque la chiesa alla sua Offerta (Pubblico generale, 1.6.1983,) )

" Le parole che fondano l'Eucarestia anticipano non solo ciò che sarà realizzato nel seguente giorno, ma anche sottolineano espressamente che una tale realizzazione possiede il senso e la portata del sacrificio adesso. Difatti, "Il corpo è dato... ed il sangue ve è versato per..." ( Lettere ai preti, giovedì santo., 13.4.1987.

Il sacramento costituisce il segno duraturo della presenza del suo Corpo dato alla morte e del suo Sangue versato "in remissione dei peccati", allo stesso tempo, ogni volta che è celebrato rende il sacrificio salvifico del redentore del mondo" ora... ( Pubblico generale., 13.7.1988.

" L'Eucarestia è il Sacramento di questo Sacrificio. È il Sacramento del riscatto eterno nel Corpo e nel Sangue di Cristo..." ( A Piacenza, 5.6.1988 - Cf. ai delegati per il Congresso Eucharistique., 11.3.1988; in Uruguay, 7.5.1988; Omelia in Coena Domini, 16.4.1987.

( Cf. : Concilio di Trento, D-S 1740-42, 1744, 1751, 1753, 1755, 1764,,; Gazza IV, id. 1866; S. Gazza V, id 1945,; Benoît XIV, id. 2535; Léon XIII, id. 3316; Gazza XII, id. 3847; Concilio Vaticano II, La Santa Liturgia, 6, 47, 106, 108,; La chiesa, 11,; L'attività missionaria della chiesa; La chiesa nel mondo di questo tempo, 22,; Gazza XII, Plettro Dei, 55-57.

 

KIKO

 

Nei suoi catéchèses, la dottrina della chiesa sul Sacrificio Eucharistique non sembra avere nessuna risonanza: tutto è travestito, confusi, reso incomprensibile. Così :

·	La Messa sarebbe un sacramento di passaggio di Gesù Christ della morte alla risurrezione (Orientamenti, p 305,; o della morte alla vita, non della vita alla morte, come comporta veramente un immolazione, secondo la fede cattolica. Dunque", l'Eucarestia è una proclamazione, un kérygme della Risurrezione di Gesù Christ della morte (id)., p. 307, in opposizione con tutto questo che S. Paul scrive: ogni volta..., annunciate la morte del Signore (1Co. 11,23-26. Questo perché in virtù solamente - per i meriti - di questo morte Gesù ha soddisfatto la giustizia del Padre ed egli ha ricomprato il mondo. La gloria della sua risurrezione e della nostra è il f r u i t di una tale soddisfazione, o di una morte che ha un valore di sacrificio di espiazione "...

·	Justement perché nega di accettare la tragedia del Calvario come offerta insanguinata "o" Sacrificio celebrato per acquietare la collera" di Dio offeso dal peccato, Kiko, dopo Lutero definiscono la Messa come sacrificio di lode, una lode completa di comunione con Dio attraverso la Pasqua del Signore (id)., p. 322. Cf. D-S 1743, 1753, )

·	Le Papa insegna precisamente il c oh n t r ha i r e: Rinnovando in modo sacramentale il Sacrificio redentore, l'Eucarestia tende ad applicare agli uomini di oggi la riconciliazione ottenuta da sempre una volta per tutte per il Cristo per l'umanità (.). Ogni consacrazione eucharistique ottiene un effetto di remissione dei peccati per il mondo e contribuisca così alla riconciliazione dell'umanità peccatrice con Dio.

" Il sacrificio offerto nell'eucarestia non è un semplice sacrificio semplice di lode difatti: è un sacrificio espiatorio o "propiziatorio", siccome l'ha dichiarato il Concilio di Trento (D-S 1753), perché ne si rinnova Il Sacrificio stesso della Croce in che il Cristo ha espiato per tutti e ha meritato il perdono degli errori dell'umanità. Quelli che partecipano al Sacrificio Eucharistique ricevono una grazia speciale di perdono e di riconciliazione... ( Pubblico generale, 15.5.1983.

·	Bref, per kiko,: non c'è sacrificio nell'eucarestia..."; per ciò si biasima il credente che vede il Calvario (id) nella Messa.).

·	Et ancora: nell'eucarestia egli non ci nessuna offerta..." ( id., p. 328 )

Dovremo riprendere l'argomento per una visione più completa della teologia di Kiko sul mistero eucharistique.

 

 

					 X

 

L'EUCARESTIA - PRESENZA REALE E CULTO

 

IL PAPA

 

L'ortodossia innanzitutto :

Il Papa esorta a mettere innanzitutto in evidenza le basi del dottrina eucharistique, soprattutto siccome è stata ricevuta, meditata e vissuta, senza interruzione, a partire dagli Apostoli, dei Martiri, dei Padri della chiesa, della Cristianità medievale, dei Concili, della pietà moderna, delle ricerche legittimi della nostra epoca ". I Pastori ed i teologi dei Congressi dovranno trasmettere ciò che hanno loro stessi ricevei...". " Innanzitutto (...) un tale Congresso sarà quello della contemplazione del "Mistero di fede" dunque, di quello dell'adorazione..." ( Lettera al cardinale Knox, 1.1.1979, per il Congresso Eucharistique International di Pesanti.

- " L'Eucarestia è il vero mistero della fede. L'Eucarestia è la nostra Sorgente di speranza per l'avvenire: il successo del nostro ministero è collegato a Lei; il benessere del popolo di Dio dipende da lei; L'Eucarestia e la Penitenza sono i grandi tesori della chiesa di Dio, Ai Vescovi indiani, 26.4.1979.

" Bisogna fare comprendere ai fedeli che l'Eucarestia è il Centro della chiesa e del mondo (...). Il Colmo dell'evangelizzazione si realizza nell'Eucarestia; in lei è raggiunta difatti la piena identificazione dell'uomo col Cristo..." ( Ai Vescovi degli Abruzzi e del Molise, 4.12.1981.

b, La presenza,

- Nel tabernacolo il Nostro Signore Gesù Christ è realmente e veramente presente, nascosto sotto le specie sacramentali, e di là restaura le abitudini, alimenta le virtù, consola gli afflitti, fortifica i deboli e stimoli alla sua imitazione tutti quelli che si avvicina a Lui"... ( A Buenos Aires, 6.4.1987.

- " È realmente presente nell'Eucarestia ed in tutti i tabernacoli delle nostre chiese, Allo Stadio di Montevideo, Uruguay 7.5.1988.

- " Attraverso il Sacramento eucharistique, si può dire veramente, stesso in modo molto misteriosa che Dio h ha b i t e nel suo tempio. E nel suo tempio, nel Tabernacolo, possiamo sempre incontrarlo e possiamo contemplare al di là del velo degli specie eucharistiques, trovando consolazione nelle sofferenze, illuminazione nei dubbi e nelle incertezze, ispirazione per le notizie iniziative di carità (Verona, ai preti e religiosi, 16.4.1988.

- " Amata Gesù presente nell'Eucarestia. Egli l'est in modo sacrificale nella santa Messa che rinnova il Sacrificio della Croce (...) . Viene in noi nella santa comunione e rimane nei Tabernacoli delle nostre chiese, Ai ragazzi, 8.11.1978, ora.

- Di là conseguo il dovere di un'osservanza giusta delle regole liturgiche e di tutto questo di cui manifestano il culto comunitario reso a Dio stesso, molto più perché, in questo Segno sacramentale, si affida a noi con una fiducia illimitata, come se non prendeva in considerazione la nostra debolezza umana, la nostra indegnità, le abitudini, la "routine" o anche la possibilità di oltraggio, eccetera"... ( Lettera enciclica Redemptor hominis, 4.3.1979, n. 20. - Cf. Pubblici generali, 24.7.1988; Congresso Eucharistique di Nazareth, 12.6.1988, )

( Cf. : Urbano IV, D-S 846,; Clément VI, id. 1257; Concilio di Firenze, id. 1321; Concilio di Trento, id. 1637, 1640-1, 1651, 1653, 1729, 1733,; Gazza IV, 1866,; Benoît XIV, id. 2535.

c, Transustanziazione,

- " Nel contesto della società agnostica nella quale viviamo, dolorosamente edonistico e permissiva, è essenziale di approfondire la dottrina che riguarda l'augusto Mistero dell'Eucarestia in modo da acquistare e mantenere intera la certezza a proposito della natura e dello scopo del Sacramento che si può dire precisamente il centro del messaggio cristiano e della vita della chiesa. L'Eucarestia è il mistero dei misteri; dunque, la sua accettazione significa accogliere totalmente il passaggio del Cristo e della chiesa, dei prémices della fede fino alla dottrina del Riscatto, dell'idea del Sacrificio e del Sacerdozio dedicato, al dogma della "transustanziazione", al valore della legislazione in materia liturgica.

La certezza è oggi innanzitutto necessaria, per riportare l'Eucarestia ed il Sacerdozio al loro esatto posto centrale, per valutare al loro giusto misura la santa Messa e la Comunione, per tornare al pedagogia eucharistique, sorgente delle vocazioni sacerdotali e religiose, e costringi interiore per praticare le virtù cristiane."

" Oggi è tempo di riflettere, di meditare e di pregare per rendere ai cristiani il senso dell'adorazione ed il fervore: solamente nell'Eucarestia profondamente conosciuta, molto amata e vissuta può aspettarsi questa unità nella verità e nella carità voluta dal Cristo e diffusa dal Concilio Vaticano II, Ai pellegrinaggi di Milano e di Alessandria, 14.11.1981.

( Cf. : Innocente III, D-S 782,; Concilio del Latran IV, id. 802; Concilio di Lione II, id. 860; Concilio di Firenze, id. 1352; Concilio di Trento, id. 1642, 1652,; Gazza IV, id. 1866; Benoît XIV, id. 2535; Gazza VI, id. 2629; Gazza XII, id. 3848; Paul VI, Profess. Fidei; Eucharisticum Mysterium, 3/f.

d, Adorazione ed atti particolari di culto

- Vi esprimo il v.u che il vostro esempio attira molte anime all'adorazione di Gesù presente sull'altare per essere il conforto e la speranza a quelli che si affida in Lui e mi stringo contro Lui con fede e con amore, guardando a Lui come all'Emanuele, il Dio con noi"... ( All'associazione degli adoratori del S. Sacramento, 22.4.1989.

- " È necessario ed urgente svegliare e coltivare nei fedeli la venerazione di questo Sacramento ineffabile, la sua celebrazione nel Sacrificio della Messa ed il suo approccio frequente con la preparazione che gli è dovuta (Montevideo). ai religiosi, 31.3.1982.

- " Adoriamo e riconosciamo questa presenza del Cristo sotto le specie del pane e del vano che è conservato nel Tabernacolo per permettere ai cristiani di venire a pregare il Signore, contemplandolo nel suo santo Sacramento, durante il corso delle giornate, ed anche affinché si possa portare la Comunione ai malati ed ai morente.

" Rendiamo un culto pubblico all'Eucarestia, quando è celebrata, durante un Congresso eucharistique o in occasione del Corpus Domini. Questa presenza reale tra noi nella celebrazione dell'Eucarestia, e sempre in relazione con lei, è per noi cristiani uno dei segni dell'Emanuele, Dio-con-noi, come l'Israele chiamava il Messia futuro..." ( Omelia alla chiusura del congresso eucharistique di Haiti, 9.3.1983.

Vi dico, dunque: siate degli adoratori convinti dell'Eucarestia nel pieno rispetto delle regole liturgiche, in un culto serio e compreso che non toglie niente alla familiarità ed alla tenerezza"... ( All'opus Dei, 19.8.1979.

" In verità, poiché il Mistero Eucharistique è stato fondato dall'amore, è degno di azione di grazia e di culto. E questo culto deve distinguersi nel nostro incontro col molto santo Sacramento, o quando visitiamo le nostre chiese, o quando le sante specie sono portate e sono amministrate ai malati.

" L'adorazione del Cristo in questo Sacramento di amore deve trovare poi la sua espressione in differenti forme di devozione: preghiere personali davanti al Molto santo, ore di adorazione, brevi esposizioni, compleanni prolungati, quaranta ore, benedizioni eucharistiques, processioni eucharistiques, congresso eucharistiques,.

" La solennità del "Corpo e del Sangue del Cristo" merita un richiamo speciale come atto di culto pubblico reso al Cristo presente nell'eucarestia, voluto del mio predecessore Urbano IV in memoria dell'istituzione di questo grande Mistero.

" Tutto questo corrisponde dunque già ai principi generali ed alle regole particolari esistenti dai tempi, ma formulate di nuovo durante o dopo il Concilio Vaticano II, Paul VI, Mysterium Fidei, AAS 57, 1965, pp,. 753-774; Consacrato Congregazione dei riti, Eucharisticum Mysterium, AAS 59, 1967, pp,. 539-573; Rituale Momanum. Di Consacrò communione e di cultu Mysterii eucharisticiti extra Missam, ed. typica, 1973.

L'animazione e l'approfondimento del culto eucharistique sono una prova del rinnovo autentico che il Concilio si è fissato come scopo, ed essi sono il punto centrale"....

" Gesù c'aspetta in questo sacramento dell'amore. Non risparmiamo il nostro tempo per andare ad incontrarlo nell'adorazione, nella contemplazione piena di fede e pronta a riparare i grandi errori ed i reati del mondo.

Non cessiamo mai la nostra adorazione"... ( Lettera. Dominicae Cenae, 3, )

" Il culto eucharistique è il centro e la fine di tutta la vita sacramentale, L'attività missionaria della chiesa, 9, 13,; PO N. 5. " Su noi tutti che sono per la grazia di Dio ministri dell'Eucarestia, abbiamo in particolare la pesante responsabilità delle idee e degli atteggiamenti dei nostri fratelli e s.urs, confidati alla nostra cura pastorale. La nostra vocazione è di accesso quella di suscitare per l'esempio personale, ogni manifestazione sana del culto verso il Cristo presente ed agendo in questo sacramento di amore. Dio ci preserva di agire differentemente, di indebolire questo culto, "déshabitués" delle differenti manifestazioni e forme di culto eucharistique in che si esprime forse una "tradizionale" ma sana pietà, e soprattutto questo "senso della fede" che tutto lo popolo di Dio possiedo, siccome l'ha ricordato il Concilio il Vaticano II, La chiesa, 12.

"... Vorrei chiedere perdono - nel mio nome ed in quello di voi tutti, fratelli venerati e cari nell'episcopato - per tutto questo che, per qualsiasi motivo e per qualsiasi debolezza umana, impazienza, negligenza, al seguito anche dell'applicazione talvolta parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, potuto suscitare scandalo ed imbarazzo a proposito dell'interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta a questo grande Sacramento.

" Ed io prego il Signore Gesù affinché nell'avvenire ciò sia evitato, nel nostro modo di trattare questo Mistero sacro, ciò che può indebolire o disorientare in modo qualsiasi il senso di riverenza e di amore nei nostri fedeli (id)., 12.

"...Desidero ricordare in questo momento un'importante verità enunciata del Concilio Vaticano II alla vostra attenzione, questo essere-a-dire: La vita spirituale non si ridursi tuttavia alla partecipazione alla liturgia, La Santa Liturgia, 12. E questo è perché vi incoraggio perché all'altri esercizi di devozione avete conservato affettuosamente specialmente durante i secoli quelli che riguarda il santo Sacramento (...).

" La visita al Molto Santo Sacramento - che è diffuso così in Irlanda e che fa talmente parte della vostra pietà come i vostri pellegrinaggi al Knoch - è un grande tesoro della fede cattolica; nutre l'amore sociale ed offra la possibilità di adorare e di ringraziare, di riparare e di supplicare.

La benedizione del Molto Santo Sacramento, le Ore sante ed i processioni eucharistiques sono altrettanti elementi preziosi della vostra eredità, in pieno accordo con gli insegnamenti di Vaticano II"....

" L'Eucarestia, nella Messa ed all'infuori della Messa, è il Corpo ed il Sangue di Gesù Christ, ed egli merita dunque l'adorazione che se lo rende al Dio vivente a solo, Cf. Paul VI, Mysterium fidei, n. 5; il discorso del 15.6.78. Così ogni atto di riverenza, ogni genuflessione che fate davanti al Molto Santo Sacramento è importante perché è un atto di fede in Gesù Christ, un atto di amore per il Cristo...( A Dublino, 29.9.1979.

( Cf. Concilio di Trento, D-S 1643s, 1656,; Gazza XII, Plettro dei, 107-115,; Paul VI, Mysterium fidei, 31-41.

 

e, Festa e processione del "Corpus Domini"

"... Nel corso dei secoli si è rivelato che questo giorno più adatto (giovedì santo), solo, non basta.... " Non possiamo dire poi dell'Eucarestia tutto questo di cui i nostri c.urs sono riempiti. Questo è perché, nel Medioevo, e precisamente da 1264, il bisogno dell'adorazione liturgica e pubblica insieme del Molto Santo Sacramento ha trovato la sua espressione in una solennità a parte, quella del Corpus Domini"), Pubblico generale 13.6.1979.

" Il processione eucharistique è l'immagine del pellegrinaggio del popolo di Dio. Seguiamo il Cristo che è il pastore delle anime immortali..." " Camminiamo cantando ed adorando il Mistero. E noi sappiamo che egli non ci non di parole capaci di esprimerlo di un modo adeguato e di adorarlo..." ( Corpus Domini, 25.5.1989.

" E siccome sembra logico e naturale che i cristiani, durante il corso della loro storia, abbiano sentito il bisogno di esprimere anche la gioia e la gratitudine all'esterno per la realtà di uno se grande dono.

" Hanno tuttavia consapevolezza per il fatto che la celebrazione di questo divino mistero non poteva ridursisi tra i muri di un tempio, tanto ampio ed artistico fu egli; ma che bisognava caderlo sulle strade del mondo, perché Quello che le specie fragili dell'ostia velavano era venuto proprio sulla terra per essere la vita del mondo (Jn). 6,51.

Così nacque la processione del Corpus Domini, che la chiesa celebre da parecchi secoli adesso in particolare con una completa solennità e gioia"... ( Omelia del Corpus Domini, 2.6.1983.

f, Rispetto della norma liturgica

"... Celebrerete l'Eucarestia e, soprattutto, la Pasqua, con una vera pietà, con una grande dignità, con amore per i riti liturgici della chiesa, con l'osservanza esatta delle regole stabilite dalle autorità competenti, Ai Néocatéchumènes, 10.2.1983.

"...( Il prete, non può considerarsi come "proprietario" che dispone liberamente del testo liturgico e del rito consacrato come suo molto particolare, in modo da dargli un stile personale ed arbitrario. Ciò può sembrare di grande effetto talvolta, ciò può corrispondere anche anche grandemente ad una pietà soggettiva, è tuttavia obiettivamente sempre un tradimento di questa unione che soprattutto nel Sacramento dell'unità deve trovare la sua propria espressione.

" Ogni prete che offre il santo Sacrificio non è solamente con la sua comunità a pregare, ma prega tutta la chiesa, esprimendo così, anche con l'uso del testo liturgico approvato, la sua unità spirituale in questo sacramento. Se qualcuno volesse chiamare un tale posizione "uniformisme", ciò non farebbe solamente che provare l' i g n oh r ha n c e delle esigenze obiettive dell'unità autentica e sarebbe un sintomo di individualismo nocivo, Dominicae Cenae, 12.

( Gazza XII, Plettro dei, 32-52,; Concilio Vaticano II, La Santa Liturgia, 22.23; Consacrato Congregazione dei Riti, Eucharisticum mysterium, 45.

g, Necessità della penitenza prima della Comunione

" Dignità, purezza ed innocenza sono i principali doni raccomandati da S. Paul alle prime Comunità di Corinto (...). Un catéchèse sacramentale fondato non deve trascurare un dovere così importante.

" Come lo sapete bene, la teoria secondo la quale l'Eucarestia scuserebbe il peccato mortale, senza che il peccatore ricorra al sacramento della Penitenza, non è conciliabile con l'insegnamento della chiesa. È vero che il Sacrificio della Messa del quale viene alla chiesa ogni grazia, ottiene al peccatore il regalo della conversione senza che il perdono non è possibile; ma questo non significa di fatto che quelli che hanno commesso il peccato mortale possono avvicinarsi al comunione eucharistique senza essere si in primo riconciliato con Dio per il ministero sacerdotale.." ( Ai preti, 4.12.1981. Cf. Dominicae Canaem n. 11.

( Cf. Concilio di Trento, D-S 1646-7, 1661,; Léon X, Exsurge, Domina!, id. 1465; Codice di diritto Cannone, c. 916 )

 

KIKO

 

A, Sacrificio eucharistique

Kiko è coerente: avendo negato alla morte del Cristo il carattere e l'efficacia propria di un "sacrificio di espiazione", nega di accettare nella Messa un vero "sacrificio":

- per lui non c'è chiesa né ha u t e l: Noi altri cristiani, non dice: "noi cattolici"), non abbiamo altare perché l'unica pietra santa, è il Cristo, Pierre angolare. Questo è perché possiamo celebrare l'Eucarestia su un t ha b l ed e noi possiamo celebrare su un posto, nei campi, là dove ciò ci piace. Non abbiamo luogo dove bisognerebbe celebrare esclusivamente il culto". (Orientamenti, p. 56.

- Poi passa alla filippica pseudo-storica ed apertamente eretica: ". Questo è perché quando, più tardi al Medioevo, si mise a discutere del "sacrificio", al fondo si discuteva di cose che non esistevano nell'Eucarestia primitiva. Perché un "sacrificio" nella religione, è "osso sacro facere", fare il sacro, mettersi in contatto con la divinità per il mezzo di sacrifici crudeli. In questo senso, non c'è sacrificio nell'Eucarestia (.). Ma, a questa epoca, l'idea di sacrificio non è compresa così, come sacrificio di lode secondo Kiko). Ciò che si vede nella Messa questo è che qualcuno si sacrifica, vale a dire il Cristo. Nell'Eucarestia, si vede solamente il sacrificio della croce di Gesù Christ. E se oggi chiedete qualche cosa alle persone a questo argomento, vi diranno che nella Messa vedono il calvario"., id. p. 322.

- In sostanza - come l'abbiamo riportato" già - nell'Eucarestia non c'è nessuna offerta"., id. p. 328.

- La Messa è un resto del culto reso dai pagani ai loro dei. Culto che la chiesa favorisce con la celebrazione del "sacrificio eucharistique", tipico di un cristianesimo vissuto (...) nella religiosità naturale ", o pagana. Adesso è il momento di uscire della religione per entrare nella fede. E che ciò è che la fede? Un incontro con Gesù Cristo risorto"., id. p. 60-61. Si verifica che ciò arriva per la nazione ebraica: Dio non distrusse la sua religiosità naturale, ma (...) riga con purificandoglielo. soprattutto nell'esilio dove purifica i suoi riti sacrificali. (..). Dio non comincia rifiutando i sacrifici di capre e di mucche, ma è partito da là per condurre il suo popolo ad una liturgia ed ad una spiritualità più pura. Ha sublimato poco a poco questi sacrifici crudeli, così che, quando presentati Gesù Christ, la spiritualità ebraica non è più fondata sui sacrifici di mucche e di tori, ma fondamentalmente sul Pasqua ebraica ebraico che è una festa celebrata al livello familiare che è un sacrificio di lode ed un'oblazione. La stessa cosa si è prodursi nella chiesa"., id. p. 60-61 )

Kiko finto di ignorare che, cessando che i sacrifici della vecchia Legge, adesso resa inutili, Cristo, Sovrano Pontefice, si è sacrificato sé sull'altare della Croce, ed egli ha voluto che la sua Offerta stringe sr perpetuo - unica, perfetta ed unico - nel liturgia eucharistique celebrato dai "ministri" della Nuova Alleanza, partecipanti del suo sacerdozio. Tutto è riassunto in modo incomparabile nella lettera agli ebrei (cc). 7-10.

Jean Paul II non potrebbe rallegrarsi certamente di leggere nei catéchèses di Kiko un commento fedele del suo magistère.

B, Presenza reale,

- Kiko non la nega, ma lo sente al suo modo, rifiutando tuttavia sempre la dottrina della chiesa, avendo la sua risposta nella più ortodossa teologia cattolica.

Secondo lui", la chiesa primitiva non ha avuto mai problema intorno alla presenza reale..." ( id. p. 326. " Ma la cosa importante non è la presenza di Gesù Christ" dunque., id. p 325. Di quale presenza occorre parlare? Di una presenza sacramentale, reale, autentica, un memoriale. Come il Pasqua ebraica può realizzarsi se non c'è il braccio potente di Yahvé che tira fuori dal Égypte ? Con Gesù Christ è la stessa cosa. Il memoriale che ci lascia è il suo Spirito risorto, fa vita per portare al Padre tutti quelli che célèbrent il Cène con Lui. La chiesa primitiva non ha problema a proposito di questo p r é s e n c e (id). p.326.

- Segue che il "pane", il "vino" sarebbe solamente "segni" o "simboli" di una tale presenza. E tutto ciò che si è detto nel mondo cattolico per spiegare il presenza eucharistique in riferimento al "pane" dedicato ha allora non nessuno valore: ". E quando adesso non si comprende più questa presenza della Pasqua, di questo sacramento che si vuole spiegare filosoficamente (... ) che si comincia dei dibattimenti su come è presente, con gli occhi o senza gli occhi, tutte queste spiegazioni partono fisicamente, ecc. da un punto di partenza falsa che consiste in volere spiegare razionalmente qualche cosa di differente"., id. p. 326.

- Sempre secondo Kiko", il pane ed il vino, in quanto segni, aiutano e preparano a ricevere l'azione di Dio ", a mettersi nella disponibilità necessaria affinché il sacramento si realizza"., id. p. 327. Inutile dunque di analizzare questi elementi, riportandoli alla loro "benzina" che, secondo il dogma cattolico, si converte interamente nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo... Proprio ciò che Kiko rimprovera ai teologi, prima di e dopo il Concilio di Trento. E è per ciò che, secondo lui, Lutero non merita di essere condannato per avere negato la parola del t r ha n s s u b s t ha n t i ha t i si che è una parola filosofica per spiegare il mistero..." ( id. p. 325.

- Dunque, il presenza eucharistique fa astrazione del prodigio del t r ha n s s u b s t ha n t i ha t gli oh n, materia di fede, secondo la definizione solenne del Concilio di Trento confermata dagli atti differenti del Magistère fino a Jean Paul II. Kiko, è fondamentalmente di accordo col protestante: Ad un certo momento, per esempio, è stato necessario insistere contro essi protestanti sulla presenza reale. Ma una volta che questo non è più necessario, non è più bisogno di insistere. Perché questo momento storico è passato"., id. p.333-4.

Kiko non sopporta che nel passato l'Eucarestia sia stata vista quasi esclusivamente del punto di vista del Sacrificio così che abbiamo chiamato l'Eucarestia: il sacrificio della Messa.

"...Oggi tutta la ricerca rinnovatrice sta scoprendo il centro del sacramento, ed adesso si vede l'Eucarestia come il Memoriale della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Christ, come la celebrazione del mistero di Pasqua ebraica di Gesù Christ. Il fatto di avere scoperto il centro, il nocciolo del sacramento dell'Eucarestia, vale a dire dello avere escluso, secondo egli, " sacrifice espiatorio "e" transustanziazione) fa che gli altri aspetti sono illuminati, in modo tale che le liti coi protestanti stanno sparendo, perché andando al centro, all'essenziale, noi va a congiungerci (id). p. 162.

Tuttavia, citando Congar e Rahner, Kiko è convinto che nell'avvenire della chiesa non ci saranno più i protestanti e quelli che non è protestante; ci sarà un nuovo schisme : quelli che è per il Concilio e quelli che è contro il Concilio. Questo è profetico, perché ne siamo là. Siamo più vicini di molto protestanti che alcuni della chiesa che vogliono colpirci ed ucciderci. Oggi lo scisma viene di quelli che non accetta il Concilio e che disent : ma quale Concilio? Quello di Trento? Quell'era un Concilio! ". Ed essi credono che il Concilio Vaticano II è solamente un seguito di stupidità, sic che fanno colare la chiesa; e dall'altro lato, c'è quelli che segue il Papa ed il Concilio che hanno dit : rinnovazione per la chiesa, con tutto ciò che ciò significa"., id. p. 349.

- Respinga il Concilio di Trento - di carattere dogmatico, definitivo, irréformable! - Kiko, il mistificatore temerario, i m ha g i n ed un Papa, Jean Paul II, ed un Concilio, Vaticano II che, restati fedeli alla dottrina di Trento, hanno continuato ad insegnare t oh u t il c oh n t r ha i r e di ciò che insinua. Per Jean Paul II l'abbiamo documentato luminosamente. In quanto al Concilio, cf. La chiesa, 10, 11, 25, 28, 34,; La Santa Liturgia, 48,; Il ministero e la vita dei preti, 2, 5, 13, 14,.

- Negata, il T r ha n s s u b s t ha n t i ha t gli oh n e ridotta, la Messa ad un banchetto di festa di celebrazione della Pasqua, la caduta dei frammenti non deve preoccupare nessuno: Non è domanda di briciole o cosa di questo genere..." ( id. p. 329 )

- Di che cosa tratta dunque? " È domanda di un sacramento, di un'assemblea"., id.). Esatto, secondo Kiko : Si in effetti in nessun caso un rito individuale. Gli ebraici non possono fare il Pasqua ebraica se il gruppo familiare non comprende almeno undici persone. Perché il sacramento non è solamente il pane ed il vino, ma anche l'assemblée : la chiesa intera che proclama l'Eucarestia. Non c'è senza Eucarestia assemblea. È un'assemblea intera quella che celebre il festeggio dell'Eucarestia. Perché l'Eucarestia è l'esultanza dell'assemblea umana nella comunione (.). È di questa assemblea che spunta l'Eucarestia"., id. p. 317.

- Ora, è certo che secondo Jean Paul II, in virtù della transustanziazione, Gesù è sostanzialmente presente in tutta l'ostia ed in ciascuna delle sue parti (cf). Concilio di Trento, D-S 1641, 1653, anche il Concilio di Trento, id. 1321. Il Papa non è meno certo che come - dopo una tradizione millenaria - si deve continuare a crederlo: la Messa è sempre un atto del Cristo e della sua Chiesa, stesso quando non è possibile che assistano i fedeli..." ( Concilio Vaticano II, Il ministero e la vita dei preti, 13. Cf. La Santa Liturgia, 26-7,; Paul VI, Mysterium fidei, 15, tanto Gazza XII, Plettro Dei, 68-69.

- In conclusione, negata, una presenza eucharistique derivato della "transustanziazione", Kiko può ridere solamente della ricerca teologica che si è interessato sempre durante i secoli: Immaginate che adesso, coi problemi della filosofia, ciò comincia a diventare un'ossessione di sapere se il Cristo è presente nel pane e nel vino e come. Potrei mostrarvi delle discussioni teologiche su questo problema che fanno ridere"., id. p. 329.

Jean Paul II, al contrario, piangerebbe, se fosse informato su tutto questo: è stato tradito indegnamente dal del Fondatore dello Strada Néocatéchuménal.

C, Culto eucharistique,

A questo riguardo, Kiko è logico fino nelle conseguenze più estreme, ed egli si abbandona ad un giro in travelling di storie contro il magistère del Papa, rivelando indirettamente tutto ciò che arriva in seno alle sue "comunità", colpevole di avere offeso - aldilà al dogma - il pietà eucharistique il più tenero e radicata del popolo, preceduto dagli esempi di centinaia di migliaia di Santi di tutte le epoche,: Cominciano allora le grandi esposizioni del Santo Sacramento che non esistevano prima di ciò (.). Il pane ed il vino sono fatti per essere mangiati ed autobus.

" Dico sempre ai Sacramentins che hanno costruito un tabernacolo immense : così Gesù Christ aveva voluto l'Eucarestia per tenersi là, si sarebbe fatto in una pietra" ora., id. p. 329. Ma, si chiede: chi che osa decretare contro il Magistère è Kiko, gli scritti, i riti, le esperienze della chiesa Cattolica?... Perché non va a confidare le sue convinzioni al Papa che ha mostrato che pensava il contrario?

È di questa epoca che data la festa del Corpo del Cristo, le esposizioni solenni del Santo Sacramento, le messe sempre più private, le visite al Santo Sacramento e tutti i devozioni eucharistiques"... ( id. p. 330.

" Come una cosa separata, e falsa, della celebrazione, comincia i famosi devozioni eucharistiques : l'adorazione, le genuflessioni durante la messa ad ogni momento, l'elevazione affinché tutto adorano. Al Medioevo, all'elevazione, si suonava le campane e quelli che erano nei campi potevano adorare il Santo Sacrement.." ( id. p. 331.

Tuttavia, il Papa, a Dublino, il 29 settembre 1979 ha ricordato a tutti: L'Eucarestia, nella Messa ed all'infuori della Messa, sono il corpo ed il sangue di Gesù Christ, ed egli merita dunque l'adorazione che si rende al Dio vivente, ed a lui solo...".

- " Al XVIIIe secolo. continua Kiko. con l'industrializzazione, non ci sono oramai più di festa e le persone che sono molto religiose, partecipano ecc. al loro modo con le ore sante, dei Via Crucis, "... p 331.

E qui, di nuovo, col "suo Concilio Vaticano II" interpretato come il principio verso una visione. cuménique del Cristianesimo in che un giorno sparirà tutte le differenze tra Cattolici, protestanti ed orientali: La rinnovazione del Concilio Vaticano II va a portare la chiesa ad una gloria indescrivibile e riempirà di stupore e di ammirazione gli orientali ed i protestante. Tutti insieme ci siederemo sulla pietra angolare, sulla roccia dove non esistono più le divisioni. Il Concilio è. cuménique..." ( id. p. 333.

Tuttavia, Vaticano II ha dichiarato che la vita spirituale (...) non esaurirti solamente nella partecipazione alla Liturgia, La Santa Liturgia, 12. Favorisce bene i devoti più esercizi del popolo cristiano...a che riconosce anche una dignità speciale"... ( id. 13. Cf. Gazza XII, Meciator Dei, 107-110.

Kiko tuttavia, tradendosi ingenuamente, ma senza dire l'ha dichiarato espressamente essere "cristiano" (?), ma c non ha t h oh l i q u e della "cattolicità" propria della chiesa romana, fondata su Pierre e presieduta oggi per Jean Paul II; proprio la chiesa di Vaticano II che oppone falsamente al Concilio di Trento...

 

					 XI

 

		 sacramento Di La Penitenza

IL PAPA

 

A, Nozione

 

" Il sacramento della penitenza è la via ordinaria e necessaria per tutti quelli che, dopo il battesimo, sono caduti nei peccati gravi. La sua portata non si limita tuttavia solamente a cancellare i peccati degli uomini mi pentii, ma è anche una manifestazione della bontà misericordiosa di Dio e della sua gloria..." ( Ai Vescovi degli Abruzzi e Molise, 4.12.1981.

- "...Grande sacramento dell'amore di Dio (...). Ogni volta che riceviamo il sacramento della Penitenza o della Riconciliazione, riceviamo il perdono del Cristo, e noi sappiamo che questo perdono viene attraverso i meriti della sua morte..." ( A Dublino, 29.9.1979.

B, Istituzione,

" Gli stessi Apostoli - in unione stretta con la Pasqua del Cristo - sono stati muniti dell'autorità di rimettere i peccati. Perciò il Cristo possedeva naturalmente questa autorità, Mt. 9,6. Lo stesso potere lo trasmette agli Apostoli dopo la Risurrezione quando soffiò su essi e dice: "Ricevete lo spirito Santo", Jn. 20,22s. Rimettere i peccati significa rendere positivamente all'uomo la partecipazione alla vita che è il Cristo (Pubblico generale, 13.7.1988,).

" Come prima di lui aveva dato la facoltà di celebrare l'Eucarestia, o di rinnovare in modo sacramentale il suo proprio Sacrificio pasquale, la seconda volta diede loro così la facoltà di rimettere i peccati, Ai preti, 27.3.1983.

" Il sacramento della Penitenza (...) è (...) una specie di azione giudiziale; ma questa si svolge vicino ad un tribunale di misericordia, più di pressione e di giustizia rigorosa..." ( Angelus, 9.3.1986.

C, Sacramento amministrato solamente dal "prete,"

Prete ed Ostia nell'eucarestia, deve essere vittima e deve scommettere anche di risurrezione quando ascolta le confessioni sacramentali".... Per l'imposizione delle mani da parte del vescovo ordinario, ogni presbytre è dedicato e totalmente offerto al suo ministero per le anime che gli sono confidate"... ( Ai prelati della Penitenza Apostolica, 31.3.1990.

" Per la volontà del Cristo (...) il prete è il ministro della riconciliazione (...). Il prete ha ereditato degli Apostoli il dovere nobile di riconciliare gli uomini con Dio al nome del Cristo. Come Santo Paul, egli anche, in qualità di ambasciatore del Cristo, esorta i cristiani a riconciliarsi con Dio per il sacramento che ha per scopo di accordare il perdono..." ( Angelus, 1.4.1990.

Per il potere della risurrezione del Cristo, per la Croce, realizzo alla chiesa il potere di rimettere i peccati, legato al ministero apostolico esercitato per il vescovo ed i preti"... ( Roma, Parrocchia del Santo Benoît, 14.2.1988.

" Del resto il cristiano sa che per il sacramento della Penitenza, il prete che personifica il Cristo sé, da' la grazia e la sicurezza del perdono di Dio (Civitavecchia). Ai prigionieri, 19.3.1987.

" Oggi abbiamo riscoprito, meglio che nel secolo ultimo, l'aspetto comunitario della penitenza, della preparazione al perdono, e dell'azione di grazia dopo il perdono. Ma il perdono sacramentale chiederà sempre un incontro personale col Cristo crocifigguto attraverso la mediazione del suo ministro..." ( Lettera ai preti, Giovedì santo, 13.3.1986.

Nell'esercizio di questo ministero il prete si identifica col Cristo, agisce nella persona del Cristo e con la forza dello spirito Santo rappresento la chiesa che accoglie il peccatore ed egli lo riconcilio"... ( Ai Vescovi messicani, 1.12.1983.

" Ci ha scelto, noi i suoi preti, per essere i soli a scusare i peccati nel suo nome. Questo ministero è unicamente nostro e è un ministero al quale deve dare precedenza, Ai preti americani, 16.12.1983.

" La pratica di questo Sacramento, in ciò che riguarda la sua celebrazione e la sua forma ha conosciuto un lungo processo di sviluppo, come l'attestano i più vecchi Sacramenti, gli atti di Concili e di Sinodi episcopali, la predicazione dei Padri e l'insegnamento dei Dottori della chiesa.

" Ma a proposito della sostanza del sacramento, è sempre restata solido ed immutata nella coscienza della chiesa la certezza che, per la volontà del Cristo, il perdono è offerto a ciascuno per il mezzo dell'assoluzione sacramentale, dato per i ministri della penitenza; è una certezza riaffermata con tanto vigore speciale per il Concilio di Trento. ( D-S 1668-70, 1701, ed in Vaticano II, La chiesa, 11., Esortazione apostolica, Reconc. E paenit. N. 30.

 

D, Il peccato,

" Fedele alla sua missione (.) la chiesa deve predicare l'esistenza del peccato e del male (.). Già la chiesa dei primi secoli aveva reagito con determinazione davanti all'illusione, da parte di certi, dell'assenza del peccato, siccome l'orologio la prima lettera del Santo Jean: Se diciamo che siamo peccati senza, ci sbagliamo noi stessi e la verità non è in noi, 1 Jn.1,8. Ai Vescovi degli Stati Uniti, 31.5.1988.

"... Attualmente esistono delle correnti di pensiero che relativizzano la nozione di peccato, e di questo fatto svalutano il potere conferito, attraverso l'ordinamento, di scusarlo"... ( Ai preti di Pesanti, 15.8.1983; cf. Reconc. E paenit, 18ss.

E, Struttura del Sacramento

" Per un cristiano, il Sacramento della Penitenza è la via ordinaria per ottenere il perdono e la remissione dei suoi peccati commisi dopo il battesimo (...). Sarebbe insensato dunque, ma anche presuntuosi, di volere fare arbitrariamente astrazione degli strumenti di grazia e di saluto che il Signore ha stabilito e, in questo caso specifico, pretendere ricevere il perdono evitando il Sacramento, istituito dal Cristo per il perdono. Il rinnovo dei riti realizzati dopo il Concilio non autorizza nessuna illusione né alterazione in questa direzione..." ( Reconc. E paenit., 31/I.

" La seconda convinzione riguarda la funzione del Sacramento della Penitenza per quello che ricorre. È, secondo la più vecchia concezione tradizionale, una specie di azione giudiziale; ma questa si svolge vicino ad un tribunale di misericordia, più di pressione e giustizia rigorosa che sono comparabile solamente per analogia ai tribunali umani..." ( id. p 31/II.

" La terza convinzione (...) riguarda le realtà o brille che compongono il segno sacramentale del perdono e della riconciliazione. Alcune di queste realtà sono tuttavia gli atti del penitente, di diversa importanza, ciascuna indispensabile o alla validità, o all'integrità, o alla fruttificazione del segno...

" Una condizione indispensabile è innanzitutto la rettitudine e la limpidezza della coscienza del penitente (...). Il segno sacramentale di questa limpidezza della coscienza è l'atto tradizionalmente chiamato esame di coscienza...

" Ma l'atto essenziale della Penitenza da parte del penitente è la contrizione, o un chiaro e decisivo rinnegamento del peccato commesso con l'intenzione di non tornare commetterlo.

" Si comprende (...) come dai primi tempi del Cristianesimo, in collegialità con gli Apostoli e col Cristo, la chiesa abbia incluso nel segno sacramentale della Penitenza l'accusa dei peccati. Questa appare così importante che dai secoli il nome usuale del Sacramento è stato e è sempre quello di confessione...

" L'altro momento essenziale del Sacramento della Penitenza rialza della competenza questa volta del confessore, giudice e medico, immagine di Dio Père che accoglie e che scuso quello che ritorna: è l'assoluzione...

La soddisfazione è l'atto finale che incorona il segno sacramentale della Penitenza"... ( id. 31/III.

Finalmente: bisogna confermare che niente sia più personale ed intima che questo sacramento in che il peccatore trova la presenza di Dio, col suo errore solo, il suo pentimento e la sua fiducia."

"...Ma, allo stesso tempo, il dimensione s oh c i ha l e di questo Sacramento nella quale si trova la chiesa intera. quella militante, quella del purgatorio e quella gloriosa del Cielo - è incontestabile, perché interviene al soccorso del penitente e l'accolga di nuovo nel suo grembo, era stata offesa molto più che tutta la chiesa e ferita dal suo peccato. Il Prete, ministro della penitenza, appare in forza nel suo ufficio sacro come testimone e rappresentando di un tale ecclésialité. È due aspetto complementare del sacramento: l'individualità e l'ecclésialité..." ( id. 31/IV.

F, Necessità per i peccati mortali e veniali

" Il sacramento della Penitenza (...) è il mezzo indispensabile come disposizione divina - almeno nel desiderio sincero di riceverlo - per il fedele che, essendo caduto in peccato grave, desidera ritornare alla vita da Dio.

" La chiesa tuttavia lungo i secoli, interpretando la volontà del Cristo, ha sempre esortato i credenti ad avvicinarsi frequentemente a questo sacramento (Catechismo del Concilio di Trento) Città del Vaticano, 1946, pp. 239-242, stesso affinché siano scusati solamente i peccati veniali. Una tale evoluzione che rispetta il passato, siccome l'ha detto il mio predecessore Gazza XII, non è arrivata senza l'assistenza dello spirito Santo, cf. Enciclica Mystici Corporis, 87,".

" La remissione del peccato veniale può arrivare certo, anche per altri mezzi sacramentali e si (...). Non si dovrà dimenticare che gli errori veniali possono infliggere delle ferite pericolose al peccatore. Alla luce di questi richiami si comprende siccome è estremamente opportuno che tali peccati siano scusati anche dal sacramento della Penitenza..." ( Pubblico generale, 11.4.1984. Cf. Alla Congregazione Plenaria per i Sacramenti, 17.4.1986; Agli studenti universitari, 18.12.1979; Ai penitenti della Basilica di Roma, 30.1.1981; Pubblico generale, 15.6.1983.

"...Senza perdere di vista la dimensione ecclesiale del Sacramento della Penitenza (...) è importante di fare bene comprendere il senso della confessione individuale; iscrivendosi nella tradizione di servizio della chiesa, è sempre necessaria per il perdono dei peccati gravi e è in tutti i casi ricchi di senso..." ( Ai Vescovi francesi del Sud della Francia, 27.3.1987.

G, Confessione individuale e collettiva,

" In quanto al problema dell'assoluzione data nella forma generale a parecchi penitenti senza la preliminare confessione individuale, si si dispiace innanzitutto di constatare che, malgrado le precise indicazioni date dal Codice di Diritto Canonico (cc). 961-3, e confermate nell'esortazione Apostolico Reconciliato e Paenitentia (n). 33, in più di un caso di Domanda speciale si registra dei casi di ha b u s.

" Con riguardi, sento il dovere di riaffermare che questa forma di celebrazione del Sacramento riveste un carattere eccezionale e non è lasciata dunque alla libera scelta; ma è regolata da una disciplina speciale (id). n. 32. Le regole di una tale disciplina sono conosciute: La chiesa, fedele alla volontà di suono Dottor e Signore, non sente cambiarli..." ( Congregazione Plenaria dei Sacramenti, 17.4.1986.

Al nome del Cristo e della chiesa, nel mio nome ed il vostro, invitate i fedeli del Canada alla conversione ed alla confessione personale"... ( Ai Vescovi del Canada, 23.9.1983.

Voglio ricordare l'osservanza scrupolosa delle condizioni citate, ripetere che in caso di peccato mortale, stesso dopo l'assoluzione collettiva, esisti l'obbligo di una specifica accusa sacramentale del peccato e confermare che in qualsiasi caso i fedeli hanno diritti all'adatta confessione privata"... ( Ai penitenti della Basilica di Roma, 30.1.1981. Cf. Ai Vescovi del Canada, 17.11.1978.

" La chiesa, dunque osservando il pratica pluriséculaire del Sacramento della Penitenza - la pratica della confessione individuale, unita all'atto personale di contrizione ed all'intenzione di correggersi e di soddisfare - difende il diritto speciale dell'anima umana. È il diritto all'incontro più personale dell'uomo col Cristo crocifigguto che scuso, col Cristo che dice dal ministro del Sacramento della riconciliazione: I tuoi peccati ti sono rimessi, ecc., Redemptor hominis, 20.

  1. Frequenza

" Perciò con la presente esortazione invio (...) un invito insistente a tutti i preti del mondo, specialmente ai miei colleghi nell'episcopato ed ai Curati, affinché favoriscono di tutte le loro forze il f r é q u e n c e dei fedeli a questo Sacramento, e mettono ne. uvre tutti i mezzi possibili ed adatti, provano tutte le vie per fare pervenire il più grande numero dei nostri fratelli a "la grazia che c'è stata data" per la Penitenza per la Riconciliazione di ogni anima e di tutti con Dio, in Cristo..." ( Reconc. e Paenit., 31/VI.

"... Ancora una volta cerchiamo di sottolineare davanti ai nostri fedeli i grandi vantaggi che vengono di una confessione frequente".. ( Ai Vescovi del Canada, 17.11.1978.

I, Confessione dei bambini

"...Il credente che si avvicina a questo Sacramento in che si esprime l'amore vittorioso del Cristo risorto, non fa (...) l'esperienza della giustizia che condanna, ma dell'amore che scusa (...). In questo stato di cosa, come non l'aiuto enorme vedere che, di un'amministrazione adeguata di questo Sacramento, possono tirare anche i bambini, per una crescita progressiva ed armoniosa nella conoscenza e nel dominio di si, nella disponibilità ad accettare si, coi suoi propri limiti, senza rassegnarsi tuttavia passivamente ad esse?

" A parte (...) il problema a proposito dell'età necessaria per commettere un errore grave (...), resta che le gradazioni leggere del male hanno anche la loro importanza, che si rivelano più significative, se sono considerate anche nella prospettiva pedagogica di una strada di crescita umana e cristiana, Alla Congregazione Plenaria dei Sacramenti, 17.4.1986.

( cf. : Origine del Sacramento del Pénitence : Léon I, D-S 308,; Gélase I, id. 348s; Concilio di Trento, id. 1542, 1668, 1670, 1702, 1764, 1771,; Ministro del pénitence : Concilio di Costanza, id. 1260; Concilio di Firenze, id. 1323; Concilio di Trento, id. 1684, 1710.

 

KIKO

 

A, Sintomatica strategia del "segreto"

Lascia perplesso il silenzio raccomandato da Kiko alle sue catechiste a proposito di questo che egli. criticando. dice del credente comune che accetta gli articoli del "credo", confessa, ecc.": Ciò non dovete dirlo alle persone..." ( Orientamenti, p. 53.

Dopo avere sottolineato che le confessioni di direzione spirituale ed i piccoli consigli sono destinati ad essere sostituiti dalla Parola di Dio che risolve tutti i problemi di direzione ed aiutino a riconoscersi peccatori ", evita tuttavia ancora la confessione privata che è sempre in uso ", ripete: non direte niente di tutte queste cose alle persone..." ( id. p 177.

Siccome vedremo, Kiko è irriducibile nella sua avversione alla "confessione individuale privata (id). p. 184-85. Ma poi, concludendo: Non si imbarcate in questo discorso parlando con le persone perché andate a creare un mucchio di problemi...( id. p. 185.

Tutto sommato", non cercate di convincerli ne che dice loro le cose che vi abbiamo detto prima sulla penitenza"., id. p. 191.

Ma perché tacere, perché nascondere? Kiko è certamente cosciente di non essere di accordo con la pratica della chiesa Cattolica; non divide il magistère di Jean Paul II... Sapremo presto perché...

B, Fondamenti negativi,

Sono quelli di cui Kiko non fa di mistero e che logicamente, del punto di vista teoretica, essenziale per i problemi concernente l'ortodossia, escludono in modo radicale l'esistenza stessa del Sacramento della Penitenza :

  1. il fondamento primo si riferisce al p é c h é che non sarebbe possibile :
  2. ha, perché Dio non può essere offeso dall'uomo (id). p. 182.

    b, perché l'uomo non può commetterlo egli per cui non c'è errore..." ( id. p. 130, 135, 138. Non può provare nessuno pentimento, dunque non ha il dovere di espiarlo...;

  3. il secondo riguarda il confessore di cui il sacerdozio non si distingue né superi quella comune a tutto li battezzati (id). p. 56-7 );
  4. il terzo, di conseguenza, è rappresentato dal rifiuto di "la chiesa Gerarchica" dotata del potere di rimettere i peccati: Kiko accetta solamente "la chiesa carismatica" (id). p. 88.

A notare anche che, a proposito del peccato, avverte le sue catechiste di non in parler : non parlerete oggi a nessuno di peccato perché vi si riderebbe alla figura..." ( id. p. 47.

Come dunque affermare credere ancora nel Sacramento della Penitenza secondo la tradizione cattolica, solennemente interpretata per il Concilio di Trento? È veramente ciò oggi che Kiko respinge con tutti i protestanti...

Ma dobbiamo procedere seguendo passo a passo i catéchèses néocatéchuménales stesso in davanti a ripeterci.

C, Il peccato,

Certamente, come insegna il Papa", non c'è nessuno peccato, stesso il più intimo e più segreto, strettamente individuale che riguardo esclusivamente quello che lo commette. Ogni peccato si ripercuote, con una più o meno grande veemenza, con più o meno grandi danni, su tutta la comunione ecclesiale e sulla famiglia umana intera..." ( Reconc. e paenit., 16.

Ma questo non significa che la responsabilità di un tale danno non sia in niente quella del peccatore, e che questo possa attribuire alla comunità il suo peccato. La persona sola precede e fondi la comunità, siccome è certo che il "suo bene" è il solo scopo di questa: il peccato, in un senso vero, è sempre un atto della persona, perché è un atto di libertà di un uomo solo e non in realtà di un gruppo o di una comunità (...). Atto della persona, il peccato ha le sue prime conseguenze e più importanti nel peccatore stesso; questo essere-a-dire nella relazione di questo con Dio che è il fondamento stesso della vita umana..." ( id.)

È molto vero che la conversione è un atto interiore di una profondità speciale in che l'uomo non può essere sostituito dagli altri, non può farsi "sostituire" per la comunità, Redemptoris hominis, 20.

- Kiko non sembra affatto di accordo: Ogni peccato ha (...) una dimensione sociale, mai individuale..." ( Id. p. 167.

- L'accento mise sulla dimensione sociale o comunitaria del peccato allo scapito di quella personale, assolutamente primordiale, ripetiti anche a proposito della conversione.

D, La conversione,

A Kiko scappo il momento iniziale della conversione, effetto della grazia premurosa in che il peccatore vive più in modo assolutamente personale e decisiva in rapporto l'intimo ed immediato con Dio che lo chiama e lo sollecito nella profondità della sua anima. Tutto, per lui, è operato, fa, compiuto per la comunità ecclesiale: "... La chiesa, durante un lungo periodo, genera la conversione nel catéchumène, senza considerare mai la conversione come qualche cosa che non si ottiene le sue proprie forze, ma come un dono, una. uvre che Dio fa grazie alla chiesa che genera la conversione.

" La conversione del penitente dipendeva dalla preghiera della chiesa e della gestazione alla conversione che si operava di nuovo in lui. Perché ciò che è fondamentale in questa esclusione del penitente, è la partecipazione comunitaria della chiesa. La comunità era molto preoccupata dei penitenti. Ciò che vuole dire : il valore essenziale, in questo tempo, del sacramento della penitenza è il valore comunitario ed ecclesiale, perché è la chiesa che genera e conduce alla conversione..." ( id. p. 168.

E, Il pentimento,

Secondo il Papa, è buono di ripeterlo", l'essenziale dell'atto della Penitenza è il c oh n t r i t gli oh n, o un bacino di ingrassamento per ostriche e deciso ripudio del peccato commesso con l'intenzione di non tornare commetterlo..." ( Reconc. e paenit., 31/III. Kiko la pensa differentemente: La conversione non è pentirsi del passato, ma mettersi in cammino avanti verso il futuro..." ( id. p. 166-67.

Ma pentirsi non significa ostinarsi nel peccato..., o non sentirsi colpevole... Adesso, di senso non ci sono nei due casi di mettersi in cammino...". In che cosa scopo?...

F, L'esame di coscienza

" Condizione indispensabile ", il papa lo crede (id). ); e, evidentemente, ciò riguarda il peccato commisi, stimolando al pentimento ed all'intenzione per l'avvenire. Ma stesso qui, Kiko mistifica tutto, inventando che la chiesa primitiva non mette l'esame di coscienza alla fine della giornata, ma la mattina al momento di alzarsi...". Oggi l'esame di coscienza la sera sarebbe stata introdotta dai Gesuiti"., id. p.167.

Ne più di confondere le idee, ha anche l'indirizzo di snaturare i fatti. Ma tutto è comprensibile, una volta ammise che il "pentimento" è quello che è stato concepito da lui...

G, L'accusa,

 

Questa - secondo Jean Paul II - appare così considerevole di cui il nome usuale del Sacramento dai secoli è stato e è sempre quello di confessione"... ( Reconc. e paenit., id. ). Ma Kiko nega che sia necessario, facendo risalire la sua origine al VI secolo, nella più sfrontata contraffazione della storia,: il papa è convinto che l'accusa dei peccati è compresa dai primi tempi cristiani, in collegialità con gli Apostoli e col Cristo ", nel segno sacramentale ". ( id. )

Evidentemente, si tratta di un'accusa dettagliata, non prova generale (cf). Concilio di Trento, D-S 1679s, cosa che non piace a Kiko. Informa che in Oriente non c'è una confessione dettagliata dei peccati. Quello che si confessa si inginocchia e non si può fargli estrarre altro que : "sono un peccatore!" Allora gli si dà un tempo affinché digiuna e che si metta in conversione, poi ritorna e gli si dà l'assoluzione "...( id. p.173. Ma la tradizione di un'accusa distinta dei peccati è vecchia (Origène, Omelia del Lévétique 3, 4, PG 12, 429,; S. Cyprien, Dei lapsis, 28, Piazza 4, 488,; S. Ambroise, Enarr. In Salmo 37, Piazza 14, 1037,; S. Jérôme, Commento di S. Matthieu III, c. 16, n. 19, Piazza 265, 118,; S. Gregoire il Grande, Omelia del vangelo II, 26, 4, Piazza 76, 1199. Come può affermarsi dunque: Adesso è necessario cominciare a parlare dei peccati. Anche, la confessione dei peccati appare... ( id. p. 171?

 

- La contraffazione di La storia, da Kiko, il germoglio fino a fargli confondere l'accusa dei peccati con l'espiazione: atto del penitente molto distinto da sempre, cf. S. Thomas, Suppl., qq. 6-7; qq. 12-15. . Jean Paul II, Reconc. e paenit. 31/III. " Appare allora l'espiazione i più grande : la confessione dei peccati. Questa, per l'umiliazione che suppone e per la vergogna che si prova a farla, comincia a prendere un senso di espiazione. poi, entreremo in un periodo durante la quale la confessione dei peccati sarà il centro della penitenza.

Questo si verifica già al XIIe secolo dove si ritrova delle ideologie sul senso espiatorio della confessione dei peccati. Così, la confessione dei peccati si imporsi al posto centrale nella penitenza. Allora, più hai vergogna e più ti umili stendendoti in dettagli nella confessione dei tuoi peccati, più espii. Così, la confessione diventa una confessione di devozione. Adesso, non si confessa più solamente i peccati mortali, ma non importa quale stupidità perché ciò che ha del valore, è il fatto di confessare. Così la confessione appare come una devozione personale nella quale ti umili e tu ti sacrifichi confessando i tuoi peccati in dettaglio... ( id. p. 172.

Kiko sembra divertirsi a snaturare la storia, o più meglio a confondere la pratica legittima della chiesa Cattolica coi pregiudizi, le esagerazioni, gli abusi. Non importa che sa che :

  1. l'accusa dei peccati è un atto distinto della soddisfazione, come il Papa lo ricordo e lo preciso chiaramente;
  2. la confessione dei peccati veniali rappresenta un progresso della sensibilità della coscienza cristiana, approvata ed avvantaggiata per la chiesa; coscienza grossolanamente schernita da Kiko...;
  3. la "confessione di devozione", avendo che per materia, basta i peccati veniali è stato e sarà raccomandata sempre dalla chiesa. Il Papa, confermando la tradizione dei suoi predecessori, conferma: "... Ricordiamo che la confessione periodicamente rinnovata, sedicenti di "devozione", ha sempre accompagnato nella chiesa la salita alla santità, Ai penitenti della Basilica di Roma, 30.1.1981. . Cf. Ai Vescovi del Canada, 17.11.1978.

H, Il segreto sacramentale,

Siccome abbiamo potuto notare, Jean Paul II insiste sulla necessità della confessione individuale, privata ed auricolare che implica un'accusa segreta dei peccati: la chiesa non sente cambiare le sue regole a questo argomento. Se non ha imposto mai il confessione pubblico, ha sempre riconosciuto ai fedeli il diritto a questo segreto per che si comporterebbe bloccò apostolicam regulam chiunque ne impedirebbe l'esercizio, come S. Léon il Grande lo ricorda a tutti i Vescovi della Campania del suo tempo, si Sbrigò Indignatione, 6.3.459, Piazza 54, 1210 Cs. Cf. Sixte IV, Licet ea quae del nostro vaglia, 9.8.1479, D-S 1414,; Concilio di Trento, D-S 183s, 1710, risultante la legge severa del segreto per il confessore (cf). Concilio del Latran IV, D-S 814,; Clément VIII, S-S 1989,; Innocente XI, D-S 1295. A questo argomento, la disciplina penitenziale rinvia alla tradizione dei Padri (Cf). Origène, Omelia du Lévétique 2,4 PG 12, 417,; S. Cyprien, Dei Lapsis, 28, Piazza 4, 488,; Afraates, Dimostrazioni, 7, 3, Patr,. Syr. 1, 318,; S. Basile il Grande, Reg. Brev., ad interr. 229, PG 31, 1236,; id., 288, PG 31, 1284,; S. Jean Chrysostome, Omelia su Lazarre, 4, 4, Pg 48, 1012,; S. Ambroise, Enarr. In Ps 37, Piazza 14, 1037,; S. Jérôme, Commento sulla chiesa 10, 11, Piazza 23, 1096,; Commento su Matthieu III, c. 16, 19, Piazza 26, 118.

Kiko sente mantenere la confessione individuale perché bisogna conservarla ed inoltre perché ha il suo valore (id). p. 194. Ma ne più di essere ambiguo e reticente in quanto alle ragioni di un tale valore, non è completamente entusiasta della confessione individuale, privata (id). p. 184. In ogni modo, esclude le confessioni al confessionale o in un angolo, perché diversamente si perde il segno (id). p. 194,: tutto deve essere celebrato girandosi verso l'assemblea. Altra parte, raccomanda che niente sia riportato agli altri di tutto ciò che ha spiegato sulla confessione (id). pp. 177, 184, 185, 191.

Assillato dal temperamento "comunitario" della confessione, e respingendo il "sacerdozio ministeriale", Kiko non è arrivato a comprendere ciò che il Papa sottolinea vigorosamente quando spiega che l'accusa strappa di un certo modo il peccato del segreto del c.ur e, di conseguenza, del campo dell'individualità pura, mettendo anche in contrasto il suo carattere sociale, perché per il ministero della Penitenza è la Comunità ecclesiale, lesa dal peccato che accoglie di nuovo il peccatore pentito e scusato, Réconc. e paenit., 31/III.

Tutto questo spiega come Kiko può permettere nelle sue Comunità il confessione pubblico, rendendo necessario l'avvertimento severo dell'episcopato di Umbria (Nota Pastorale, 2.3.1986,),: "... Negli scrutini la catechista deve guardarsi dall'assumere una posizione che sembro avvicinarsi pericolosamente di quella del c talvolta oh n f e s s ed u r. Consumerete di tutte le cure affinché i peccati occulti non siano manifestati, se no nel segreto della confessione sacramentale ". Ma la pratica néocatéchuménale continuo a contraddire un richiamo così influente. Ciò che molti fedeli disgraziati hanno l'abitudine di confidare - dopo essere liberato si di "l'incanto" - è disgustoso, raccapricciante. Basterà riferirsi ad uno delle numerose testimonianze scritte e firmato :

" Ho fatto due scrutini, memoriale della mia vita, a voce alta, davanti a 60 persone che non sono nell'obbligo del segreto.

Le Catechiste, in un clima che si sa di inquisition, ti dicono che sei davanti alla Croce, devi parlare di te, di ciò che era, dei tuoi idoli, se li hai domati e come. E tu cominci a parlare. Vale una pena di assistere a queste scene. L'umiliazione di quello parla... ed egli dice le sue miserie. Ma ciò non basta, l'interlocutore mette sempre più il dito al fondo, vuole sapere le cose più profonde; quando ho detto che la mia vita fino ad era stata vissuta adesso per i figli ed il marito che per l'ora cercavo di amare come un fratello in Cristo, mentre prima di me lo temevo un poco ne ero dipendente, mi ha risposto: Non ami tuo marito ". Raffiguratevi a questo punto, il giudizio della "Maxi-catechista", il mormorio dei fratelli, il marito che diventa rosso di furore. Sono sconvolta tra le lacrime, il mio Curato assisteva a mani unite e testa reclinata, più rossa che io.

La tua storia finita, c'è quella del fratello e del s.ur.

Ed ecco:

Chi dice avere avuto degli amanti che dicono avere utilizzato la droga.

Chi afferma davanti ai genitori i rapporti carnali non accordati,

Chi estrae odi e rancori, forse sepolte da anni, verso i propri genitori che, non presenti, non possono difendersi neanche.

Tutto è pubblico, è bello, è brutto, non lo so!?

A qualcuno che ha fatto bene, altri hanno paura e vivono la Fede nell'angoscia, nel ricatto morale.

" Ma il Cristo ha esatto già questo dei peccatori che ha incontrato? La chiesa ha agito già così nelle cure di quello che si avvicina al Tribunale della penitenza? Con quale autorità dei semplici laici, chi non ha Teologia morale, sono autorizzati ad erigersi in confessori dei loro propri fratelli dai quali esigono una manifestazione curata, dettagliata, di tutte le miserie della loro vita?

E mentre la confessione continua, i partecipanti si guardano timorosi di scoprire ciò che non avevano pensato mai a proposito di loro marito, della donna, dei figli.

" Viene a distruggere così ogni personalità, ogni fiducia. Nasce allora il sospetto, la divisione, l'odio. Le Catechiste impongono delle penitenze orribili, irrazionali, come condizione per restare nel Movimento. E dopo avere detto tanto sopra là, dove avrà egli il coraggio di andare il povero penitente? Il gruppo diventa il suo asservamento del quale si libererà solamente dopo gli sforzi immensi ".

"...Conosco dei Preti che sono stati distrutti nel corpo per il Movimento e nello spirito! Al disopra di essi minacciano, come le spade di Damocle, gli scrutini ai quali sono stati sottomessi, davanti a molto fedeli!

" I Vescovi non sanno queste cose, perché non hanno partecipato mai a questi scrutini! Ciò che dico potrà sembrare forse una calunnia. Ma è la pura verità!

" Non li accuso. Imploro per essi lo spirito Santo affinché li illumina su ciò che non conoscono, per il bene della chiesa e delle anime di cui sono stati costituiti Pastori ".

I, La confessione frequente,

 

Sotto la raffica della mania riformatrice, tipicamente protestante di Kiko, la storia del Sacramento della Penitenza è tuttavia in cattivo stato, ricostruito secondo la chiosa fissa del ritorno alle origini, questa stesso snaturata.

" All'IXe secolo, la penitenza (.) ha raggiunto la sua decadenza massima (.). Al XIIe secolo, ci sono dei tentativi di rinnovazione. Ma per il fatto che si è perso di vista le sorgenti, tutte le riforme che si vuole fare sono potuto orientate sempre, perché si non ha sic più davanti agli occhi le sorgenti del catéchuménat, La chiesa primitiva, ed il Giudaismo!). Allora si trova delle teorie per cercare di adattare le cose, senza che si raggiunga un renouveau in profondità. Ciò che si vuole, questo è che le persone siano sincere e che si confessano sempre più.

" I Francescani ed i dominicani stendono dovunque la confessione privata come una devozione. Si ritrova la confessione molto frequente, tutto il contrario di ciò che faceva la chiesa primitiva. , id. p. 173.

Mi chiedo: come può Kiko osare proporre una "strada" di rechristianisation che oppone in modo così stridente ad una delle conquiste più degne di elogio della pietà cristiana, molto calorosamente promossa e benedetta dagli ultimi Papi, ivi compreso il "suo" Jean Paul II?

L, Contrizione ed attrizione

La tempesta non ha cessato: Kiko presume criticare e vada fino a ridere della distinzione tra "contrizione" e "attrizioni", ispirate - rispettivamente - del sedicente "amore di carità" rifinisce, o di amicizia e "amore di speranza" o imperfetto. Tuttavia il Concilio di Trento si era pronunciato in modo bacino di ingrassamento per ostriche, dichiarando che l'attrizione è sufficiente per ricevere validamente l'assoluzione sacramentale (D-S 1677-8).

Questa dottrina è stata cresciuta comunemente e è da sempre stata praticata, e questo fino a Jean Paul II: "... La contrizione è l'inizio e l'anima della conversione, di questo metànoia evangelico che riporta l'uomo a Dio siccome il figlio prodigo che ritorna al padre, dunque e che ha nel Sacramento della Penitenza il suo segno visibile, perfezionamento dell'attrizione stessa..." ( Reconc. e paenit., 31/III. Ma Kiko non è di accordo": c'è di che cosa riso di pensare che unica l'attrizione è necessaria se vai a confessarti; e la contrizione se non ti confessi., id. p. 174.

M, Attacco al Contro riforma di Trento

Di occulto discepolo della scuola luterana, Kiko si rimette ad esplodere.

Così arriviamo al Concilio di Trento. Col Concilio di Trento, e del XVIe al XXe secolo, tutto è bloccato. I confessionali appaiono. Queste scatole sono molto recenti. La necessità del confessionale appare quando si comincia a generalizzare la forma della confessione privata, medicinale e di devozione portata dai monaci.

Non riez non perché l'abbiamo vissuto, noi anche. La confessione come mezzo di santificazione personale, come la direzione spirituale, tutto ciò fa parte della strada della perfezione. È il Santo Charles Borromée che ha messo dovunque dei confessionali. Coi dettagli a proposito della griglia, etc.Maintenant comprenderete che molto le cose dette da Lutero erano fondate"., id. p. 174.

 

 

N, L'assoluzione,

" L'altro momento essenziale del Sacramento della Penitenza è della molla (...) del confessore, giudice e medico, immagine di Dio padre che accoglie e che scuso quello che ritorna (...). È il momento durante quale, in risposta al penitente, la Trinidad si fa presente per cancellare il suo peccato e rendergli l'innocenza e la forza salvifica della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù che è comunicato al penitente stesso, questa misericordia più forte che l'errore e l'offesa (..). Dunque l'assoluzione che il Prete, ministro del perdono (...) accorda al penitente, è il segno efficace dell'intervento del Padre in ogni assoluzione e della "risurrezione" della "morte spirituale" che si rinnova ogni volta che si realizza il Sacramento della Penitenza. La fede può assicurare solamente che in questi momenti ogni peccato è rimesso dall'intervento misterioso del Salvatore..." ( Reconc. e paenit., n. 31/III.

È la fede cattolica, confermata dal Papa. Ma Kiko non l'accetta. Esaminiamo pazientemente come procede.

Ed encore : l'espressione del perdono dei peccati sarà la reintroduzione nella comunità, nell'assemblea, nell'eucarestia. Sarà la prima espressione della chiesa primitiva come sacramento penitenziale". " Come segno per il fatto che erano scusati, erano reintrodotti nella comunità (id). p. 168. " Le giovedì santo era il giorno della riconciliazione ed il vescovo accoglieva i penitenti in presenza di tutto lo popolo".. ( id. p. 169.

Così appare l'interrogatoire : il come, di quale modo, quante volte, etc.à causa del valore medicinale accordato all'interrogatorio dei peccati piuttosto che alla confessione lei stessa da parte del penitente. Si comincia in effetti a dare del valore alla contrizione. È ciò che è arrivato fino a noi". ( id. p. 174.

" A Trento, si è messo l'accento sulle benzine, sull'efficacia, e si è perso di vista il valore sacramentale del segno"., id. p. 175.

Quale "segno?" Quello rappresentato dalla "comunità" che accoglie e che riconcilio... - " Si vedrà molto l'efficacia del sacramento della penitenza per scusare i peccati dunque e l'assoluzione diventa un assoluto. Così, la confessione acquista un senso magico per che l'assoluzione è sufficiente per lei stessa per scusare i peccati. L'assoluzione ti scusa i tuoi peccati e resti tranquillo.

Questo è così come abbiamo vissuto noi stessi la confessione. Per l'efficacia assoluta del sacramento, abbiamo perso di vista il valore sacramentale che è quella che ti rende capace di ricevere il perdono. Questo passa al secondo piano, mentre il semplice fa di confessare i peccati e di ricevere l'assoluzione rimani al primo piano e come essenziale. La confessione si trasforma in qualche cosa di magica o di privato e ciò è durato fino ai nostri giorni. È una visione legalistica del peccato che è arrivato fino a noi, e di cui l'atteggiamento interiore non ha talmente importanza, meno del fatto di confessare esternamente ed in dettaglio tutti i peccati di ogni tipo, Kiko sogna evidentemente, o inventa come miope ed acido anticlericale! ). È una visione legalistica del peccato, completamente " privée ". La chiesa non appare da nessuna parte e è un uomo che ti scusa i tuoi peccati. , id. p. 175.

È veramente il colmo della mistificazione e dell'audacia. Sbagliandosi in modo imperdonabile, Kiko confonde il modo di pensare e di comportarsi di fedeli frivoli, male preparato, indegno... con la dottrina e la pratica della chiesa universale che ha sempre insegnato che :

  1. l'accusa dei peccati è fatta al "ministro" di Dio che ascolta al nome e nella persona di Cristo ", rappresentando l'intera Comunità dei fedeli con la quale il confessore sente riconciliare il penitente... accusa dunque, non privata, ma pubblica...:
  2. l'accusa, per lei stessa, non basta e, in certi casi, non può essere necessario per ottenere il perdono di Dio, o per ricevere validamente l'assoluzione sacramentale...;
  3. l'assoluzione del prete è n u l l e, senza una sincera contrizione e l'intenzione efficace di correggersi...;
  4. il prete che assolve non è un "uomo", ma il Cristo che gli ha conferito la sua stessa dignità, i suoi poteri stessi di riscatto...

Finalmente, delle migliaia di S ha i n t s, prima di e dopo il Concilio di Trento, si sono comportati siccome la chiesa continua ad insegnare, come Jean Paul II l'inculca a tutti, anche se in Kiko non è il discepolo docile che il papa forse avere.

Oh, La soddisfazione

Il papa tratta di essi. uvres " della soddisfazione che vuole dire qualche cosa di preziosa: sono il segno dell'impegno personale che il cristiano ha assunto con Dio, nel Sacramento, di cominciare una nuova esistenza, e questo è perché non dovrebbero ridursisi solamente ad alcune formule a recitare; ma consistere ne. uvres di culto, di carità, di misericordia, di risarcimento...". Soddisfare la giustizia di Dio significa tutto sommato, infine, non solo pentirsi", ma anche, affinché il pentimento sia sincero ed attivo, eliminare una zona di ombra dovuta alle ferite del peccato, all'imperfezione dell'amore nel pentimento, all'indebolimento delle facoltà spirituali".... Dunque", bisogna combattere sempre con la mortificazione e la penitenza. Tale è il senso della soddisfazione umile, ma sincero contro le menzogne di Kiko (Reconc). e paenit. N. 31/III. Cf. Pubblico generale 7.3.1984.

 

  1. se il peccato non ha offeso Dio, l'uomo non può pentirsi né sentirsi obbligato di ripararlo per la penitenza;
  2. se l'uomo è incapace del bene e non può commettere non male il, non può peccare neanche né dunque convertirsi, espiare, soddisfare la giustizia di Dio...;
  3. alcuni gesti di risarcimento, del resto, sono superflui e stesso offensivo al riguardo del Cristo: "... se è morto per i nostri peccati, noi tanto sono morti per i nostri peccati (...). Ma se gli ha occupato il tuo posto e la mia, se è stato messo nella fossa al nostro posto e se il Padre lo è risuscitato, c'è risuscitati anche noi. Perché lo è risuscitato come pegno, come garanzia che i tuoi peccati sono scusati, che abbiamo accesso alla vita di Dio che adesso possiamo nascere di Dio"., id. p. 141);
  4. - La morte ed il peccato sono stati vinti nella morte e la risurrezione di Gesù Christ che, nella sua carne, ha seppellito e distrutto il corpo del peccato"....

    - " Se un uomo è stato risuscitato della morte, ciò vuole dire che il peccato sia stato scusato (...). È risuscitato innanzitutto per giustificare tutta l'umanità, per mostrare a tutti gli uomini che la morte è stata scusata a tutti, perché il peccato è stato scusato. , id. p. 143-44);

    - Gesù Christ è venuto a soffrire affinché non soffri; È venuto a morire affinché non muoia pas : Egli è vero che muore, tu non, così che ti offre gratuitamente la vita"... (id. p. 222.

  5. Dunque, basta c r oh i r e: Darai gloria a Dio, se credi che Dio può fare di te che fai l'un peccatore, lussuriosi, egoista, addetto al denaro, un figlio di Dio che ama come Gesù Christ. Credi questo? Ciò Dio lo farà, non tu. È per ciò che il Cristianesimo è una buona notizia per i poveri e gli infelici. Il Cristianesimo non esige niente di nessuno, offre tutto..." ( id. p. 222-3.
  6. E la risoluzione, lo sforzo di dominarsi, il dovere di portare la sua propria croce in seguito al Cristo, ect.? Kiko risponde: La conversione non è mai il frutto di un sforzo dell'uomo..." È un dono di Dio, una chiamata di Dio, un'iniziativa di Dio"., id. p. 163,; non può essere mai come qualche cosa che si ottiene per i suoi propri sforzi..." ( id. p. 168. Purtroppo, la risposta è ambigua, molto più perché, secondo lui, la volontà umana, per lei stessa, è talmente passiva a non essere capace di fare bene il, ed a potere fare solamente il male (id). pp. 130, 135, 136. La nostra critica sarebbe nessuna, se un buono volte Kiko aggiungesse che la grazia rende possibile, efficaci e meritori gli sforzi della volontà. Ma sembra niente non volere sapere dei "sforzi": tutto deve essere "gratuito", ed egli si ostina a rifiutare come "moralista" la dottrina cattolica che concilia il libero arbitro con la grazia, facendo dipendere essi uno dall'altro, senza sopprimere niente, contro il pélagianisme ed il luteranesimo. Purtroppo la presa di posizione ostinata di Kiko, con le esigenze di un esame analitico del suo pensiero, c'obbligherà a ritornare quasi sull'argomento fino alla noia.
  7. Segue che il catéchumène, durante la sua "strada", può accedere al tavolo eucharistique senza confessarsi degli eventuali peccati gravi commessi: Kiko, come lo sappiamo che rifiuto la "confessione privata, individuale" vuole ricuperare la grazia, per rientrare nella via della santità personale...

In seguito noteremo che Kiko, nel periodo del précatéchuménat invito a ricevere L'Eucarestia fino all'atea, ladri, persone che vivono sotto lo stesso tetto, ecc.: Ciascuno ha continuato a fare ciò che voleva..." (Catéchèse di 1974, p. 96.

P, Origine ecclesiale del Sacramento della Penitenza

Kiko è coerente con sé, ma non fedele alla chiesa Cattolica quando afferma. contro la storia ed il magistère dei Papi e dei Concili, ivi compreso Jean Paul II (vedere più alto). che la chiesa primitiva non aveva la confessione (.) come l'abbiamo oggi"., id. p. 164. Adesso, la confessione della chiesa di oggi è quella riconosciuta al Concilio di Trento che al suo giro risalire ne l'istituzione al Cristo ed alla Tradizione apostolica (D-S 1668-70, 1679-83, 1701-3,).

L'influenza della teologia luterana subita da Kiko è confermata quando egli précise : la chiesa primitiva non ha nessuna altra espressione del sacramento della penitenza che il battesimo (.) ". Quando la chiesa si istituzionalizza un poco, appare l'istituzione della penitenza"., id. p. 167. Ma proprio a questo proposito, la distinzione tra i battesimi e la penitenza erano state insegnate a Trento contro questa teologia: Hoc sacramentum multis rationibus ha baptismo d i f f e r r e dignoscitur"., D-S 1671ss, 1702. È a chiedersi dove Kiko ha appreso un tale errore. Certamente non di Jean Paul II.

 

Q, La mania protestante del " primitif "

Secondo Kiko, e suo presunti "padroni"), la chiesa attuale che si creda giuridico, o visibile e gerarchico, ecc., avrebbe solamente un'origine umana; mentre quella fondata per il Cristo sarebbe quella dello spirito e della verità, o carismatico ", interiore, sottratta ad ogni magistère ed ogni giurisdizione externe.Kiko sente risalire forse alla chiesa primitiva, senza sapere, che è stato preceduto da Lutero e per tutti i suoi precursori Medievali (Cf). D-S 911, 1201-1206, 1220-1224, 2476, 3803,. Non è tutto necessario per concludere, essendo approvato e preferito del Papa, che tratta col Capo di una Chiesa gerarchica, di un'istituzione giuridica (Cf). Lumen Gentium, 18-29. Lo sa, o finto egli di ignorarlo?

- La volontà si ostinata di ritornare alle origini tradisce la convinzione che la chiesa n' e s t p ha solamente s un Organismo che si evolve per rispondere alla perfezione ideale del Cristo suo Sposo; ma, col tempo e per l'errore dei suoi membri, è andata corrompendosi, per ciò che sarebbe una degenerazione di quella "primitiva"...

E ha proprio "l'archéologisme" risolutamente respinto da Gazza XII, specialmente a proposito della liturgia, Mdeiatore Dei, 46-52.

 

 

					 XII

 

		 grazia, Santità, Libero Arbitro,

 

IL PAPA

 

" La grazia è una realtà interiore. È una pulsazione misteriosa della vita divina nelle anime umane. È un ritmo interiore dell'intimità di Dio con noi, e dunque anche della nostra con Dio. È la sorgente di ogni vero bene nella nostra vita. E lei è il fondamento del bene che non passa. Per la grazia viviamo già in Dio, nell'unità del Padre, del Figlio e dello spirito Santo..." ( Roma, Tu, deum, 31.12.1979.

- Grazia significa una pienezza speciale della creazione attraverso la quale l'essere somigliante a Dio, participio alla vita interiore stessa di Dio"... ( Angelus, 8.12.1978.

- " Vuole che ogni uomo diventi partecipante della sua verità, del suo amore, del suo mistero affinché possa prendere parte alla sua vita stessa, Ai ragazzi ed ai giovani, 20.12.1978; cf. Pubblico generale, 4.4.1979; A Società. Maria di Valicella, Roma, 26.5.1979; Pubblico generale, 13.12.1978; Omelia, 25.3.1979; Ai custodi di guardie notturne ed alla Guardia Suisse, 29.7.1990; Ai Pellegrini di Alessandria, 19.3.1988; Pubblico generale, 15.2.1989.

KIKO

Gesù che è stato costituito dal Padre Spirito vivificante, viene a dare la vita eterna, il suo Spirito stesso viene a strappare lo spirito del peccato e darci il suo Spirito, viene a strapparci il nostro c.ur di peccato e darci lo spirito Santo. viene per divertire l'umanità (...); dare all'uomo la possibilità di nascere di Dio. Viene a farci figlio di Dio ed i suoi fratelli (...). Ti dà la sua grazia ed il suo spirito per che hai accesso al Padre. In Cristo sei erede di Dio fratello del Cristo per che puoi chiamare Dio: Papà, Abba! il senziente, avendo proprio fiducia in Dio. In modo che così Dio mette in te il suo Spirito, ogni cosa contribuisce al tuo bene, tutto è grazia e tutto è amore. Perché sei stato tratto fuori dalla tua situazione da terrore, di morte e di peccato e tu vivi nella grazia, la gratuità, l'amore di Dio. Oramai, non sei più sotto il potere della legge, ma sotto il regime della grazia, perché Dio ha scusato tutti i tuoi peccati, perché Dio è quello che ti ama anche se fai l'il più grande peccatore..." (id. p. 145s.

" Dio ti ama, anche se sei l'uomo il più meschina, stesso gli sei stato infedeli ottantamila volte, anche se sei un peccatore indurito ed un sporco orgogliosi, anche se sei un ubriaco, un lussurioso, un vanitoso, un idiota. Dio ti ama completamente e ti amerà sempre..." (id. p. 146.

Rilievi :

ha, Kiko illustra il potere e l'. uvre dell'amore di Dio che si sparge in tutti, stesso sui peccatori, di un modo assolutamente gratuito; ed egli è per questi la grazia che è un "dono."

b, Ma non dice niente della corrispondenza dell'uomo; o se questo, con un sforzo della volontà, debba applicarsi - e di fatto si applica - ad assecondare ne le sollecitazioni, soddisfacente le esigenze, combattendo contro gli impulsi immorali della natura, stessi fino a morire ne. Breve: non chiarifica lo spunta delicato del rapporto tra la grazia ed i liberi arbitri; volontà di Dio che ama e datti, e volontà dell'uomo che può rifiutare il suo amore, restare sordo ed irriducibile alle sue voci...

c, insiste talmente a proposito della profonda corruzione della natura, ereditata col peccato originario, che si dovrebbe dedurre che l'uomo rimane p ha s s i f e può lasciarsi solamente passivamente divertire, sublimare, diventare figlio di Dio, fratello e coerede col Cristo... Kiko lascia supporre. precisamente per ciò. che l'essere scusato da Dio equivale - come per Lutero - a restare libero di ogni imputazione del peccato, dal momento che è stato rimesso già dal Salvatore... Non finisce di ripetere: Il Cristianesimo non esige niente di noi, offre tutto... ( id. p. 222. La chiesa non giudica, non esige, ma salva, scusa, risuscita"... ( id. p. 90. " Darai gloria a Dio, se credi che Dio può fare di te (...) un figlio di Dio che ama come Gesù Christ. Credi ciò? Ciò Dio lo farà, non tu... ( id. p. 222.

d, più lontano, nei suoi Orientamenti, Kiko si scopre, rivelando tutto il suo imbarazzo, la confusione delle sue idee, la volontà di rompere con un passato che ha dato delle migliaia di Santi: C'è un tipo di cristianesimo. io stesso gli sono appartenuto. in che si crede cristiano convertito, un Santo Louis di Gonzague per esempio. E viene allora questo attitude : " plutôt morire che peccare!. E delle cose di questo tipo che non sono comprese nel loro giusto senso.

" È un tipo di cristianesimo dove ciò che è fondamentale questo è di essere nella grazia di Dio, in un senso statico, e di cercare di non perdere questa grazia, di perseverare"., id. p. 190.

Non siamo di accordo :

  1. Kiko critico veramente ciò che costituisce l'anima della vita soprannaturale. Jean Paul II crede che uno dei criteri obiettivi alla base dai quali si può definire i veri cristiani (..) è la vita della grazia...." ( Ai pellegrini di Alessandria, 19.3.1988, );
  2. non sa ciò che dice quando specifica: in un senso statico ", perché essere nella grazia di Dio significa essere animato da un dinamismo che dovrebbe realizzare la santità per sé...;
  3. conservare la grazia, o perseverare in lei fino alla morte rappresento più grande di tutti i doni di Dio (cf). Capit. Pseudo-Clément, D-S 241, 246,; IIe Concilio di arancia, id. 380; Concilio di Quierzy, id. 623; Concilio di Valenza, id. 626, 632s,; Concilio di Trento, id. 1541, 1566, 1572,; Gazza V, id. 1911; Concilio Vaticano I, id. 3014 );
  4. La grazia - continuo Kiko - si intende come una cosa, che il non si sa definire" molto bene.... Ignora che consiste nell'amicizia di Dio? Questo è grave, mostra ignorare il migliore dono dell'amore di Dio, conosciuto dei bambini di prima Comunione. "... E che bisogna morire con lei per non mai perderla"... ( id.). Come se non si poteva dubitare?

f") Questo tipo di cristianesimo colpisce molto perché qualcuno si presenta come semifreddo e come sublime (!?). Ma è il contrario del Cristianesimo, perché i cristiani non sono rifiniti, ma sono illuminati sulla loro realtà profonda, sanno che sono veramente dei peccatori e hanno sperimentato in questo peccato la misericordia di Dio che scusa e che do una vita nuova, frutto della sua grazia. Se questo non è così, ciò vuole dire che ci siamo serviti della religione per costruirci noi stessi. E fate attenzione, perché ciò si chiama il trionfalismo della chiesa che è sempre equivalente al pharisaïsme.

" Al fondo, che cosa siamo tutti? dei peccatori e dei disgraziati. Ma talvolta ci presentiamo con un trionfalismo che è qualche cosa di maldestra. una mancanza di sincerità al fondo, dentro a noi, il fatto di cercare di apparire ciò che il si non è. allora Dio c'illumina e ci fa vedere la nostra verità, ci fatta conoscere a noi stessi nella nostra realtà profonda di peccato.

" Molto spesso, i preti si sono presentati come impeccabili e sembrava che il loro peccato avrebbe scandalizzato. Ed era vero perché avevano questa mentalità. Siamo tutti molto bugiardi, proprio perché crediamo che le persone non c'amano se conoscono la nostra vera realtà"., id. p. 190-1.

g, Un vero mucchio di enormità che rivela ignoranza, confusione, malevolenza. Quello che conosce la teologia cattolica e le biografie dei Santi può affermare tutto il contrario di ciò che Kiko si diverte ad inventare, calpestando più rispettabile di tutte le verità concernente la vita intima della chiesa, :

  1. Quando si è presentato un cristiano autentico come semifreddo? La grazia non rende automaticamente "perfetta", ma è certo che ne è il germe e stimola alla "perfezione."..;
  2. che cosa significo servirsi della religione?" "Costruire si si anche", questo essere-a-dire perfezionarsi spiritualmente, ciò non vuole dire realizzare il piano di Dio, rispondere allo scopo di un'incarnazione redentrice? Quale altro scopo avrebbe potuto avere all'offerta insanguinata ci della Croce?
  3. non è stato mai un vero "santo" quello che non ha riconosciuto essere stato un peccatore, o di potere diventare egli di un momento all'altro, questo è perché si affida esclusivamente alla misericordia di Dio affinché non lo permetta. Questa è la verità storica della spiritualità dei Santi che Kiko mostra non avere compreso mai...;
  4. la loro sincerità assoluta con essi stessi li rende sempre umili, nemici implacabili di ogni menzogna, pharisaïsme, trionfalismo... Per essi la Croce del Cristo è sempre stata trionfante, la virtù del suo Sacrificio, celebrato da tutti come la sola sorgente di tutti i meriti e delle conquiste...;
  5. L'errore di Kiko, in buono discepolo di Lutero, consista nella credenza che la grazia non r e c r é e non, non fa rinascere comunicando realmente la nuova vita di Dio: l'effetto della "giustificazione" si ridursi ad un "perdono dei peccati" equivalgono ad una "no-imputazione" di questi, essendo stato espiato tutti per il Salvatore; così l'uomo resta intrinsecamente peccatore, capace di scappare solamente se lo riconosce nella più incondizionata fiducia nei meriti del Cristo... Il Concilio di Trento ha condannato una concezione del genere (cf). D-S 1515, dove è citato S. Agostino, Bloccò duas epist. Pelagionarum, I, c. 13, n. 26, Piazza 44, 562, );
  6. Sono falso dopo tutto, e per sopra tutto stupido, di pensare o di insinuare" che molto spesso i preti si sono presentati come impeccabili, id. p. 190. Il sacerdozio cattolico comporta il potere di rimettere i peccati di altrui, non rende "impeccabile" il prete o i fedeli assolti.

h, Finalmente, Kiko non si accorge che, se la grazia non santifica né non incitare a santificare si. come che cosa l'uomo resta peccatore, nell'impossibilità di fare bene l'e di resistere al male. chiunque può sentirsi invitato ad assecondare tranquillamente la spinta delle passioni e dunque a commettere tutti i disordini, ivi compreso più degradanti?... E, spiegati allora come le persone, gli hanno potuto dire le persone ti amano più per le tue debolezze che per le tue virtù"., id. p. 191. Proprio a questo proposito, abbiamo saputo che talvolta, in certe comunità, si fa quasi una competizione a sapere che è, o è stato, il più peccatore, come se di essere così può essere un motivo di orgoglio...

i, E si comprende bene che Kiko non dica una sola parola di elogio per i fedeli che, dedicandosi a Dio nella vita religiosa, hanno scelto un "stato di perfezione"..; non si sente affatto stimolato dalla chiesa Cattolica che crede che è giusto per tutti i cristiani tendere alla santità (cf). La chiesa, 40,...; non commemora, né non venerare, né non pregare i Santi, il loro potere di intervento vicino a Dio che è certa...

Kiko ed i suoi discepoli non hanno fatto loro, la grande lezione del Papa che celebre "la solennità di tutti i santi...". Porta con si una chiamata speciale alla santità. Dobbiamo ricordare che si tratta di una chiamata universale, questo essere-a-dire valido per tutti gli esseri umani senza distinzione di età, di mestiere, di razza e di lingua. Come gli eletti, così come li chiamati..." ( Parrocchia di S. Laurent, Roma, 1.11.1981.

"... Tutti siamo chiamati alla santità; per tutta la grazia è necessario e sufficiente; nessuno è escluso, siccome l'ha sottolineato Vaticano II"... ( Per 3 nuovi Beatificati, 26.10.1980. Cf. Parrocchia di S. Marcel, Roma, 6.2.1983.

 

 

XIII

 

		 Gesù Esemplare Universale Di Santità

 

IL PAPA

 

KIKO

 

Dopo tutto ciò che abbiamo esposto del suo pensiero, specialmente della condizione dell'uomo dopo il peccato originario, sembra che voglia togliere la sua maschera, manifestandosi con le affermazioni paradossali, delle bestemmie, assolutamente inconciliabili col magistère di Jean Paul II. Ciò potrebbe sembrare incredibile, se non leggessimo nei suoi Orientamenti. :

E non è assez : Molte persone pensano (.)  : ci ha dato l'esempio per la sua vita, dicendo,; "  Voyez come io faccio? Fate così voi anche ". Così poi chiedi ai gens : lo fai!, essi répondent : andiamo, io non sono Gesù Christ, non sono ugualmente un santo". Il Cristianesimo non è assolutamente un moralismo. Perché così Gesù Christ era venuto per darci un ideale di vita, come c'avrebbe potuto dare un ideale talmente alto, talmente elevato che nessuno può raggiungerlo?., id. ).

***

 

Negli Orientamenti per lo Shema, Kiko ritorna sull'argomento, rincarando la dose,: Cristo non è un'immagine che pretende venire a te dicendoti che devi amare in modo moralizzato. Per ciò ci siamo ribellati contro un Cristianesimo di imitazione. Mai i padri della chiesa, quando parlano di imitazione sentono un'imitazione moralistica, l'uomo carnale davanti ad imitare l'uomo di Dio! Come è questo possibile? Così se si chiede alle persone se si può compiere il vangelo, ti rispondono dicendo: Non sono Dio! E con ciò è circolato. Ciò dipende per il fatto che il Kérygme non è stato proclamato mai veramente, sono falso! ). È chiaro che il popolo vede Gesù Christ e vuole imitarlo con le sue proprie forze, ma per l'uomo carnale è impossibile di imitare l'uomo-Dio. È assurdo che Dio metta davanti a noi un uomo-Dio ad imitare, mentre siamo degli esseri umani pieni di peccati e di difetti..." (id. p. 59.

Kiko non sa ciò che dice. È falso :

ha che Gesù non c'abbia tutto invitati ad imitarlo, davanti a tutto somigliare al "Figlio naturale" di Dio per diventare tanto i suoi "figli adottivi" ed essere riconosciuti dal Padre..;

b, che l'imitazione del Cristo non esige necessariamente il soccorso della grazia che c'è stati meritati per Lui; senza l'aiuto della quale non possiamo assolutamente niente (Jn 15, 1-7,));

c che nella chiesa Cattolica il Kérygme non è stato proclamato mai veramente, così che è sempre stata Madre feconda di Santi, questi imitatori rifiniti del Cristo... Kiko è sempre in vena di calunniare la chiesa del Contro riforma di Trento...;

d che nessuno fedele, sebbene grossolano ed incolto, non si è potuto scusare mai sé di non dire sinceramente potere imitare il Cristo che non è Dio come Egli...;

e, che dobbiamo imitare solamente il Cristo costringendoci di vivere secondo le esigenze della sua grazia che rende l'uomo che partecipa della natura e della vita di Dio, disponendoci a dividere la sua stessa beatitudine...

Purtroppo, il dottrina kikienne dell'imitazione del Cristo sottende l'altro, tipicamente luterana secondo la quale il saluto è condizionato semplicemente alla fede nel potere della Risurrezione; potere che opera solamente se ciascuno apre gli occhi sulla sua propria condizione del peccatore. Segue che gli ultimi della terra sono i primi ad entrare nell'acqua correndo: gli assassini, le prostitute, gli omosessuali, gli ubriaco. Queste persone hanno guadagnato tutto, perché è vero che hanno le mani piene di peccati, è vero ciò che sta dicendo Gesù Christ che l'umanità è nel peccato; ma adesso solamente devono ricevere g r ha t u i t e m e n t un nuovo vestito, il vestito della vita eterna..." ( id. p. 61.

In sostanza: È morto per i tuoi peccati, si è fatto peccato (...), Si è sé fa peccatore ed egli è stato condannato alla pena capitale; è morto per te affinché non muoia; Ha sofferto la punizione dei peccati per te. Ha Gesù Cristo morto. Ma se si è fatto tu stesso, che cosa significa la Risurrezione? Che Dio ti ha scusato. Perché se era tu stesso che era entrato nella morte, sei quello che è risuscitato. Questo è ciò che annuncia la chiesa alla serata pasquale quando fa un battesimo. Quando un uomo entra nell'acqua, entra nella bara con Gesù Christ; Gesù Christ è entrato per lui nella morte e ha detto allora S. Paul: Guardate come è grande questo sacramento per che, imitando Gesù Christ per il sacramento dell'acqua, solamente per l'imitazione nel senso che non moriamo veramente, morremo veramente al vecchio uomo e risusciteremo veramente. Ti raffiguri, non devi fare niente, devi fare finta di entrare solamente nell'acqua. Ma questa acqua ha il potere di distruggere in te il vecchio uomo, proprio per salvarti del potere che il peccato ha in te..." ( id. p. 60.

È il linguaggio abituale di Kiko che ignora il potere rigeneratore della grazia; per la quale l'. uvre del saluto si avvera per il Cristo che lascia intrinsecamente l'uomo peccatore, avendo la consapevolezza della sua miseria e la fiducia nella virtù della Risurrezione... Questo è perché, la "conversione" è la sola illuminazione dello spirito, sulla verità della sua propria condizione di peccato, e no la trasformazione della volontà e della tensione di tutta l'energia girata a realizzare una morte a sé stesso feconda nell'unica vita possibile nella partecipazione di quella del Cristo Crucifié e Risorto.

 

 

					 XIV

 

			 devozione Al Sacro Cuore

 

IL PAPA

 

- Se volete, cari colleghi, conservare in aeternum la vostra identità sacerdotale in questa epoca dove il mondo è troppo importante per gli uomini, cercate di imitare più di ieri il c.ur di Gesù ".

" Se volete che la chiesa sia proprio sacramento di saluto per l'uomo di oggi che non svenisse la vostra identità e senza soffrire la sottile angoscia del vuoto spirituale, orientate tutta la vostra vita spirituale nell'imitazione del c.ur del Cristo. Ecco il punto centrale che spiega il dinamismo e lo zelo del vostro cardinale (Wrigt). Ecco l'indicazione permanente, convalida, che ci trasmette, se non vogliamo - noi Vescovi e Preti - che il nostro ministero si indebolisse o si annulli, eccetera ". ( Nella memoria del cardinale Wrigt, 22.9.1979.).

- C.ur di Gesù, formato dallo spirito Santo nel seno della Vergine Marie, abbia pietà di noi! . Preghiamo così nelle litanie del Molto Santo C.ur di Gesù (...). C.ur di Gesù che della sua pienezza abbiamo tutto promossi (...). È la preghiera meravigliosa, integralmente concentrato sul mistero dell'interiore Cristo: Dio-uomo. Le litanie al C.ur di Gesù attingono abbondantemente alle sorgenti bibliche e, allo stesso tempo riflettono le esperienze più profonde dei c.urs umani. Allo stesso tempo, sono preghiere di venerazione e di dialogo autentico.

" Parliamo in esse del C.ur ed allo stesso tempo permettiamo ai c.ur di parlare con questo Solo C.ur che è "Sorgente di vita e di santità" e lo desiderato "delle colline eterne." Col C.ur che è "paziente e di una grande misericordia" e generosi verso tutti quelli che l'invoca. Questa preghiera recitata e meditata, diventa una vera scuola dell'uomo interiore: la scuola del cristiano.

" La solennità del Molto Santo C.ur di Gesù ci ricorda soprattutto i momenti in che questo C.ur è "stato trapassato dalla lancia" e, per questo, aperto al mondo "visibile", all'uomo ed al mondo. Recitando le litanie - ed in genere venerando il C.ur divino - apprendiamo insieme il Mistero del Riscatto in tutta la sua profondità divina ed umana. Diventiamo allo stesso tempo all'occorrenza sensibili di risarcimento. C'uniamo con Lui per il saluto del mondo. Parlarlo del C.ur trapassato annuncia tutta la verità del suo Vangelo e di Pasqua. Cerchiamo di comprendere questo parlare di meglio in meglio. Insegniamolo! " ( Angelus, 27.6.1982. Cf. Al Polyclinique Gemelli, 28.6.1984; Al Monastero di Paray-il-Monial, 5.10.1986; Omelia a Vancouver (Canada), 18.9.1984. (Cf. : Gazza VI, D-S 2661, 2663,; Léon XIII, id. 3353; Gazza XII, id. 3922-5.

KIKO

È autorizzato a fare dell'ironia sull'immagine del S. C.ur siccome lo potrebbe un straniero che, in grande padrone, avesse ad insegnare che è Dio: Chiamare l'uomo alla conversione, questo è chiamarlo alla sua realtà profonda. Questo è perché fate attenzione a queste concezioni di un Dio tipo Sacro-C.ur, con la mano come questo e la figura ritoccata, tutto zucchero e miele, tutto soave e tendre.Allons in una baracca per vedere una donna di cui il marito si saoule e che la picchia tutte le sere che hanno un bambino in prison.voyons un poco questo Dio così soave che avete, questa vita così regolare, così come si deve, così carina, no!

" La vita è molto più seria di tutto ciò e non si può fare una caricatura. Questo Dio di cartone-pasta non esiste. Il Dio della Bibbia non è così. È un Dio che elegge un popolo e che gli do delle grazie che non dà alle altre nazioni, affinché compiesse la sua missione. Ma che non lo tradisse, se no la sua maledizione sarà terribile. È un Dio che, secondo i casi, maledetto e benedetto, id., p. 115.

" Abbiamo una grande ignoranza della scrittura. Questo è perché abbiamo questa idea di un Gesù di miele, con la barba in punta ed i ciglia depilati, con la mano così e gli occhi così. , come certe immagini del Sacro C.ur. Pensiamo che Gesù è stato ogni dolcezza. E noi non sappiamo che Gesù ha dit : canaglia! razza di vipere!., id. p. 139.

Anche confusione qui, deformazione, irriverenza! Ciò non fa onore a Kiko come credente ed amico del Papa, di gettare il ridicolo sulle rappresentazioni popolari del S., C.ur. Sebbene voglia burlarsi di esse e biasimarli. egli che si crede un grande artista -, nascondono un aspetto della personalità del Cristo che dovrebbe premerlo invece grandemente: la dolcezza, la misericordia, il perdono... Non ha detto forse che Gesù Christ è venuto a soffrire affinché non soffri; è venuto a morire affinché non muoia? Che cosa ti offre gratuitamente la vita (.), una vita eterna?" (id. p. 222. Che cosa Dio (il Dio della Bibbia, misericordia ed amore" sono? ( id. p. 62? Che sente superare tutta la religiosità naturale (...) basata sulla paura...? Che cosa bisogna nutrire una fiducia assoluta che Dio ti ama "? (id. ). Che hai ricevuto il dono di Dio: misericordia, vita eterna, perdono..."? ( id. p. 67? Perché contraddirsi in modo così pietoso? Ora sembra che prenda gusto di rifiutare tutto ciò che è sempre stato vissuto intensamente nel Corpo Mistico delle più grandi anime... Kiko non tollera il Contreréforme di Trento. È tutto...

Altra parte, sembra che non abbia pensato mai che le immagini di devozione del S. C.ur presentano anche un C.ur ferito, straziato per le spine, dominato per la Croce...; immagini che ricordano il dovere della partecipazione al suo Sacrificio, un culto di risarcimento, l'obbligo di fare suoi le miserie del prossimo, ivi compreso queste della donna picchiata dal marito ubriaco e col figlio in prigione... Qui, la solidarietà cristiana diventa demagogia, e Kiko rischio di fare il personaggio del fanfarone per l'attività di assistenza che si svolge tra le baracche di Palomeras Altas a Madrid...

 

					 XV

IL ROSARIO

 

 

IL PAPA

 

Il devozione mariale del papa non ha bisogno di essere documentata; e si può fare allusione particolarmente alla pratica della Corona, conosciuta di tutti. Tra le numerose volte che ne ha parlato, basterà riportare come all'epoca dell'angelus del 30 settembre 1981 raccomandò ai fedeli: Voglio esortarvi sempre più a riscoprire ed a valorizzare, durante il mese di ottobre, la santa Corona come preghiera personale e familiare, giro verso Quella che è Madre di ogni fedele unico e Madre della chiesa. I miei predecessori Gazza XII e Paul VI hanno voluto chiamarlo "il riassunto di tutto il vangelo." Da secoli questa preghiera occupa un posto privilegiato nel culto della Felice Vergine; Sotto la sua difesa i fedeli imploranti si rifugiano in tutti i pericoli e le necessità, La chiesa, 66. Allo stesso tempo la Corona è una preghiera semplice, ma teologicamente ricco di richiami biblici.."

KIKO

Nei suoi Orientamenti... menziona la Vergine; ma non ne tratta per celebrare ne i privilegi ne, soprattutto la sua concezione immacolata, la pienezza della sua grazia, la sua santità sublime che la rende Madre e Regina di tutti i Santi, il suo potere di intercessione...

In non ci riflettendo bene, non so come avrebbe potuto si interessare, tenuto conto del meno di tutto ciò che afferma della condizione umana e dell'efficacia di una grazia che "non diverte" di fatto, non "rigenerare, non giustificare intrinsecamente; di questo grazia cont non sarebbe possibile godere dei benefici che in modo passiva solamente.

I dubbi sulla verità del devozione mariale di Kiko sono confermati dalla pratica dei suoi comunità néocatéchuménales, dove non si recita la Corona, o a tutto il meno non parla; lo si rimprovera spesso al contrario a quello che sente restare fedele alla devota pratico.... Tutto questo è altamente sintomatico perché ciò si concilia col contesto intero della visione pseudo-teologica tirata degli Orientamenti.

 

 

		 XVI

LA MESSA DOMENICALE

 

IL PAPA

 

" Per ogni fedele cattolico la partecipazione alla santa Messa domenicale è, allo stesso tempo, un dovere ed un privilegio; un dolce obbligo di corrispondere all'amore di Dio per noi, per rendere poi testimonianza di questo amore nella nostra vita quotidiana (...). Per Ogni famiglia cristiana il compimento del precetto domenicale deve essere un motivo fondamentale di gioia e di unità. Ogni Domenica tutti e ciascuno in particolare (...) avete un appuntamento con l'amore di Dio. Non potete mancarlo!... ( In Uruguay, 7.5.1988.

- Tutti i cristiani devono essere convinti che l'assemblea domenicale è segno per il mondo del mistero di comunione che è l'Eucarestia"... ( Ai Vescovi francesi del Sud della Francia, 27.3.1987.

- In tutta la tradizione della chiesa l'Eucarestia domenicale è un'espressione speciale della fede della chiesa nella risurrezione di Gesù Christ (...). L'assemblea liturgica costituita intorno all'Eucarestia è sempre stata, della sua origine apostolica, il segno speciale della celebrazione della chiesa del giorno del Signore, ed il Concilio Vaticano II ha confermato l'importanza della Messa domenicale (cf). La Santa Liturgia, 106. È il Mistero Pasquale intero che il Popolo di Dio è chiamato a celebrare difatti ed a dividere ogni domenica.

" La vitalità della chiesa dipende in un larga misuro della celebrazione eucharistique domenicale nella quale i misteri del saluto sono resi al popolo di Dio ora ed entra nella sua vita. Secondo l'espressione di Lumen Gentium (9), Dio vuole salvarci e santificarci come popolo, e non ha non ci momento in che siamo più intimamente uniti come comunità che durante la Messa domenicale..." ( Ai Vescovi degli Stati Uniti, 9.7.1983.

KIKO

- Non pensa come il Papa e tutti i fedeli dall'origine della chiesa Cattolica. Riconosce che prima di Gesù Christ il settimo giorno era il sabato "; con Gesù Christ è la Domenica il giorno del sole...". " I cristiani. aggiunge in qualità di cronostoria della liturgia (?) - i cristiani si riunivano la notte del sabato, in seguito si passò alla domenica mattina. Per ciò il Concilio, ciò l'ha inventato, ha cominciato a lasciare celebrare l'Eucarestia il sabato sera..." ( Orientamenti, p. 335.

- Ma la notte del sabato è già domenica, è anche alle prime ore.... Vaticano II parla di "Messa domenicale", La Santa Liturgia, 42,; di Messa celebrata "specialmente la domenica" (id). p. 49,; del giorno al quale si è dato il nome di "domenica".." ( id. p. 102,; per questa ragione la domenica è la festa primordiale..." ( id. p. 106, ecc.

- Kiko osa contraffare pure presumendo avere compreso molto più che la chiesa" il mistero pasquale: La chiesa, la sua, parallelo alla chiesa " catholique) ha messo l'Eucarestia il sabato sera perché è un segno. Il sabato ha un senso più festif, la domenica la festeggia è finita già. Quando ritorniamo dallo stadio, pensiamo già al lunedì, ed al lavoro, mentre nella nociuta del sabato alla domenica, è al suo punto culminante. , id. p. 335.

- Strano un discorso del genere! Kiko può dichiararsi originale, un ebraico rifinisce, ma non vantarti di essere un buono cattolico, secondo la Tradizione e la legge di La chiesa. Lo riconosce sé, osservando,: Per parecchi questo catéchèse è una novità, per altri un scandalo"., id.). Ma la sua presunzione è soddisfatta: Avete fortuna di sentire queste cose, perché molte persone continuano nell'ignoranza (id).). Egli solo "è illuminato!"

Proprio perché lo credono così, i néocatéchumènes gli ubbidiscono ciecamente come che cosa, introduci altro, durante la loro "strada" - che può durare anche più di dieci anni - non partecipano alla Messa domenicale celebrata in parrocchia...

Questi che sono più peggiori sono che non sono tutti esemplari nel rispetto delle regole liturgiche, specialmente queste relative al culto eucharistique : il fatto di non credere nella "presenza reale" dovuta al prodigio della "transustanziazione", permette loro di non fare attenzione alle "briciole" del "pane dedicato" che cadono e che sono calpestate con indifferenza assoluta. Dopo alcune celebrazioni dell'Eucarestia, in S., Jean del Latran i custodi della basilica hanno dovuto scopare e hanno dovuto raccogliere molti resti e di frammenti del Molto santo... Ciò sembra incredibile, se si non lo fosse riportato, si non avrebbe potuto confermare le persone che l'hanno vista tutte e deplorate faticosamente.

Il Credo è recitato solamente dopo alcuni anni della "strada"; il Gloria non sempre ed egli non è cantato dovunque..; come azione di grazie alla Comunione, si canta e si danza intorno al "tavolo." L'ha u t e l non esisto... si offre nessuno "sacrificio."

Si sembra essere membro di un'altra Chiesa: quella superiora, parallelo alla chiesa Cattolica,; ne che invece - secondo Jean Paul II" - non è permesso di lasciarsi plasmare al gusto dell'immaginazione di alcuni partecipanti..." ( Alla Congregazione del Culto, 22.5.1987. Il Papa ricorda che la liturgia "sviluppa una pedagogia della fede e della vita "; questo è perché le manipolazioni non sono ammesse chi non rispettano le regole approvate della chiesa e su che i Vescovi che fanno gli i moderatori, promotori e custodi di tutta la vita liturgica, dovrebbero essere i custodi nelle loro diocesi rispettive, Ai Vescovi argentini, 1.12.1984.

 

					 XVII

LA VITA FUTURA

 

 

IL PAPA

 

A proposito della condizione delle anime nella vita futura, Jean Paul II resta molto evidentemente fedele, alla Tradizione Apostolica, al Magistère ecclesiastico, alla pratica universale dei fedeli. Così :

 

KIKO

Sul mistero dell'oltre il pensiero di Kiko è faticosamente lacunoso, anche se gesticola a parlare del Cristo risorto e della nostra risurrezione in Lui e per Lui.

- Fa menzione della nuova vita, della vita di grazia, ma non specifica ne che cosa consiste. Dà l'impressione che ignora tutto il mistero del vita trinitaire, della partecipazione degli eletti alla luce del Verbo ed all'amore dello spirito e, dunque, alla beatitudine eterna di Dio...

Durante le sue "eucarestie" si prega, si canta, compiuta dei gesti rituali, si danza, si celebre una certa "liturgia"; ma sembra che tutto cominci e finissi con lei, perché non parla di pratiche di devozione personale, di raccogliersi in meditazione, di coltivare il silenzio, di tendere ad un'unione intima con Dio, secondo l'esempio dei Santi, secondo la base delle direttive di una tradizione di spiritualità cristiana che risale ai primi secoli...

- C'è oltre: non una parola del Purgatorio dell'inferno. Ma ciò non può sorprendere, se si riflette che, secondo Kiko", il cristianesimo dice che siamo già tutti giudicati, che il giudizio su tutti i peccati è stato compiuto nella croce di Gesù Christ che ci ha scusati" tutti. il verdetto di Dio ", stesso per tutti i ladri ed i criminali, è altro solamente il perdono e la misericordia (id)., p. 66.

- Del resto, per quale peccato l'uomo può avere bisogno di purificazione e meritare una condanna eterna, se non gli è possibile fare bene l'e di evitare male il?...

Finalmente, Kiko può dire a chiunque: Se io sono il Cristo e che il Cristo è risuscitato, io sono risuscitato. ? ( id. p. 66. Può dire si l'e può ripeterlo solamente agli altri alla condizione che tutto abbiano corrisposto alla grazia... Ma una tale corrispondenza alla grazia, costa un sforzo dell'uomo (id). pp. 163, 168, mentre egli, accecato dall'eresia luterana, non può parlare. E, allora, il suo quale "strada" è, se la volontà umana resta inerte, ed il che Cristo ha fatto tutto per lei? Ha occupato il tuo posto e la mia"... ( id. p. 141. Il Papa, commentando la parabola dei talenti, insegna che la misura del giudizio sarà la collaborazione col dono ricevuto di Dio, in collaborazione con la grazia o col suo rifiuto (...). Il giudizio che il Padre confida al Cristo è secondo la misura dell'amore del Padre e di n oh t r e l i b e r t é, Pubblico generale 30.9.1987.

Infine, secondo Jean Paul II, il Cristianesimo impone tutto il senso dell'esistenza nella prospettiva dell'immortalità e del r e s p oh n s ha b i l t é (Pubblico generale, 2.11.1983,).

				

				 conclusione

 

 

Tra i magistère di Jean Paul II ed i catéchèses di Kiko lo contrasto è reale, profondo, irriducibile, anche se il risultato non è sempre sotto ogni riguardo evidente, per tutti, e se talvolta lascia perplesso, do lo stile di Kiko, corrispondendo al temperamento, alla mentalità, ed alla sua cultura biblica, teologica, storica piuttosto frammentaria e confusa... Tuttavia lascia filtrare i suoi pregiudizi che differiscono indiscutibilmente del Magistère ufficiale della chiesa.

Molti néocatéchumènes l'escludono, ripetendo che nelle loro comunità, non hanno visto mai o sentita qualche cosa che oppone realmente a tutto ciò che avevano visto e hanno sentito in parrocchia. Ma non tarderanno a rendergli ne conto, se continuano ad ascoltare ed a riflettere serenamente, come numero di essi mi ha confidato.

I néocatéchumènes sono tanto preti ed anche Vescovi a cui sembra che le differenze dottrinali sono apparenti, accessori, e si può pianerottolo; possono rallegrarsi allora solamente dei "frutti" della "strada."

Quali "frutti?"

Per giudicare ne il valore, è necessario che arrivino al mûrissement. La verità, per imporsisi, ha solamente bisogno di tempo: "Veritas filia temporis."

Del resto, alcune tesi di Kiko risuonano tipicamente di questa pseudo-cultura teologica postconciliare a che molti preti hanno fatto anche buono viso non essendo stato immunizzato precedentemente con una solida preparazione.

Purtroppo possono vantarsi di avere ne una molto differente: gettata, superficiale, pluralistico, di importazione protestante sganciata del Magistère, intollerante di ogni tradizione teologica seria, specialmente tomista...; e questo contro la volontà espressa di Vaticano II di cui non smettono di fare chiamata, ma che do loro puntualmente torto.

Ho voluto fare allusione al processo quasi inesorabile di protestantisation determinato di l'. uvre insistente di teologi tedeschi, olandese, austriaci, svizzeri che - soprattutto nel campo dell'esegesi biblica - présumément fanno la legge, seguendo servilmente di numerosi teologi italiani che insegnano nei nostri Seminari ed Università Pontificale. Ora, non si sa come Kiko ha potuto assorbire gli errori che, propagate un po' dovunque, o, si ritrovano nella produzione di Josef Blank di Saarbrücken, apertamente anti-cattolico.

Considerevole, in tutti e sempre più superficie, è la preferenza, esclusiva, della Santa Scrittura rispetto alla chiesa ed alla Tradizione Apostolica vivente del Magistère dei Papi e dei Concili: Il Cristianesimo della teologia che si orienta sulla scrittura è preferibile al principio ecclesiastico ". Dunque: Non è la chiesa che decide ciò che è cristiano, ma l'esegesi ". Blank esige che l'esegesi, nel suo lavoro, debba liberare ancora molto più del pregiudizio tradizionale e dogmatico ". Sostiene la necessità assoluta di rinunciare al dogma ". Pensa che Gesù stesso non ha voluto annunciare una "verità eterna, verso l'esterno del tempo" ". Per lui una verità di fede non è un possesso sicuro ma un processo ", e là sarebbe sopra di accordo Kiko e Carmen secondo che la Parola di Dio (...) è l'intervento, l'avvento, l'azione di Dio ", contro l'interpretazione tradizionale della "Parola" di Dio sentito come Logos, Idea, Pensiero..." ( id. p. 264. Così Blank oppone alle formule tradizionali che non danno la certezza di esprimere con esattezza ciò che si esprimeva nel passato "), ne prende si contro ogni insieme di verità o di trattati dei nostri Seminari (id). ).

Secondo Blank, il "primato Papale" sarebbe un'opinione teologica "; Il Cristo non avrebbe dato mai "il primato" a Pierre, e non più previsto per lui un successore "; il suo primato dovrebbe ad un'evoluzione sociologica e cronostoria speciale ".

- Il Nuovo Testamento non conosce affatto di sacerdozio ministeriale ", non rappresentando niente altro che un sviluppo historico-sociologico ".

- A proposito dell'Eucarestia, Blank crede che l'interpretazione dei pochi testi è completamente divergente su quasi tutti i punti ". Il gioioso banchetto eucharistique non è un nuovo culto con un rituale sacro ". Non importa che potrebbe fare il presidente del celebrazione eucharistique ". Un ministero di diritto divino non esisto affatto ". Il celibato, dunque, unito al sacerdozio ministeriale, è in disaccordo col Nuovo Testamento ".

- In Chiesa vecchia non esisteva di sacramento della penitenza "; così la chiesa si è sbagliata facendo del perdono dei peccati un'azione riservata al magistère ecclesiastico ".

I teorici del "Strada Néocatéchuménal" non potrebbero rallegrarsi non, di Georg May, Réévangélisation... Ma quale?... Come?, in Chiesa Vivente, gennaio 1992, pp. 5-7.

 

 

			 secondo Partito

 

 

RICAPITOLAZIONE, CONFERMA, BILANCIO GENERALE,

 

					 I

					

			CONSIDÉRATIONS Conclusive

				

 

  1. PRECISIAMO PRELIMINARI

Il confronto del catéchèse di Kiko col magistère del Papa obbliga inesorabilmente a concludere che il Capo Carismatico dello Strada Néocatéchuménal è fuori dalla strada.

Bastato citare i documenti del Papa Jean Paul II, in ogni fedeltà alla Tradizione della chiesa universale; e, in quanto a Kiko, basta analizzare i suoi Orientamenti, o i testi più significativi e completi avuto riguardo a tutti quelli che li ha preceduti e seguiti.

Auguro che il confronto inciti molti discepoli a ricredersi. soprattutto dalla famosa lettera del Papa alla Monsignore Cordes il 30 agosto 1990. convinti che il Papa è con essi, approvali, incoraggialo, li benedetti. ..

Ciò che è così, è difficile comprendere l'atteggiamento del Pontefice, a meno che egli :

ha, conosca esclusivamente gli aspetti positivi del Movimento néocatéchuménal ed ignora i negativo: uni di natura pastorale, gli altri di livello dogmatico...: o,

  1. conosca bene i due aspetti e preferisci tacere, perché numerosi - male preparato e di buona fede. abbandonando Kiko, sarebbero tentati di apostatare la chiesa, di girare la schiena al Cristo, e stesso di dimenticare Dio.

Nelle due ipotesi, credo appena di continuare a scrivere, o affinché il Papa arriva a conoscere il vero stato delle cose, se l'ignora; o affinché la "strada" intrapresa da molti néocatéchumènes attraverso la lettura di queste pagine si conclude il più possibile con la scoperta della verità integrale presto, insegnata dal Papa e negata di Kiko Argüello.

Proprio il trionfo di questa verità è lo scopo del nostro lavoro.

 

  1. SILENZIO SOSPETTO E PERICOLOSO

Ma, purtroppo, la verità continua ad essere minacciata seriamente, perché, mentre le manifestazioni dei Néocatéchumènes sono sempre più rumorose e rese pubbliche, si celebre i loro successi e si esaltano i " miracles della loro testimonianza di fede.; i premesse dottrinali della "strada" restano nascosti al grande pubblico.

Non ne è parlato non nella lettera del Papa alla Monsignore Cordes... Kiko non lascia scappare una sola indicazione nel Breve commento... che scrisse...; ed egli si guardò bene del trattare ne anche durante uno dei Sinodi Mondiali dei Vescovi... E così, gli autori favorevoli al Movimento si interessano, a tutto, salvo al fondo teologico che l'ispira. Tra essi sembro distinguersi il giornalista Giueppe Gennarini; e è sempre egli che, all'epoca di un incontro straordinario della Strada Néocatéchuménal tenuto in occasione del recente Sinodo Mondiale, stendi il suo panegirico, parlando di seimila barriere contro le sette ", questo essere-a-dire che sono i gruppi dei movimento attivi sul Continente, L'avvenire, 7.12.1991 p. 12.

Posso dimostrare che questi "gruppi", se si lasciano guidare per gli Orientamenti di Kiko, formano una "setta" non meno pericolosa degli altri del punto di vista teorica e pratica. L'atteggiamento di monsignore Bruno Foresti, vescovo di Brescia, di monsignore Lorenzo Bellomi, vescovo di Trieste, e dell'episcopato dell'Umbria lo confermo; le loro preoccupazioni sono divise da altri vescovi e curati anche se non osano pronunciarsi. " Si potrebbe riempire abbastanza pagine con le critiche non formulate sulla Strada néocatéchuménal, non solo per i preti ma anche dei Vescovi, un po' dovunque nel mondo. In Inghilterra si è arrivato veramente a paragonare i néocatéchumènes alla setta dei Moonies..." ( G. Rocca, La lunga strada di Kiko e Carmen. Penitenza ed Eucarestia come alle origini, in Gesù, gennaio 1991, p. 85.

Purtroppo vescovi e curati che hanno accolto il Movimento Néocatéchuménal, non si curano alle critiche sollevate: i fatti li interessano ecc., felici di vedere le chiese affollate", l'Eucarestia frequentata, i giovani entusiasti, Ex fructibus eorum - ripetendo - cognoscetis eos ".

 

Ma sono veramente dei "frutti" che lasciano perplessi, loquace delle reazioni innumerevoli da parte dei "catéchumènes" che abbandonano la "strada" in preda alle crisi di coscienza, indignati fino all'esasperazione, irritati soprattutto del comportamento delle "catechiste", umiliati e scandalizzati di certe "confessioni pubbliche", non sopportano l'obbligo morale di vendere i loro propri beni, terrorizzati da un regime di inquisition, lasciati stessi ad essi ed importunati spesso, fino a non più volere niente scibile della "strada."

"...Si ha l'impressione di vivere sotto un regime di oppressione. mi scriveva una signora qualche giorno fa -. Approfittando della libertà, alcune persone fanno la legge, dopo avere cacciato quello che era, e che era sempre stato fedele alla chiesa. Vorremmo una risposta di quello che è alla testa, perché è inconcepibile che ciò che è arrivato non si sappia, o sia sottovalutato forse. Dicono che è finalmente egli che dice la verità. Forse che durante 2000 anni la chiesa ci ha ingannati? Continuare ad avere la fede di è sempre difficile, anche perché a frequentare la sua propria parrocchia si è soggetto alla pressione psicologica che martella incessantemente. Che cosa vuole quello che è alla nostra testa? È ciò che dobbiamo seguire per la forza, cosa alla quale tutto nostro essere ribellato; o vivere in perseguitati?...". è l'ennesima lettera di sollievo che mi si manda; ma ne ho letto di più peggiore che riflettono il clima assurdo creato per il Movimento Néocatéchuménal, specialmente nei piccoli centri...

Ciò è che i vescovi ed i curati conoscono questi "fatti?" Sanno che la catechista è la solo "maestro" di verità, il solo interprete della volontà di Dio, la guida spirituale più influente, eccetera..., con la testa incaricata delle bizzarrie teologiche di Kiko?....

Malgrado tutto, non manca di conversioni sincere, di esempi di virtù, di testimonianze di fede. Ma si resta al livello della pratica e dei rapporti sociali, della disciplina di gruppo e della partecipazione liturgica... Tutto questo è molto, ma non t oh u t, sapendo bene che nella chiesa, la luce della verità deve prevalere sul fervore dell'anima e su ogni manifestazione della vita... Senza questa luce, il fervore cede al sentimento; all'infuori della verità il giudizio della ragione e si oscura e si perverte... Solo l'ortodossia fondi l'orthopraxie, se no si cade nel pragmatismo che è agnosticismo e scetticismo, negazione del Cristianesimo, rifiuto del Verbo, apostasia della vera Chiesa composta di "figlio della luce."

Dunque, che cosa possono valere o durare certe "conversioni?" Provvidenzialmente, la paterna provvidenza di Dio supplisce, lei che ricompensa la buona fede e che non abbandono i "c.urs diritti."

Ma è tempo che sia disattivata una certa "congiura del silenzio" sul fenomeno della "strada néocatéchuménal." Il pubblico ha il diritto di essere informato su un Movimento che va assumendo delle proporzioni intercontinentali, forte dell'appoggio del Clero e di un potere economico di cui poco di altre istituzioni religiose dispongono. È giusto che la stampa cattolica, liberata di tutto complesso al riguardo delle paure, dicono tutto: non solo il bene di cui tutto sono informato, ma anche e specialmente il male o gli errori contro la fede ed un'incurabile avversione verso la chiesa gerarchica: quella dei Pontefici Romains e dei grandi Concili. cuméniques, di Nicée e Trento, fino all'incompreso e tradito Vaticano II.

 

C, NUOVA FORMA DI UN ANZIANO E CONTINUO MOVIMENTO DI RINASCITA

Meriterei tutti i biasimi si nel Movimento Néocatéchuménal vedevo solamente il male. Riconosco che questa denominazione è splendida rivelando un certo genio in quelli che l'ha concepita. È bene fino là troppo evidente che il "battesimo" va ancora preparato e più dignitosamente essere celebrato con molto migliori risorse per lo spirito di adulti, finalmente capaci di accettare in modo cosciente e libero il rito battesimale del tempo: i "padrini" non possono sostituirli, di dove la necessità di un'educazione come una graduale prende di coscienza di questo sacramento, nel rispetto fondamentale di tutti gli altri.

Questo soprattutto oggi, stesso nelle nazioni tradizionalmente "cristiane", dove la chiesa conta una moltitudine di "battezzati" miscredenti e ne che la grazia è restata sterile come un germe soffocato dalla lussuria delle passioni ed interessi profani, colpevoli... Oggi, un Movimento vuole svegliare la fede in questa grazia e sviluppare tutta la virtualità della vita interiore fino alla statura dell'uomo rifinisce, nella misura che conviene alla piena maturità del Cristo (Ep). 4,13, non può essere considerato non come un dono di Dio alla chiesa.

La singolarità dell'idea della "strada" è incontestabile. Consiste nel richiamo vigoroso in rivivere il battesimo, valorizzando che il potere specifico di "rinascita" nel Cristo, crocifigguto e risorto, all'origine della più autentica vita cristiana. Sotto questo aspetto, la "spiritualità" ricordata da Kiko è certamente fondamentale in paragone a tutte gli altri possibili nel Corpo Mistico...

Ciò costituisce ora proprio come l'anima di ogni "primo" e "seconda conversione" sincera, sentita come passaggio del peccato alla grazia, del grazie alla santità. Si tratta dell'esperienza più sublime, il documentato più di tutto il letteratura hagiographique... E dopo tutto l'origine di tutti gli Ordini religiosi. in loro rispettati Fondatori. non risultano lei dell'intimo associazione al carisma di questa trasformazione nel Cristo, al suo giro fecondo in una stupefacente attività apostolica illuminata in tutti i campi ed a tutti i livelli della società umana?

Ripeto: l'idea di un "risveglio" che istrada ad un tipo di vita secondo il battesimo" è un n oh u v e ha u t é provvidenziale che attira insindacabilmente e scuota fino all'entusiasmo. Solamente compresi di questo modo, ha meritato la compiacenza e l'incoraggiamento di Paul VI e di Jean Paul II che ha riconosciuto nella "strada" l'. uvre di Lo spirito Santo che non solo dopo il Concilio di Trento, ma anche dopo Vaticano II", ha fatto germogliare nella chiesa l'impulso in una più grande fedeltà al vangelo e poi delle "notizie istituzioni" che li "mettono in pratica."

					 ***

Dunque, studiato in quanto al suo nocciolo profondo, la "strada" non differisce essenzialmente di altri orientamenti e movimenti di riforma che hanno determinato delle riprese decisive nella storia della chiesa, caratterizzando veramente un'epoca. Basta ricordare civilizzatrice esercitata la prodigiosa influenza dell'ordine Benedettino in Europa dopo il declino dell'impero Romano... È superfluo di indicare dovunque questa svolta al Medioevo del messaggio e di l'. uvre degli Ordini Medicanti coi loro gloriosi Terzo Ordini rispettivi.

E lei è completamente notevole la fioritura spirituale lussureggiante promossa della Controriforma di Trento che ricorda le gigantesche figure dei santi Pastori, Teologi, Mistico, Missionari. Sarebbe sufficiente di ricordare i carismi di Charles Borommée e Francesco di Sporchi, Thérèse di Avila e Jean della Croce, Ignazio di Loyola, Philippe Néri, Francesco Xavier e cento altri, prima della Rivoluzione francese...

Nella chiesa, del periodo delle luci non si conta le iniziative rivelatori di una vitalità esuberante, unica: alle anziane e meritate "Confraternite" seminate e che hanno infiorato con un scopo dovunque di natura spirituale e deliziosamente umanitaria alle quali si aggiunse presto più di 151 istituzioni religiose di natura clericale, secolare e laica, attive in tutti i settori della chiesa...

In questa ultima fine di secolo, sconvolto per un attivismo febbricitante, assordante, spettacolare in che il grande pubblico esalta e preferisca farlo" "a "pregarlo" ed a "soffrirlo", averlo" "a "l'essere", noi pensiamo dovere ricordare gravemente i meriti incalcolabili delle sessanta grandi famiglie di monasteri di chiusura", partita più eletta dal gregge del Cristo, Gazza XII, Sposa del Cristo, 21.11.1950. In verità - aveva decretato Gazza XI, facendo allusione alle religiose - sono queste anime pure ed elevate che esercitano silenziosamente nella chiesa l'apostolato il più universale e più fecondo con le loro sofferenze, il loro amore e le loro preghiere, Rerum Ecclesia, 28.2.1924. Valgono molto più al progresso della chiesa ed al saluto dei genere uomini quelli che si dedica assiduamente alla preghiera ed alla penitenza che quelli che coltiva solamente col loro lavoro il campo del Signore; perché, se il primi non facessero scendere dal cielo l'abbondanza delle grazie per irrigare tale campo, gli operai evangelici ritirerebbero dei frutti molto insufficienti delle loro stanchezze, Gazza XI, Umbratilem, 8.7.1924.

Breve", ai s.urs di chiusura (...) il primato del servizio di Dio appartiene chi è preghiera incessante, distacco assoluto di tutto e di tutti, amore del sacrificio, espiazione per i peccati del mondo, Jean XXIII, Discorso, 29.1.1960. " La chiesa. dice loro Paul VI. vede in voi l'espressione più alta di lei stessa: siete, di un certo modo, al s oh m m e t (Discorso, 28.10.1966.

Fino ad oggi sono al di là di 1400 istituti femminili di vita attiva con le decine di migliaia di anime sparpagliate nel mondo e che si dedicano a tutte le forme di servizio sociale, sostenuta per l'ideale cristiano di una carità inesauribile...

Chi non conosce il grandioso. uvre di assistenza, quasi abitualmente eroico, dei s.urs di Madre Teresa di Calcutta?

Nessuno ignora l'. uvre spiegato da aldilà un secolo dell'azione Cattolica che ha il merito immenso di avere educato alla santità delle centinaia di fedeli di ogni età, sesso, classe sociale...

Non possiamo parlare non dei Focolari, dell'opus Dei, del Renouveau nello spirito, di Comunione e Liberazione e di altri innumerevoli - grandi e piccole. Comunità di ogni genere uscita del periodo postconciliare, accolte dai laici, dei preti, dei vescovi... Non è possibile calcolare i "gruppi di preghiere", di "volontarii" e di attività apostolica delle mille forme che si svolgono nel segreto più eroico, nell'anonimato più ammirevole...

Sarebbe adesso, anche ingiusto paragonare solamente "la strada" di Kiko alla massa immensa di bene operato da tutte le altre "forze" di cui dispongono la chiesa... Ed egli sarebbe assurdo di supporre che lo spirito del quale sono animate differisce di ciò che stimola ogni credente a prendere coscienza del suo proprio battesimo, di scoprire ne il senso, di valorizzare ne la grazia. Diventare sempre più "cristiani" che si inseriscono più profondamente nel Corpo Mistico per partecipare alla sua vitalità in un processo incessante di morte e di rinascita nel Cristo, ciò non significa egli per tutti forse comportarsi come l'eterno "catéchumènes", mai soddisfatti di si, perché ineffabilmente tormentato per l'ansietà di trasformarsi e come perdersi nel Cristo, crocifigguto e risorto?

Il merito del Movimento Néocatéchuménal si ridursi a questo - sicuramente considerevole - di avere sempre ricordato in modo più esplicito un dovere fondamentale sentito e vissuto per tutti i credenti col vantaggio, per questi. è giusto aggiungere - di essere restato nel solco dell'ortodossia, come non possono dirlo i discepoli più coscienti di Kiko.

Dunque, se è apertamente eretico di progettare un processo di rechristianisation dei mondi moderni proponendo la "strada néocatéchuménal" sulla base dei premesse teologici di Kiko-Carmen; è inammissibile e presuntuosi credere che il "metodo" del néocatéchuménat adottato da essi è il s ed u l e valido nella chiesa... Per affermarlo, bisognerebbe ignorare la storia, ignorare la vitalità del Corpo Mistico, insultare dei milioni e dei milioni di fedeli, animato per un molto altro spirito, educato a molto differenti scuole, degno di una bene più alta considerazione.

 

 

D, SUCCESSI INCONTESTABILI,

Penso che Kiko, con la sua "strada", non può aspirare ottenere dei risultati più grandi che quegli attribuito dalla chiesa ai suoi grandi bambini del passato.

Ma suo. uvre si imporsi, è favorita anche immensamente dei mezzi moderni di comunicazione e di trasporto. Leggo che attualmente la Strada néocatéchuménal, presente anche nei Paesi dell'est, conto al di là di 10,000 comunità ripartite in 3,000 parrocchie in 650 diocesi ne al di là di 80 nazioni. Solamente in Italia, le comunità sono circa 3,000 e sono ripartite in un migliaio di parrocchie di 185 diocesi...

Resta a risolvere tuttavia due problemi.

Dei successi tanto tangibili avrebbero essi anche estate possibile senza adottare il "metodo" suggerito ed imposto per Kiko ed i suoi collaboratori?

Faccio allusione alla formazione dei piccoli gruppi di circa 30-50 persone; chi, del "fase kérigmatique" o dell'annuncio, è seguito e preparate assiduamente nel periodo detto del "précatéchuménat" che dura due anni. Segue il passaggio al catéchuménat", di due anni; poi il vero " catéchuménat ", più intenso e formatif, di una durata di tre anni; una volta finita gli succede "l'elezione", tempo di un catéchèse più profondo; finché non si arriva alla "rinnovazione delle promesse battesimali."

La "strada" si prolunga dunque per non meno di otto anni; si svolge nella cornice della parrocchia, dove di anno in anno si formano delle comunità differenti, ciascuna di esse compie il suo corso, secondo il suo proprio ritmo, intorno al suo "presbytre"; ne risulta dunque una parrocchia strutturata come un piccolo sistema atomico, avendo il suo proprio centro nella parrocchia.

La "strada" finita, i gruppi ritornano in parrocchia per animare facendogli partecipare ai fedeli ordinari la ricchezza spirituale accumulata durante i lunghi anni di formazione.

Tra le novità più sensazionali, raffigurano il ministero delle "catechiste itineranti", gruppi di néocatéchumènes formato di un prete ed accompagnati di un giovane e quasi sempre di una coppia di sposo coi loro bambini: tutti impegnati in un'attività missionaria, riservata una volta al clero diocesano e religioso. Avendo rinunciato ai loro propri beni, sono sostenuti economicamente delle comunità di provenienza.

Rispondendo alla domanda formulata più alto, penso che, probabilmente, Kiko, se non si fosse servito del "metodo" descritto, avrebbe ottenuto poco o niente, essendo data le condizioni socioculturali del momento storico attuale. Faccio principalmente allusione a lui che sembro dotato di spirito e di un'abilità di organizzazione poco comune. Questa è l'aspetto positivo di suono. uvre, che non può negare onestamente, anche se questo "metodo" deve essere ritoccato e corretta, soprattutto per il suo contesto dottrinale, siccome continuerò a spiegare.

 

II

TRAPPOLE DI L'ULTIMA ERESIA

 

Molto più seri è il secondo problema: Kiko avrebbe potuto concepire la sua "strada" facendo astrazione delle considerazioni dottrinali studiate nel mio esame critico?

È assolutamente certo: primariamente, perché, sulla via delle "riforme" bene più vasti e radicali, sono state precedute da un esercito di Santi, rimasti docili al Magistère della chiesa. Kiko avrebbe potuto e dovuti seguirli senza sacrificare in nessun modo del suo programma...; secondariamente, perché la "teologia" che ha adottato è talmente erronea che ha svuotato il suo "metodo" del contenuto unico di verità che poteva renderla realmente e durevolmente efficace.

Segue che i successi che ha raggiunto, lo deve principalmente alla grazia di Dio che supplisce ai difetti umani che operano nelle anime malgrado l'ignoranza, i pregiudizi e gli errori che ne derivano... Lo deve, anche, all'impulso di un'educazione cattolica precedentemente promossa di membri della famiglia e di preti..., e per che la "strada" è stata solamente un'oh c c ha s gli oh n favorevole, non un d é b u t che necessita un "risveglio" interiore. In un rigore di logica, li presupposti dogmatici del Movimento Néocatéchuménal avrebbero potuto fare piuttosto perdere la via del saluto, rendendo vana la virtù redentrice del Cristianesimo che è proposto dalla chiesa Cattolica. Ricapitolando, Kiko insegna che :

A, LA CHIESA CATTOLICA STATA UNA DELLE NUMEROSE VIE DI SALUTO

 

Se la chiesa, obiettivamente, non è l'unica ancora di salvezza sulla quale tutto devono salire per scappare (Orientamenti, p. 78, non è l'unica fondata dal Cristo, questo essere-a-dire l'unico Ovile del suo gregge, al di sotto tutte le altre religioni, cristiane e non cristiane... Ma, nel suo caso, la "strada" néocatéchuménal potrebbe avere per mezzo estremo non importato quale altro tipo di religione, indifferentemente... Se la missione della chiesa non è quella di prendere tutte le persone che si trovano verso l'esterno (...) e di portarli all'interno... " ( id. ), a che cosa serve l'. uvre delle catechiste itineranti?" Sarebbe vana come quella di tutti i missionari sparpagliati nel mondo... In altri termini: se non è necessario appartenere alla chiesa come società visibile e gerarchica, Cristo non avrebbe potuto fondarla, costituirla, conferirgli i suoi poteri...; non avrebbe comandato agli Apostoli di andare dovunque e di predicare ad ogni suono Vangelo...; si sarebbe astenuto da dire che sarebbero salvati solamente quelli che crederebbe e che sarebbero battezzati, Mc. 16,16.

B, GERARCHIA NON FONDATA NÉ CREDIBILE

Se di sacerdozio ministeriale essenzialmente distinto non c'è nella chiesa Cattolica di quello comune a tutto li battezzati, non c'è neanche gerarchia: Kiko rifiuta una Chiesa (...) giuridico, id. p. 167, con una dimensione giuridica (id). ), precisamente perché riconosce l'unico sacerdozio del Cristo (id). p. 56s. Logicamente, segue che i Papi, i Vescovi ed i preti si attribuirebbero dei poteri che non hanno né non possono esercitare sui fedeli. Ma, in questa ipotesi, come Kiko può servirsi come leva del prestigio del Papa e può sentirsi forte della sua protezione, rallegrarsi del suo favore?... Perché ricorre all'autorità dei Vescovi, e ha egli bisogno di l'. uvre dei Preti?... Sono realmente chi secondo lui? Può escludere con una certezza assoluta che ciò che afferma essere la sua "strada" il prodotto di un'illusione colossale sia, dovuta all'esaltazione ed al fanatismo religioso? Qualcuno è arrivato a sospettare l'intenzione di un man.uvre diabolico...: ma questo sarebbe troppo, e noi speriamo che l'indiziato lo deve ad un'insinuazione cattiva, obiettivamente ingiustificata...

C, SOLAMENTE LA BIBBIA

Kiko apprende unicamente la "Parola di Dio" della Bibbia e non si serve di altro criteri per interpretarlo che la Bibbia stessa attraverso i parallelismi (Orientamenti, p. 372. Ignora la tradizione e specialmente le dichiarazioni del Magistère... Ma, privi di questa guida, i suoi "catéchèses" possono esse quale Cristianesimo fare conoscere ed insegnare, specialmente in terre di missione?... A questo riguardo, come il loro apostolato può distinguersi di quello dei missionari protestanti?...

D, NESSUNO "RISCATTO,"

La presunzione di interpretare la Bibbia senza la mediazione del Magistère accechi Kiko al punto di fargli ignorare principalmente il carattere di riscatto di l'. uvre del Cristo che salta agli occhi ad ogni pagina del Nuovo Testamento, cf. Lc 24,21; Gal 3,13; 4,5; Tt 2,14; 1Pi 1,18 ecc.. E, a sostegno della sua tesi, osa citare Vaticano II che non ha probabilmente anche non fino là letto perché gli dà torto (id). p 67. - Cf. La Santa Liturgia, 2,; La chiesa, 3, 8, 9, 44, 52, 57,,; L'. cuménisme, 12,; La Vita Religiosa, 5,; L'apostolato dei Laïcs, 2, 5,; La Libertà Religiosa, 11,; Il Ministero e la Vita dei Preti, 13,; La chiesa nel Mondo di questo Tempo, 67. Adesso, l'avvenimento del "Riscatto" scartato, quale gioiosa annuncio i "catéchumènes" di Kiko possono apprendere?... di quale speranza possono essere consolate nella loro "strada?"

E, LIBERO ESAME,

Chiamare ne immediatamente alla Bibbia escludendo la condotta del Magistère, sembra che ciò implichi in Kiko. in accordo col tradizione irrationaliste e fidéiste protestante. una diffidenza nella ragione che scoraggia una qualsiasi inchiesta della teologia speculativa. Carmen Hernandez esprime il suo pensiero quando critica l'idea della Rivelazione come concepita nei seminari: È sempre un insieme di verità o di trattati in che Dio ha detto delle cose. Per l'Israele. aggiunge. non è ciò"., id. p. 264. Innanzitutto, stesso per Israele Dio ha rivelato delle verità l'oggettivi concernente Egli e suo. uvre...; in secondo luogo, un cristiano deve apprendere e deve spiegare solamente il senso della Rivelazione secondo la chiesa Cattolica.

Adesso proprio la chiesa Cattolica propone un insieme di verità o una serie di "dogmi"; e sono per sentirli e potere incorniciarli in una visione logicamente unitaria che stimola le teologie a stendere i loro "trattati." Se nei Seminari fondati da Kiko i giovani non studiano la teologia per assimilare la verità rivelata da Dio ed interpretata per la chiesa, il suo progetto di rinnovo è assurdo perché potrebbe farsi solamente delle notizie eresie, ed istradare ad un scisma...

Carmen mostra niente non avere compreso della "Rivelazione" quando afferma che è sempre un'astrazione un'idea...", come se la verità concernente il mistero di Dio non esigeva di sforzo potente di astrazione intellettuale...; come se "l'idea" non fosse un riflesso della luce del Verbo, il Logos... E è completamente arbitrario di sentire. in modo hégélienne - la "Parola di Dio" come puro intervento ", avvenimento ", azione ". La "Parola di Dio" è Dio, e Dio non può ridursisi ad un "avvenimento" (id). p. 264,: È l'atto di essere puro, immutabile, eterno.

F, UNA "STRADA" AD IL CIECO

Prémice fondamentale di l'. uvre del saluto è la drammatica realtà del peccato; peccato sentito come fa morale, implicando la possibilità di una "scelta". Scelta tuttavia che, secondo Kiko, non è possibile all'uomo, non potendo compiere bene il né resistere al male (id). pp. 130, 135, 136, 138. Ma, se la volontà umana è talmente difettosa, al punto di non essere capace di fare una scelta, come anche il "peccato" non è possibile, "non può convertirsi" neanche... Ma, in questo caso, è insensato parlare di c h e m i n, e quello predicato da Kiko è tutta un'illusione.

"Strada al cieco" anche perché programmato male. Questo ultimo, così illuminato per la fede, dovrebbe essere graduale, sapientemente proporzionato alle disposizioni interiori dei fedeli, ripresentarsi il processo di una comprensione sempre più approfondita e vissuta del Mistero cristiano... Adesso, l'Eucarestia è la cima più alta della salita spirituale del "convertito", costituendo "il C.ur" della chiesa, il Centro del culto, lo Scopo di tutti i sacramenti, il preludio della vita eterna... Ma non ne è così secondo Kiko; egli che, dall'inizio della "strada", accorda l'Eucarestia a tutti, fino al - come lo vedremo - criminali e libertini, ladri e prostitute...

Siamo fuori dalla strada. Fede, storia, liturgia, vita interiore, ect,. : tutto è calpestato allegramente. Il battesimo che dovrebbe iniziare alla vita cristiana, simboleggiando la "rinascita" dell'uomo nel Cristo, è celebrato alla fine della "strada", come se dopo lui non restasse più al credente a fare mai un altro sforzo di una "strada" senza arresti e di una "rinascita" definitivi.

G, NÉ PECCATO NÉ ESPIAZIONE

Se la volontà umana non è responsabile del peccato, questo, secondo lui, è unicamente dell'a un'influenza diabolica irresistibile: l'uomo è al potere dei demoni. È restato schiavo dello Scaltro. Lo Scaltro è il suo Signore..." ( id. p. 130. Ma, precisamente per questa ragione, l'uomo non avrebbe offeso Dio a cui non dovrebbe nessuno risarcimento...; Per ciò può aspettare solamente tutto del Cristo di cui la morte non ha tuttavia il senso di un "sacrificio di espiazione." E ciò si spiega così perché Kiko non vuole niente scibile dei "sacrifici": la giustizia di Dio non li esige.

Sostenendo questo, non tiene conto di opporre ad un vero ammasso di testi biblici... Come allora una nuova comunità può mettersi in "strada" basandosi sul primo "piede" del suo "cavalletto", la "Parola di Dio" secondo quale il Cristo ha salvato l'uomo perché si è offerto in "vittima" del suo peccato, soddisfacendo la giustizia di Dio? Non si tratta di una "strada" che conduce al precipizio di più empio dalle eresie? La Croce - strumento e simbolo della morte di Gesù - può essere "gloriosa" solamente per i néocatéchumènes se è più l'espressione il sublime e tangibile del suo amore al Padre, offeso dal peccato e sopito per il suo sacrificio.

È l'unico linguaggio che ha un senso per chiunque si mette in "strada" per diventare un cristiano coerente...

H, SUPPOSTO VERTUE DI LA "RISURREZIONE"

Una volta negata la realtà del peccato come offesa di Dio, e poi il dovere di espiare egli e la necessità del "sacrificio", Kiko non concepisce la morte del Cristo come la sua Offerta espiatoria ma unicamente come "passaggio" alla vera vita o ritorno al Padre: il suo P â q u e s. E col potere della sua risurrezione strappa proprio alla morte perciò l'umanità, condotta a Dio in Lui (id). p. 305. Dunque, la nostra rinascita è dovuta alla sua Pasqua che emerge come mistero centrale del saluto...

Mistero tuttavia profondamente alterato perché trascura assolutamente dei dati certe del dogma che risulta dalle Sorgenti della Rivelazione e del Magistère. Più alto ne ho trattato riportando il pensiero di Jean Paul II secondo la quale dobbiamo il Riscatto al Sacrificio della Croce, suprema causa meritoria del saluto...

Ancora rilievi :

- secondo Kiko, la morte, con la paura che ispira, sarebbe il peggio dei mali... ( id. pp. 47, 48, 49,; mentre, secondo la fede cattolica, è solamente la conseguenza del peccato, radice di tutti i mali;

- dunque, per vincere la morte, era necessario vincere innanzitutto il peccato;

- ma questo sarebbe stato possibile solamente in virtù della morte del Cristo compresi semplicemente come fatto biologico: occorreva che la sua morte avesse il valore morale di un atto di culto; ciò ritorna a dire che doveva essere affrontata da Lui con un supremo trasporto di amore al Padre, in quanto accettata in espiazione del peccato come offesa di Dio.

Dunque, facendo fi di un tale contesto, Kiko non sa spiegare la morte del Cristo. A Lui, Verbo Incarnato era connaturelle una condizione gloriosa; per ciò avrebbe potuto assumere una natura umana impassibile, e procurare anche all'uomo la celebrazione del suo "pasqua ebraica" questo passaggio della morte alla vita. In altri termini: Kiko non riflette che la vera morte è unicamente il peccato e la vera vita è principalmente quella della grazia, come l'amicizia di Dio ritrovata.

I, SACRAMENTO DI LA PASQUA?

Negando il "sacrificio" della croce, Kiko respinge anche quello dell'altare. L'Eucarestia non perpetua l'offerta insanguinata del Calvario, perché questa liturgia è il sacramento del passaggio di Gesù christ della morte alla risurrezione (id). p. 305,; e, concepita così, rappresenta il secondo "piede" del "cavalletto" che fondi la "strada" néocatéchuménal: La chiesa proclama fondamentalmente la Risurrezione nell'Eucarestia. L'Eucarestia è una proclamazione, un kérygme della risurrezione di Gesù Christ della morte (.). È un Pasqua ebraica, il sacramento del passaggio della morte alla risurrezione (.). È un sacramento eterno ed agendo in che lo spirito sta agendo e di risuscitare le morti che partecipano e mangiano di questo pane e bevono di questo calice"., id. p. 308. È la possibilità di rendere presente la vittoria sulla morte"., id. p. 305.

Siamo esattamente agli antipodi della fede cattolica: Kiko ha contraffatto la forma ed il contenuto, "segno" e "significato" della liturgia celebrata dalla chiesa da duemila anni, in inventando si una tutta sua.

In un luogo dello ha u t e l, ha messo il tavolo (id). p. 56,; ma, eliminando l'altare, si è sbarazzato del "sacerdozio ministeriale", dunque della chiesa gerarchica... Tutto sommato ha finito per sottrarre la cima e la sorgente ai credenti di tutto il culto e della vita cristiana, Codice di diritto cannone, c. 897. nel tradimento del mistero eucharistique, Kiko ha privato il suo metodo di rechristianisation di ogni efficacia riformatrice possibile.

 

L, CORPO MISTICO SENZA "IL CUORE"

La sovversione della liturgia cattolica risulta in modo più deplorevole perciò nel rifiuto del "presenza eucharistique" dovuto al prodigio della "transustanziazione", come l'ho osservato su più alto.

Forse senza per niente lo scibile, Kiko sembra fare buono viso alla recente teoria eretica del "transsignification" respinto da Paul VI, Mysterium fidei, 4. In verità, secondo lui, per le parole della "consacrazione", la sostanza del pane, al senso ontologico, obiettivo) non cambio: per lui, il "pane" acquista solamente un notizia "significato" in tutto ciò che si riferisce allo spirito del Cristo che rinasce e fa rinascere i credenti. Così la sua presenza non si realizza perché il pane diventa il suo Corpo, ma solamente perché il s ci m b oh l e di questo Corpo risuscita nel suo passaggio della morte alla vita, dell'umiliazione alla gloria...

Dunque, in si e per si - in quanto alla sua benzina - il pane resta il cibo comune dell'uomo; che non è avuto d oh r ha b l e, come non lo sono le "briciole" che restano o cadono del tavolo... " Questo pane - spiego Kiko era già l'oggetto della festa tra i popoli pagani, come pane dei prémices, all'arrivo della primavera. Per l'Israele, questo pane riceve un nuovo contenuto, un nuovo sens ,: l'uscita dell'Egitto. Gesù christ gli dà ancora un altro significato, dà un nuovo contenuto al signe : questo pane è il mio corpo che è consegnato alla morte per voi. Gesù Christ non inventa il segno che era molto vecchio. Ma dà pienezza al segno, un nuovo significato. Perché gli compie il Pasqua ebraica, gli compie il passaggio della schiavitù della morte alla terra promessa che è l'arrivo al Padre, la felicità, la vera Gerusalemme"., id. p. 306.

Riflettendo su una tale esegesi dell'ultimo Cène, riconosco che Gesù avrebbe potuto realizzare anche la sua presenza nel senso e nei limiti indicati da Kiko. Ma, nella zona del soprannaturale, "la pura possibilità", l'oggetto di un'ipotesi teologica non sarà mai il contenuto concreto della Rivelazione o una verità a credere e vivere...

In breve: questa esegesi contrasta con la Tradizione ed il Magistère solenne della chiesa Cattolica; ciò che basta per rifiutarla come h é r é t i q u e...

Adesso l'Eucarestia eliminata, di tutti i Sacramenti il più supremo, unico ed immenso C.ur della chiesa, come Kiko può presumere di formare i suoi "comunità néocatéchuménales?" Manca loro questo Centro gravitazionale che attira e fondi in Lui tutti i loro membri, mettendoli in comunione con Dio e tra essi. Dunque, comunità senza â m e, prive di vita. Quale successo possono sperare?... quanto tempo duraturo sarà dimostrato finora l'entusiasmo?...

 

M, APPARENZE ILLUSORIE,

Il successo e la propagazione veloce della Strada néocatéchuménal devono anche in grandi parti al componente sensibile e spettacolare che caratterizza la vita delle Comunità; tutto deve essere programmato in modo rigido, complicata, elaborata, al punto di urtare quello che è male preparato per la novità della pompa, dei canti, dei gesti, dei riti, delle fasi della Strada e fino al linguaggio che Kiko trae dalle sorgenti ebraiche facendo mostra di un'erudizione biblica che può sembrare invidiabile...

La mania del "primitivo" l'ha convinto che l'il cristiano che vuole rinnovarsi veramente, non può fare astrazione delle sue radici, perché una vera rinnovazione del cristianesimo sarà il ritorno alle sue sorgenti, alle sue radici (id). p. 293. L'affermazione lascia perplessa, è certo che la novità del Cristianesimo è assolutamente come quella del "messaggio evangelico", come unico è la persona divina del Cristo, originale la sua rivelazione del Padre... Di conseguenza "vecchio" è solamente il mondo ebraico perché la sua cultura è superata, i suoi riti sono antiquati, in quanto ridotto alle pure immagini, annunci, ombre della "nuova Alleanza", unica realtà che esiste e che abbia in si e per si un senso definitivo ed eterno.

Si ha l'impressione che i Néocatéchumènes vogliono essere i custodi di queste "ombre: il culto dei s i g n e s sembra farloro dimenticare la "realtà significata": quella che costituisce la più vera ricchezza della chiesa. Così, riassumendo velocemente :

				

				 III

			

ACCOZZAGLIA DI ESAGERAZIONI, DI EQUIVOCI, DI ERRORI,

 

 

La raccolta al quale si fa allusione tratta dei due scritti più piccoli di Kiko e Carmen: il primo, di 1974 dei titolo Orientamenti alle squadre di catechiste per lo shema che indicherò col sigla Oro Ha; il secondo, tratta delle catechiste del 1972 con le addizioni del 1986, dei titolo Orientamenti alle squadre di catechiste per il convivence della rinnovazione del primo scrutino battesimale saranno indicati con la sigla Ora B.

Non aggiungo veramente di commenti, perché il testo non ne ha bisogno, anche perché è facile rialzare ne il contrasto con tutta la coscienza cristiana, ed anche il buonsenso che ha sempre compreso in virtù di un processo spontaneo di assimilazione della Verità rivelata durante millenni. " Non trascuro alcune veloci notizie secondarie, più o meno discutibili.

  1. Ciò che si fa nella "strada"
  2. in un certo periodo: Non si fa niente; e non si preoccupa della parrocchia, e non si visitano gli invalidi, e non si fa altro che ascoltare la Parola.." ( Oro Ha, p. 24. Precisamente ciò che deplora vescovi e parrocchie, denunciando una strada parallela a quello della più vasta comunità parrocchiale e diocesana, in non inserendoli organicamente nella pastorale ordinario ".

  3. Illustrazione e poteri delle "catechiste"
  4. Essi - non preoccupati di offendere la modestia e peccando per presunzione - hanno il carisma di esorcizzare i catéchumènes, di darloro "la grazia sufficiente", Oro Ha, p. 23, di discernere che ha la fede e che ne è privato, Ora B, p. 45ss.

    " In chi è la chiesa rappresentata? Nelle catechiste, in noi, in questo momento, noi che siamo il responsabile, i responsabile dell'iniziazione cristiana..." ( Ora B, p. 63, - in effetti, delle testimonianze degne di fede assicurano che la Catechista, nei suoi rapporti personali e diretti coi fedeli, dichiara essere "Dio stesso", o del meno "l'angelo di Dio"; nelle confessioni pubbliche torturano la coscienza dei néocatéchumènes tirando di essi delle accuse umilianti, creando un clima di terrore, scatenando una vera tempesta di sospetto, di odio... Una donna - mi confidò così. che ha dovuto dichiarare essere una prostituta, tanto non essendo una non è restata mai: la catechista ha la facoltà di fare esercitare l'umiltà fino a costringere a mentire.

    Solamente quello che ubbidisce totalmente alle Catechiste è "buono e bravo." Ma quello che esprime delle riserve o non accontentarti in tutto non ha compreso" niente ed egli perde ogni stima ed influenza nel gruppo. Così si perde la fiducia nei preti; perciò perché parecchie volte insegnano che i padroni della fede, i giudici dei carismi, i possessori e distributori dello spirito Santo, questo è essi, le Catechiste che devono essere ascoltate per questa prerogativa ed ubbidisco senza discutere...". Di una lettera firmata.

     

  5. Pettegolezzo anticlericale
  6. Nelle parabole del fariseo, Kiko vede nel primo un monaco e nel secondo una prostituta...( Oro Ha, p. 32. " In queste assemblee. mi ha si dice - si sparla continuamente dei preti, del Clero che in 2000 anni non hanno potuto fare molto. Kiko è al contrario la Parola ad ubbidire, là dove i preti non comprendono niente ".

  7. " Oggi la chiesa scopre
  8. che il suo dovere primo è di evangelizzare..." ( Oro Ha, p. 54. Il merito di una tale scoperta appartiene forse ai Neocatéchumènes? Nessuno, prima di Kiko, aveva compreso ed aveva ubbidito al comando di Gesù di andare nel mondo intero e di predicare il vangelo ad ogni creatura?" ( Mc. 16, 15. L'elezione dei primi diaconi non fu provocata, tra i "Dodici", per la preoccupazione di non trascurare la Parola di Dio per il servizio dei tavoli"? ( Ac. 6,2.

  9. Intorno al peccato originario,
  10. si calunnia S. Agostino secondo cui si ridursi ad una macchia giuridica..." ( Oro Ha p. 42. Il Santo potrebbe rispondere a Kiko ciò che sostenne polemizzando con Julien di Eclena, vescovo pélagien,: Il peccato originario non è la mia invenzione, perché la fede cattolica dall'antichità ne ha sempre proclamato l'esistenza; ma tu che lo neghi sei partigiano di un nuovo h é r é s gli e dunque..." ( Di Nuptiis e concupiscentia, II, 12, n. 25, Piazza 44, 450s. Agostino, in un altro lavoro molto animato Contro Julien, al soccorso della tradizione di verità di fede può allegare le testimonianze di S. Irénée (id)., I, 3, 5, S., Cyprien (id)., n. 6, Olimpo di Spagna (id)., n. 8, S. Hilaire di Poitier (id)., n. 7, S. Ambroise (id)., n. 10, il Papa Innocente I (id)., n 13, S. Gregoire di Nazianze (id)., c. 5, n. 15, S. Basile il Grande (id). ), perciò dei vescovi, come Eulegio, Giovanni, Ammonien, Porfire, Eutonio, Fido, Zonino, Zebenno, Ninfidio, Crémazie, Giovino, Eleuterio, Clémazio (id),,., n. 19.

  11. Risa battesimale
  12. ". È molto importante di amministrare il Battesimo siccome l'ha fatto la chiesa primitiva, completamente nuda"... ( Oro Ha, p. 41.

     

  13. Fallimento della chiesa :
  14. " Quando abbiamo conosciuto un cristiano adulto!? Ne sono arrivato a venticinque anni senza vedere un solo cristiano (...). Tutti questi cristiani, chi va e riempe le chiese, quando ci hanno dati una testimonianza di Cristianesimo adulto?... " ( Ora B, p. 53s. " In tutta la mia vita non ho visto un cristiano, Ora. B, P. 172.

  15. La Strada non è per tutti
  16. Kiko si contraddice, perché insegna in primo che il catéchuménat è universalmente giusto, indispensabile, per rechristianiser lo mondo cf. Oro Ha, p. 22s,; dopo invece pensa il contrario: Non sai se il Signore può eleggerti o no per questa strada..." ( Oro Ha, p. 3.

  17. Cominciano a pregare troppo tardi
  18. i catéchumènes: dopo due anni. " Vogliamo che nei convivences che avranno luogo, d'ora in poi e fino al secondo scrutino e più anteriori, cominciavate un poco a pregare come ora ve l'insegneremo. Fino ad oggi non vi abbiamo molto insegnati a pregare perché per pregare è necessario che ne abbiate il bisogno..." ( Ora. A, p. 32s. Ma chi non sa che ha "bisogno di pregare" che ciò deve essere stimolato come l'appetito, ciò che è più necessario del pane? Il "sentimento", stesso e qui deve essere preceduto soprattutto, ed acceso dalla riflessione.

  19. Cristianesimo senza un sforzo della volontà?
  20. " Ciò che abbiamo condannato è che compiamo un Cristianesimo volontariste (?). A sapere che obblighiamo le persone a consumare delle loro forze, quando non abbiamo la volontà illuminata dallo spirito Santo..." ( Oro Ha, p. 32s.

  21. Kiko non comprende "il matrimonio all'infuori del Cristianesimo"., Oro Ha, p. 44.
  22. L'affermazione non è tutto discutibile... Se non si comprende né è accettato come Sacramento, il matrimonio deve essere compreso e vissuto almeno come contratto naturale, anche se è anche il più sacrosanto ed allettante di tutti.

  23. L'Eucarestia anche per gli atei ed i criminali.
  24. Kiko sé lo concede: Durante il periodo del précatéchuménat, o per due anni, e stesso più, non siamo entrati nella vostra vita. Può venire qui un ateo o chiunque di altro, durante questo tempo non abbiamo detto niente a proposito del sesso, del lavoro...; uno ha un'amica, un altro cappotto, un altro uccido o egli lascia uccidere... niente! Non ci siamo immischiati di niente nella vostra vita. E di tutto c'è a Roma! C'è una magnifica proliferazione di tutto ciò che volete, durante questo tempo. Abbiamo chiesto solamente una cosa: venire una volta per settimana ascoltare le Parole di Dio e celebrare l'Eucarestia. Ciascuno ha continuato a fare ciò che voleva..." ( Oro Ha, p. 96. Ma che ciò è che l'Eucarestia per Kiko? Non crede nella presenza reale per cui il pane dedicato resta sostanzialmente pane ordinario...; o egli permette dei sacrilegi... ( vedere tanto Oro B, p. 67.

  25. Concezione pessimista dei valori profani :
  26. "...Nessuno padre vuole solamente suo figlio sia un disgracié, un uomo povero,: tutto vogliono essere, essere! Essere realizzato, rassicurarsi. Perché cerchiamo in tutte le cose la vita, ecco qui il problema. Un uomo cerca la vita nel lavoro. La vita. E è un idolatra. E l'uomo cerco la vita nella famiglia. E mentre fa l'uomo? è idolatra della famiglia. Facciamo della famiglia un idolo. Qualche cosa che dà la vita. Facciamo del lavoro qualche cosa in che vuole avere la vita. Cerchiamo "l'essere", e realizzarsi, perché siamo accerchiati radicalmente da questo. Questo si chiama "ego", l'ego, egoismo..." ( Ora. B, p.166). Allora i beni temporali non sono un dono di Dio? E può dichiararsi "idolatra" quello che procura si li e così come alla sua famiglia per il lavoro, se li chiede a Dio nella preghiera?

  27. Gesù comanda di odiare genitori e membri della famiglia
  28. Kiko ne è convinto: Se qualcuno viene vuole seguirmi e che egli h non ha i t suo padre, sua madre, la sua donna, suo marito, i suoi fratelli, i suoi figli, non può essere il mio discepolo. Con questa parola inseguiamo il pericolo di dire: non la comprendo. Quale Dio è, egli che è buono e chi parlano di odiare? Sapete che alcuni traduttori hanno cambiato "odiare" per "rinviare", "amare meno"; ma un exégète più approfonditi hanno detto che la parola è h ha ï r che altre traduzioni non sono esatte. Questa è la traduzione della Bibbia di Gerusalemme, perché di questo modo si c'è trasmesso questa Parola della Bibbia di Gerusalemme. Per quello che ascolta queste Parole con una buona intenzione, con lo spirito di ascoltare, questa Parola è Vita..." ( Ora B, p. 74. Si non è utilizzato i commenti; ma proprio a proposito della Bibbia di Gerusalemme, il testo originale del commento avverte: Hébraïsme, Gesù non chiede il h ha i n e, ma il distacco completo ed immediato..." ( Lc. 14,26.

  29. Comunione dei beni?
  30. Sarebbe questo regime che è stato istituito nella chiesa: In molti convivence le persone si ribellano e non vogliono vendere i beni e pensa che devono fare una piccola elemosina... non comprendete. Adesso, vi dirò una cosa: non siamo restati di accordo, fratelli, che cosa la comunità deve essere "sacramento di Gesù Christ" e che lei l'umanità futura è? Abbiamo detto che il sacramento del saluto è il cielo: un luogo dove tutto fratelli sono? Questo essere-a-dire un luogo dove non c'è né poveri né ricco, dove c'è la comunione. Come potremo arrivare alla comunione dei beni, se siamo legati al denaro? (...). Se non c'è comunione di beni, come potete potete essere un segno dell'amore? (...); non possiamo ingannarci. Non mi sono inventato il catéchèse sui beni. Leggetevi tutto ciò che dice il vangelo sulle ricchezze. Pensate che ciò non lo dice per i s.urs o per i religiosi, ma lo dice per te, ed allora... prova a mettere in pratica questa Parola! ... ( Ora A. p. 96-7.

    C'era tuttavia intorno a Gesù delle persone agevoli tra i suoi amici e discepoli, e non si legge che abbia comandato loro di vendere i propri beni... Ananias e Saphira furono colpiti solamente di Dio perché avevano mentito, e non perché poggiano si riservati una parte del prodotto della vendita dei campi: Hai mentito allo spirito Santo - dice Pierre ad Ananias -, e tu ha trattenuto una parte del prezzo del campo. Non potevi custodirlo senza venderlo, o, se lo vendevi disporre del prezzo al tuo gradimento?., Ac. 5,1-4. Gesù non ha condannato mai la ricchezza in lei stessa, e la chiesa ha sempre difeso il diritto di proprietà di Possedere dei beni terrestri - cosa permessa!

    - ciò non significa farsi possedere per questi stessi beni, o preferirli ai valori dello spirito, alla vita eterna. Kiko, a questo riguardo, dimostra la sua ignoranza dell'immensa letteratura spirituale e scienziata che ha sempre illuminato la coscienza cristiana...

    Questo non è tutto.

    Il néocatéchumène, ad una certa fase della sua "strada", deve vendere i suoi propri beni e deve dare il prodotto alle Catechiste. Strano che, a questo riguardo, Kiko avverte: Non lo detto alle persone, li fareste fuggire alla corsa ".

    Mi è stato riportato che un padre di famiglia con cinque figli, bisognoso, con un solo stipendio", si lamentava, molto afflitto, delle ricchezze continue di denaro che c'erano nelle assemblee. In ogni convivence c'è questa domanda insistente di denaro. Posso affermare che alcune persone, prese di me non sanno che cosa, ne sono arrivati in quel momento a dare anche degli oggetti preziosi, ricordi cari, libretti di risparmio; ma si sono pentite in seguito amaramente del gesto compiuto sotto la forte pressione psicologica. Qualcuno ha affermato: "Sono stato suggestionato"...".

    Ciò sorprende che i néocatéchumènes non possono disporre liberamente dei loro propri beni per soccorrere i bisognosi della loro iniziativa, in davanti a rimettere tutto alla catechista e rimettersi al suo giudizio. Un signore mi confidò che non si decideva a vendere la sua sostanza no perché non sentiva privarsi, ma perché doveva ignorare dove andavano a finire: a lui si vietava dello scibile...

  31. Impossibilità di evitare i peccati
  32. Kiko decreta che è una religiosità naturale, di credere, che la vita, è, una prova, che possa peccare o no. L'uomo pecca perché non può fare diversamente, perché è schiavo del peccato, Ora B, p. 93. Nessuno commento, dopo tutto ciò che abbiamo rialzato durante tutto il corso della prova.

  33. " Non è vero che tutti siamo figlio di Dio.
  34. È ciò che dice la teologia. Gli uomini sono creature di Dio, ma non figlio..." ( Ora B, p. 97. Questa non è non forse la vocazione e di conseguenza il destino di ogni uomo ricomprato dal Cristo, ne che Dio li ama e li aspetta poi tutti, disposto a scusare essi ogni errore come ai figli?... È ciò che orologio anche la parabola del "figlio prodigo"...

  35. Siamo così codardi che non abbiamo neanche l'audacia di peccare"... ( Ora B, p. 109.
  36. Molto strano modo di esprimersi! Si potrebbe interpretarlo quasi come un incitamento a commettere...

  37. Supremazia del demonio :
  38. "...Che nessuno si sbaglia: quello che pecca è il demonio. Poi, se qualcuno pecca questo è perché il demonio è che egli..." ( Oro Ha, p. 14. E la libertà umana? il potere della grazia per quale possiamo resistere al male? e l'errore di avere ceduto alla sua seduzione quella dell'uomo non è forse? Il ricorso di Kiko al potere diabolico è ossessivo...

  39. Conferma in grazia?
  40. Un'affermazione di Kiko può fare supporrlo: Se qualcuno dice che ha conosciuto Dio e pecca e non scusare e rende male il per il male ed annoiati e ha del risentimento..., fratelli, non ha conosciuto Dio né l'ha visto mai! Mai! Perché quello che ha conosciuto Dio e resta in Dio che ha lo spirito di Dio, non può avere queste disposizioni, perché queste disposizioni non sono del Cristo, sono delle disposizioni del demonio! " ( Oro Ha, p. 14.

  41. Caricatura e tradimento della povertà evangelica.
  42. L'insistenza con la quale Kiko ritorna ad esigere la vendita dei beni, interpretando al suo modo il vangelo, è maniaca: Il Signore ti invita. Che cosa devi fare durante questo tempo? Sta dicendotelo. Te l'abbiamo detto: vendere i tuoi beni. Sta dicendotelo il Signore..." ( Oro Ha, p. 30. Adesso, avverte che ad una tale vendita è tenuta solamente i catéchumènes che non sono ancora cristiani, non avendo ricevuto il battesimo: "... Questi discorsi non sono per i cristiani, sono per i catéchumènes, tutto questo è scritto per i catéchumènes..." ( Oro Ha, p. 50. D oh n c vivere nella povertà non significa ispirarsi al vangelo, essere coerente con la sua propria professione di fede, ma comportarsi veramente contro la volontà del Cristo; questo è perché la povertà rientra nella logica di una "religiosità naturale", non in quella del Nuovo Testamento. Su questo Kiko è chiaro :

    - "... al contrario un vero cristiano, una persona trasformata da Gesù Christ può avere del denaro; di conseguenza non si tratta di essere povero, che siamo svestiti; il Cristianesimo non è un stoicismo"... ( Oro Ha, p. 50 );

    - " Qualcuno può pensare (..) che ciò che vuole Gesù Christ è che siamo poveri, che ci tormentavamo. Ciò non è così. Ciò resta in un contesto di religiosità naturale. In tutte le religioni la povertà è un segno di purezza. E la ricchezza è un segno di impurità. Questo è un sentimento naturale che tutti abbiamo (?). Dunque le persone che possiedono dei milioni al fondo non hanno molto posto per un sentimento religioso di impurità, perché ci sono delle persone nel mondo che soffre la fame. Ciò si ritrova in toues le religioni: la povertà come segno di purezza. Dunque, alla media età, quando il Cristianesimo è al colmo della religiosità naturale, è il colmo del pregiudizio, dell'insolenza! ), così S. Francesco di Assisi non si presenta con un saio lacerato suo padre non l'ascoltato neanche. Così Gesù Christ aveva vissuto all'epoca di santo Francesco gli avrebbe tratto dai pomodori, perché era un mangione ed un ubriaco, sempre cinti di libertini, perché non digiunava, colava splendidamente si lei dolce, perché non si sacrificava. Perché, nella religiosità naturale, in questo mondo, bisogna farsi per guadagnare l'altro. Ma non è il cristianesimo. Gesù Christ non ti dice di vendere i tuoi beni, affinché, sacrificandoti in questa vita, guadagni il cielo.

    " Continuiamo a leggere: quello di voi che lascia per amore del vangelo la casa, l'automobile, la donna, la madre, il campo o la fattoria, prometto di dargli su questa terra cento case, se mi ha dato un'automobile cento automobili, e così... non si tratta di essere povero. Ciò che vuole Gesù Christ è il contrario: liberarci dell'idolo, della schiavitù del denaro. A causa del peccato siamo ogni schiavo del denaro e non godiamo del denaro. Il Signore vuole che siamo liberi, che godiamo del denaro ci che siamo i re del mondo, non che siamo servitori di cose che non valgono niente (...). La spiritualità cristiana non è di questo tipo stoico e mendicante: è di vivere tutto con azione di grazia. Fratello, vado a predicare il vangelo e mi do totalmente. Ed io viaggio in aereo. Sento, c'annoi, dicono le persone religiose. Come te la coli dolce! Oh, vuoi che tutto accade male per me? C'invidi? Questo essere-a-dire che vuoi che prima di andare al cielo, ciò accade qui male, eh...".

    " Per liberarti di questo idolo, del denaro, nel catéchuménat noi ti diremo una cosa una volta, e noi non te la diremo più. Adesso te lo diciamo e non ritorneremo piacqui dirtelo: "vai e vendi i tuoi beni..."

    " Gesù Christ non vuole che viva sotto un ponte, per niente. Perché Dio è amore. Ed egli ha un amico che si chiama Zachée che ha una casa straordinaria. E Gesù vai presto in vacanza a Béthanie coi suoi discepoli ed il più possibile. Per ciò i Farisei fanno dei rimproveri a Gesù Christ; mentre Jean Baptiste ed i suoi discepoli digiunano e si sacrificano, voi, invece, mangiate e bevete e tutto accade meravigliosamente per voi...". Tutto sommato", il Cristianesimo è un matrimonio. Gesù Christ non vuole di persone che si sacrificano, anche se abbiamo trascorso un'epoca molto religiosa, dove avevamo un cristianesimo molto masochistico e di sacrifici..." ( Ora B, p. 106-108.

    In conclusione: Questo non è che Dio voglia che sia povero, ma Dio vuole farti amministratore di beni superiori, includendo le ricchezze materiali..." ( Ora. B, P. 136.

     

    R E L GLI E F S :

    È a restare deliziosamente allibiti davanti all'indirizzo e l'astuzia con la quale Kiko snatura il senso del testo ed il contesto del vangelo contro l'esegesi unanime dei Padri della chiesa, del Magistère, della tradizione della vita spirituale cristiana :

    ha, Per scappare, Gesù esige solamente di tutti un amore di Dio e del prossimo che li rende liberi, staccati, disponibili ad ogni rinuncia ai loro beni, così necessario per il regno dei cieli;

    b, non impone a nessuno di vendere i suoi propri beni, essendo possibile di possederli e di conciliare ne il godimento con le esigenze della vita della grazia, coi doveri del suo proprio stato. L'importanza, secondo la morale cattolica, è "che servono" realmente per vivere in modo degno, dotare alle necessità della famiglia, procurare il lavoro agli operai, fare ecc. delle larghezze coi bisognosi, partecipare alle iniziative di interesse pubblico,;

    c, per raggiungere un più alto grado di perfezione nell'amore di Dio, alcuni solamente - sollecitati dalla grazia - devono realizzare il consiglio evangelico di una rinuncia effettiva e continua ai loro propri beni, orientato dall'intenzione di unirsi più generosamente e più intimamente a Dio, soccorrere più generosamente il prossimo, espiare i suoi propri errori e queste di altrui accettando le noie di una reale privazione dei beni e dei conforti della vita... Precisamente l'antitesi del concezione kikienne della povertà cristiana, sbalzata per lui e schernita perché non compresa :

    ha, Gesù fu realmente e volontariamente povero, scegliendo una condizione di vita estremamente modesta, della nascita alla morte. Se avvicinò le persone ricche e che accettò degli inviti a mangiare, ciò fu solamente per compiere la sua missione di "medico", "pastore" e di offrire anche a tutti un esempio di virtù nel godimento delle gioie sane della vita. Kiko l'insulta quando parla delle sue "vacanze" e blatera "che cola splendidamente" si lei dolce...;

    b, la sua vita intera fu una Offerta Sacrificale di Si al Padre e di tutto "questo che aveva" per i peccati del mondo, egli che avrebbe potuto possedere tutta la terra, godere delle sue ricchezze e dei suoi conforti, mentre non aveva luogo dove porre la testa (Mt). 8,20, e che morì nudo sulla croce. Ma Kiko mostra non avere compreso la mediazione espiatoria di Gesù, lo scopo della sua morte, emergendo di ogni pagina del Nuovo Testamento...;

    c, Gesù che pone i tratti e le condizioni austere di tutto quelli che sente seguirlo (abbandonare tutto e tutti, prendere la sua propria croce e morire a si stesso,) esiga unicamente questa libertà interiore di ogni servitore, indispensabile per ispirarsi la sua propria vita al messaggio evangelico,; libertà che è possibile acquistare e di coltivare solamente con successo per questo controllo di si che, risulta in un esercizio incessante da rinuncia di si che deve continuare per t oh u t e la vita: non si finisce mai di morire a sé stesso, non arrivando mai a spegnere la brama delle ricchezze che covano in fondo alla natura... È falso, e non solo ridicolo e furbo, di r é d u i r e così. come il fantastico Kiko - un'attività interiore importante ad un solo ed iniziale atto di rinuncia effettiva ai suoi propri beni, preliminare al battesimo,; chi, se dà la grazia, non dispensare del dovere di acquistare una santità che costa degli sforzi infiniti fino all'ultimi respiro.

    Il denaro significa infine, così veramente l'io (...), è la causa di tutti i disastri del mondo (...), simbolo di tutti gli idoli del mondo..." ( Oro Ha, p. 99.; se il novanta per cento dei nostri conflitti familiari sono a causa del denaro (...), causa di tutto il male del mondo..." ( Oro Ha, p.106), come Kiko può egli non temerlo, prevedendo "che verrà alla palata", Oro Ha, p. 99?...

    Come può fare credere che basta rinunciare una volta e poi potere possedere in abbondanza, vivere copiosamente? Se la febbre dell'oro la tendenza è più la radicata e temibile, è possibile che, una volta compiuta la "vendita dei beni" tanto raccomandati, il cristiano vinca questa tendenza, e non la tema al posto di coltivarla proprio soddisfacendola, nuotando nella ricchezza?... Kiko ha letto in quale pagina del vangelo il Signore "vuole che godiamo del denaro?" Non si accorge che insulta la povertà evangelica, una di glorie più brillanti della santità cristiana di tutti i tempi?...)

    d, è notorio che il prodotto dei beni venduti come tutte le offerte periodiche di denaro alle quali sono obbligate i néocatéchumènes è raccolto dalle "catechiste" che vietano loro di chiedere quale in è lo scopo, ne che rimette loro l'amministrazione in modo incontrollabile. È conosciuto anche che il Movimento accumula delle ricchezze enormi che affluiscono di tutte le parti del mondo. Ma, sono tutti tenuti a compiere un atto generoso di fede per convincersi della migliore destinazione del denaro raccolto? Non si può escludere del resto che il denaro, nelle mani delle "catechiste", possa essere per essi una tentazione terribile. In qualche caso tutto non potrebbe degenerare in una truffa ignobile nella schiena di persone imprudenti ed ingenue, intimidite e suggestionati?

    e, Inaudito, finalmente, tutto ciò che Kiko non smette di ripetere sulla povertà che crede ispirata di una "religione naturale" contraria al Cristianesimo. Tuttavia rappresenta una delle più alte conquiste della filosofia antica; uno dei primi passi della ragione umana verso la luce della Rivelazione, l'inizio di un'apertura della coscienza ai valori più autentici della "persona.".. La dottrina stoica ha preparato la via alla predicazione apostolica della "povertà" del Cristo, vissuta come semplicità e modestia, sobrietà, spirito di adattamento e di sacrificio, libertà interiore, dominio di si, ecc.

  43. Rifiuto dell'ascesi cristiana

Kiko è di accordo con una visione completa della dottrina morale in antitesi con la Rivelazione come è stata presentata dalla chiesa e la vita dei Santi. Il suo modo di esprimersi è contraddittorio, ma si non fa a comprendere ne il senso secondo la tesi che ricorda tutto ciò che insegna a proposito della "povertà.Così, in primo afferma: predichiamo la Croce gloriosa di Gesù Christ, perché è la strada che Dio ha scelto per salvare tutti gli uomini"... ( Ora B, p. 132.

Fino qui ciò va bene: la Croce, come strumento di saluto, non può essere considerata non gloriosa. Ma Kiko, tradendo il Cristianesimo, riprende più del modo l'indegno ed imperdonabile: Il senso della croce non è il senso della religione naturale, come pensano quasi tutti i cristiani. La vita non è un'esperienza con molte croci che dobbiamo sopportare per vederci così poi guadagneremo il cielo. Bisogna soffrire, dicono le persone religiose! Così siccome il Cristo ha sofferto sulla Croce, Dio mi manda delle croci affinché soffro anche. Quello che dice ciò non ha compreso niente del cristianesimo. Tutto questo non basta.

In vero irresponsabile, continua a vomitare :

" Il povero Gesù Christ penserà al Cielo: con tutto ciò che ho sofferto affinché questi poveri non soffrono e che siano felici! guardali: passano la vita a soffrire! Non so allora non più a cui hanno servito il sangue del Cristo. Gesù Christ ha dato il suo sangue, si è incaricato della croce, affinché abbiamo la vita eterna. Ed egli risulta che per avere la vita eterna il suo sangue serve poco, perché le persone continue a darsi la disciplina, a tormentarsi, offrendosi. Ma se una goccia del sangue del Cristo vale più di tutti i peccati dell'umanità... Ma così Gesù Christ ha sparso precisamente il suo sangue affinché fossimo peccati senza. Così precisamente, come dice Isaïe, ha preso su lui i nostri errori, i nostri peccati,; affinché possiamo vivere un v gli e l i b r e. Grazie a Gesù Christ che prese su lui la punizione che meritavamo per i nostri peccati; siamo stati scusati da questa punizione. Gesù Christ ha sofferto ciò che dovevamo soffrire per sempre..." ( Ora B, p. 132-133.

Dunque :

 

  1. Presunta rottura di La chiesa di Trento con la Santa Scrittura.
  2. A ciò Kiko sembra precisamente volere togliere la maschera dei fedeli discepoli del Riforma Protestante : I Vangeli sono stati scritti nella chiesa primitive : questo è che questo successo nella chiesa durante il primo secolo non è della stessa importanza che quello che gli succederà al XVIIe secolo. Perché il primo secolo della chiesa è parola di Dio, la Bibbia che non è difatti ancora finita. Per ciò ho dico anche ai preti che c'è molta diversità tra le comunità che facciamo e la tradizione della chiesa di Trento, perché la pastorale che segue la chiesa all'epoca di Trento non entra nella scrittura, perché non è tipologica, mentre la pastorale che seguiva le comunità del secolo primo, quella là è parola di Dio. Come viveva la chiesa primitiva? In comunità cristiane che erano il corpo visibile di Gesù Christ. - Come funzionava la chiesa all'IVe secolo? Così andava per questa epoca: era una pastorale per questo momento, ma questa non è Parola di Dio; allora non è a copiare gli occhi chiusi, non c'è per sempre. È dunque molto importante di vedere il contesto dei Vangeli, ciò che resta scritto nei Vangeli e nelle Lettere degli Apostoli: ciò è Parola di Dio e la sua realizzazione è il nostro saluto. Realizzare ciò che dice la chiesa al Concilio di Nicée non è probabilmente ciao per noi, lo fu per essi, non necessariamente per noi..." ( Ora B, p. 40. Dunque :

    ha, secondo Kiko, per scappare, basta accettare la Santa Scrittura e l'esame personale di questa;

    b, bisogna escludere il Magistère universale della chiesa, solo interprete autorizzato della Parola di Dio;

    c, ciò che si giustifica, una volta negata il "sacerdozio ministeriale" e dunque la Gerarchia ecclesiastica;

    d, ma, questo supposto, quale autorità può avere per lui Vaticano II che non smette di esaltare? ... con quale sincerità può amare e può venerare la persona di Carol Wojtyla nel vescovo di Roma e di più Sovrano Pontefice della chiesa cattolica?

  3. Ancora ambiguità e delle inesattezze

Non si potrebbe parlare dei veri errori, ma di frasi che lasciano perplessi, insoddisfatte. Così :

- "... la chiesa, sacramento, non si vede oggi nelle parrocchie da nessuna parte; piuttosto sono degli uffici, dove le persone vanno alla Messa, al Battesimo, ma non sono un sacramento di saluto universale"... ( Ora B, p. 31. Dunque, Gesù ha mancato alla promessa di assistere la sua Chiesa, di non permettere che su lei prevalga il potere delle tenebre? Ciò solo i protestanti possono pensare egli, essi che respingono la chiesa gerarchica. Kiko è con essi :

- è gravemente inesatto e quanto noiosi di ripetere che il Cristianesimo si distingue della "religione naturale", come se questa - non fosse un principio ed una preparazione eccellente alla fede cristiana; come se non fosse un riflesso della luce del Verbo che non smette di aprirsi un passaggio nel fondo di ogni anima diritta. " Tutte le religioni naturali, quando si alzano la mattina che fanno esse? Rendono grazie a Dio che protegge la loro giornata. Ciò non è il Cristianesimo. È ciò che fa l'ebreo, il musulmano, il cecoslovacco, tutte le religioni. Ciò è molto buono. Mais il Cristianesimo è altro..." ( Ora B, p. 42.

 

È vero che il Cristianesimo come religione soprannaturale supera il comune "monoteismo" ebraico ed islamismo; ma non si può dichiarare che questa è qualche cosa di straniero al Cristianesimo, o di proprio contrario, come Kiko lo suppone quando si getta contro il sacrificio, negando che Gesù si sia offerto sé come vittima di espiazione dei peccati del mondo...-

Ed ancora: "... Un uomo che crede molto in Dio che ama nel suo c.ur ogni uomo, ciò è la base di ogni religione. Eh bene, questo uomo è un uomo religioso naturale che non fa niente senza affidarsi in Dio, senza pregare Dio..." ( id. ). Adesso nessuno è "più cristiano" di quello che si comporta di tale modo...;

- è storicamente falso che la prima predicazione durante due secoli fu fatta nella sinagoga e rivoltava i cristiani ebrei della circoncisione e dentro al contesto dell'evangelizzazione..." ( Oro Ha, p. 18.

  1. Derisione del "sacerdozio cattolico" esemplare:
  2. "... Sono poveri i preti se non sono santi... Per ciò, quando un prete si sposa... Ti fidi dei preti. Il prete deve essere, nella religione naturale, un uomo povero, col vestito rattoppato, molto casto, per essere un buono ponte introduci Dio e gli uomini. Ma questo non è cristiano..." (Ora B, p. 54. In compenso tuttavia è cattolico...

  3. Deformazione della storia del saluto.
  4. Kiko deplora il fenomeno della "scristianizzazione" definita da lui come "divorzio tra religione e vite" (id)., p. 51. " Siamo in una situazione. spiega. nella quale non sono stati catechizzati, cristianizzati. Non c'è stata veramente un'iniziazione alla fede. Abbiamo ricevuto un catéchèse di prima comunione. Poi alcuni hanno studiato come materia alla scuola la religione, e così portiamo ancora il vestito della prima Comunione sotto la camicia. Questo vestito è piccolo. Che cosa è che questo vestito? I dieci comandi, credere ai dogmi ed un poco più. Non rubare, non uccidere, ecc.? Io essi compiuti già. Credere ai dogmi. Io in non comprendo una parola, ma credo. Che cosa fu la Vergine Marie vergine? Lo credo. Credo a tutto questo quale dice la santa Madre la chiesa. Che cosa è morto Cristo per i nostri peccati? Lo credo. Confessarsi ogni tanto? Chiaro. Siamo tutti molto borghesi ed agevoli ed andiamo in generale a Messa delle dodici..." ( id., p 52s.

    La "Religiosità naturale" sarebbe quella dei fedeli che vivono così il loro proprio Cristianesimo (id)., p 53.

    Ma, come può dichiarare "naturale" una religiosità che accetta la verità di fede, le liturgie e la morale della chiesa Cattolica? E come può presentarsi un Cristianesimo senza il tempio, l'altare, il sacerdozio?... ( id. pp. 56-57. Adesso ciò che preme di essere sottolineato è ciò che Kiko aggiunge: Il processo di scristianizzazione, il divorzio tra Cristianesimo e vita hanno appena introdotto nel Cristianesimo la religiosità naturale..." ( id., p 58. Infiltrazione che, secondo lui, si sarebbe verificata all'inizio dell'IVe secolo, col Pace Constantinienne, quando le nazioni pagane entrarono nella chiesa portando il bagaglio della loro "religione naturale"; ed ecco allora il tempio, l'altare, i sacrifici (= Messa, il sacerdozio. Con Costantino si apre come una parentesi che giunge fino ai nostri giorni"...; per ciò proveniamo da un Cristianesimo vissuto ad un livello molto religioso..." ( id., p 60.

    Superata. col Concilio Vaticano II - questa parentesi", oggi entriamo fra un'epoca differente ed abbiamo bisogno di passare ad un Cristianesimo vissuto nella fede e non nella religiosità naturale. Uscire della religione per entrare nella fede. E che ciò è che la fede? un incontro con Gesù Cristo Risorto..." ( id., p 61.

    Lo presunto processo storico (origini, parentesi, ripresa) è illustrato da Kiko col seguente grafico :

    Parlo di deformazione della storia del saluto ricapitolando, sotto un certo aspetto, le osservazioni critiche sulla dottrina di Kiko, e portandomi alla grande parentesi di circa 1640 anni, aperta per lui tra i Concili di Nicée (19 luglio-25 agosto 325, e Vaticano II, 11 ottobre 1962-8 dicembri 1965.

    In realtà:

    ha, la conversione dei pagani al cristianesimo non cominciò dal Pace Constantinienne, ma per la prima predicazione inaugurata da Apostoli il giorno stesso della Pentecoste. Si è distesa, fin da 297, sotto l'imperatori Diocleziano, Galeotto, Maximilien e Costantino, della Palestina al Medio Oriente, a tutti i paesi della costa occidentale dell'Africa bagnati dal Mediterraneo, alla Grecia, all'Illyrie, ad Italia, alla Spagna, al Gallia, alla Bretagna...

    Dunque, la chiesa dei primi tre secoli, detta "primitiva") era composta di popoli che, converti dal paganesimo, accettarono certamente la fede cristiana, coi suoi dogmi, la sua morale, le sue liturgie e la sua disciplina, secondo questa fede Tradizionale Apostolica che l'attuale Chiesa del Vaticano II crede Sorgente della Rivelazione... ( cf. Dei Verbum, 8. Segue che la chiesa primitiva, accogliendoli nel suo seno, ha respinto tutto ciò che non era compatibile con la fede che professava; questo essere-a-dire che non ha j ha m ha i s sacrificata la Parola di Dio alla "religione naturale" siccome è compresa da Kiko per adattarsi alla mentalità ed ai riti delle nazioni pagane convertite al Cristianesimo... Non la sacrificò, né allora né dopo. Kiko inventa tutto.

    b, Se la chiesa Cattolica si fosse staccata da quella dei primi tre secoli, passando della Cristianesimo-di-il-fede alla religione-naturale, non sarebbe restata fedele alla Tradizione Apostolica... Ma, nell'ipotesi, che l'attuale Chiesa di Roma presieduta dal successore di Pierre avrebbe mancato questa Parola-di-Dio-trasmessa che costituisce una delle Sorgenti della Rivelazione; allora, il suo Magistère. secondo la definizione dei Papi e dei Concili. non sarebbe stato legittimato, infallibile, costrittivo per un buoni 1640 anni... Questo suppone che :

    1, tutte le dottrine che il Concilio di Nicée al Concilio Vaticano I, la chiesa Cattolica ha condannato come "eretici", non dovrebbero considerarsi così...

    2, la lunga parentesi storica improvvisa del Cristianesimo avrebbe il senso di un abbandono inspiegabile della chiesa al Potere delle tenebre da parte del Cristo che avrebbe mancato alle sue promesse...;

    3, così rotti la continuità della vita della chiesa nella trasmissione dei poteri conferiti dal Cristo agli Apostoli e degli Apostoli ai loro successori, Papi e Vescovi, dei primi tre secoli, si susseguirebbe di ciò che la convocazione, la celebrazione e le decisioni del Concilio Vaticano II sarebbero illegittime... Chi avrebbe autorizzato Jean XXIII e Paul VI a presiederlo ed approvare ne i decreti?... Chi dovrebbe sentirsi obbligato a rispettarlo?... Perché non sarebbe non più influente degli altri Concili. cuméniques che l'ha preceduto, il Vaticano Gli e gli altri di Trento, di Firenze, del Latran, di Lione, ecc. ecc.?

    4, Kiko che ne chiama a Vaticano II come ad un ritorno alle origini capaci di re-cristianizzare la società contemporanea, condannati sé, perché Vaticano II propone precisamente di nuovo e confermi ciascuno dei dogmi di fede, i principi morali e le forme del culto che, attraverso i secoli precedenti, risalgono alla Tradizione Apostolica, nocciolo della chiesa Primitiva.

  5. Ultimo cedimento :

" Il sacerdozio nel cristianesimo non esiste, i tempi non esistono, gli altari non esistono. Per ciò, l'unico altare del mondo, tra tutte le religioni che hanno una tovaglia, è l'altare cristiano, perché non è un altare, è un tavolo. Perciò abbiamo fatto, all'epoca della mescolanza con la religiosità, degli altari di pietra monumentale, anche se da noi mettiamo loro le tovagliette. Un altare non può avere tovaglie, perché l'altare è per fare dei sacrifici di capre e di mucche, Ora B, p. 54.

Ma un Cristianesimo senza sacerdozio, senza tempio, senza altare non è "cattolico", questo nocciolo dell'unica Chiesa fondata dal Cristo e sostenuto per il vescovo di Roma; ed in lei l'ha u t e l, se ha una tovaglia, ne ha una perché è un t ha anche b l e, dove il ministro ed i fedeli si nutrono del Corpo e del Sangue della vittima sacrificata. Kiko, sbagliando l'uditorio ed i lettori i suoi "catéchèses", si ostina a rifiutare il "sacrificio eucharistique" ed il " sacerdoce ministeriale senza dire che solamente la chiesa Cattolica Apostolica romana - e no suo presunto già "cristianesimo" - ha un ha u t e l con una tovaglia perché serve per offrire i s ha c r i f i c e s ed egli serve anche di tavolo per il "b ha n q u e t" che prelude al "cène della vita eterna."

Confermo ancora una volta: eliminando il sacrificio eucharistique e poi il sacerdozio ministeriale derivato del sacramento dell'ordine, la Gerarchia resta privata dell'unico fondamento che la costituisce...; e, negando la Gerarchia, la chiesa crolla fatalmente con l'episcopato che la sostiene sotto l'autorità suprema del Papa di cui Kiko ed i suoi collaboratori non cessano di attirare la stima e l'interesse, gli elogi e le benedizioni, rendendosi forse responsabile dell'impostura più atroce del secolo.

Ultima riflessione.

È difficile prevedere le conseguenze disastrose per la chiesa di un ministero sacro confidato ai discepoli di Kiko che, sempre più numerosi nei suoi Seminari, sono formati alla base della sua "teologia" per portare ne nel mondo intero il messaggio funesto, decisi a propagare un presunto "rinnovo" nella fede e nei costumi falsamente attribuiti a Vaticano II, provocatorio una delle più gravi agitazioni di coscienza di cui si ricorda del Cristianesimo.

 

			 conclusione Generale

 

La prova si crede un ha p oh l oh g gli e del Papa contro le vanterie dei Néocatéchumènes - di buona o malafede - che si gloriano di essere rifinito ne accordo con Jean Paul II, mentre i "catéchèses" di Kiko e Carmen, - sentite, scritte, trascritte, fotocopiate, divulgate e letto - sono apertamente e di un modo irriducibile inconciliabile col suo magistère, o con tutto ciò che la chiesa Cattolica ha sempre insegnato.

Non solo il testo completo delle istruzioni di Kiko esaminato nella prima partita del lavoro lo dimostro; ma anche gli altri che l'hanno preceduto e seguito; per ciò credo che la mia accusa di h é r é s gli e è fondata solidamente.

Sono abituato a sentire ripetermi adesso che ad una tale accusa non risponde la realtà obiettiva o delle convinzioni dei Néocatéchumènes, o della pratica infatti ininterrotta nelle comunità rispettive...

Ma risulta anche che molto tra essi, o non hanno idee chiare sul dogma cattolico; o non si sono informati debitamente della dottrina di Kiko, insinuato solamente progressivamente, a piccole dosi, durante lunghi anni; o essi non sono atti ad accorgersi dell'incompatibilità reale tra uno e gli altro, non avendo una preparazione proporzionata culturale e spirituale.

Purtroppo tanto numerosi sono quelli del Clero che non hanno mostrato averlo e per ciò sono piuttosto imprudentemente caduti nella rete, attirati dalla novità di certe liturgie e della partecipazione rumorosa ed enfatica di persone che fino ad ieri - del meno in grande parte - non aveva sentito parlare mai di Dio e degli i suoi misteri, dei vangeli e del suo messaggio...

Al termine di questo lavoro, mi resta solamente a chiedere se i risultati positivi, uguali ed anche superiori, non potrebbero ottenere si domani di vescovi e di Curati che accettano solamente del Movimento Néocatéchuménal che non opponga al Magistère della chiesa, ciò che è compatibile col rispetto delle sue regole liturgiche... Nell'ipotesi negativa, sarebbe necessario passare della fede nel Cristianesimo realizzato in duemila anni della chiesa Cattolica alla fede del Cristianesimo proposto da Kiko Arguëllo che deve molto alla "teologia" della Riforma Luterana. In questo caso, la chiesa di Roma dovrebbe dichiarare il suo proprio fallimento.

 

					 * * * * *

 

Ma il Cristo ha confidato solamente il suo messaggio a Pierre ed i suoi Successori; solamente a lui ha promesso l'assistenza del suo Spirito affinché la sua fede non sia inferiore; e solamente riferendosi alla chiesa presieduta da Lui, ha predetto che il potere delle tenebre non potrà prevalere mai.

Oggi, proprio perché assistiti dello spirito Santo, Paul VI e Jean Paul II hanno accolto ed avvantaggiato l'iniziativa di un renouveau si ispirato al grande i d é e di un néocatéchuménat per adulti che non ha compreso mai, né accettato, - il senso e le conseguenze del suo proprio battesimo...

Dunque ritorno a chiedermi se la "strada" del néocatéchuménat dovrà costare necessariamente la rinuncia alla fede cattolica. Molto numerosi, dando la prova della migliore buona fede, resterebbero inorriditi ed indignati se ciò fosse proposto loro... L'onestà e la rettitudine di aderenti innumerevoli al Movimento mi incoraggiano a tornare ancora a tutti l'invito già formulato in una lettera aperta firmata il 2 novembre 1990.

In lei deploravo il silenzio che seguì la pubblicazione della seconda edizione dell'opuscolo al titolo fraternamente provocatorio di Eresie del Movimento Néocatéchuménal. E, introduci altro, scrivevo": I Santi. al vostro posto - non avrebbero mancato di alzarsi per un dovere di lealtà e per non essere un argomento di scandalo per nessuno, specialmente per i fedeli meno arroventati e ferventi. Dunque, imputati di eresia, non dovreste reagire per difendere le vostre persone - che nessuno ha avuto mai l'intenzione di offendere -, ma per onorare la vostra fede, professandola in modo chiaro contro ogni interpretazione eventuale inesatta delle vostre convinzioni..."

" Meno finora - aggiungevo -, in sostanza, ho dovuto parlare di "eresia"; ma, se ciò non vi sembra così, avete sempre il tempo per respingere ogni contestazione, dichiarando accettare semplicemente il "credo" della chiesa Cattolica e cancellando - delle due colonne dell'appendice. queste degli errori che vi sono attribuiti, per rendere vana ciascuna di queste che è dubitatore e condannate.

" Che cosa potrei dirvi di altro per mostrare la sincerità del mio affetto, la volontà di un "dialogo" seriamente costruttivo? Anche se le vostre idee differiscono - obiettivamente. della più autentica regola della fede, tuttavia riconosco che, numerosi di, voi, Néocatéchumènes dispongono di una ricchezza invidiabile di vita spirituale, considerando il fervore, la generosità, lo spirito di sacrificio, la decisione con la quale sostenete i vostri nobili ideali di vita umana e cristiana.

" Chi tra noi non potrebbe rallegrarsi dell'ansietà deliziosamente evangelico con quale voi tentate - nella vostra "strada" - di rivalutare il senso il più profondo e soprannaturale del b ha p t ê m e, celebrato come rinascita nel Cristo e morto ad una natura decaduta, abbordata come un rifiuto definitivo di un mondo dominato dallo Scaltro?

" Chi tra noi non deplora l'apatia ed i cattivi m.urs di molto fedeli, gli scandali di alcuni membri del Clero, l'inefficacia di certe liturgie, la decadenza della vita religiosa, i tradimenti dell'amore, la disintegrazione della famiglia, la rivolta alla Trascendenza, la corsa sempre più precipitosa verso la catastrofe di una società opulenta, tecnicamente evoluta, mais disperatamente scettico ed amorale, impaziente e violenta?

" Siccome vedete, nella constatazione della crisi del mondo contemporaneo, siamo completamente di accordo.

" Che cosa resta a fare?

" Dobbiamo ammirare così, da una parte, e dobbiamo imitare il fervore della vostra pietà religiosa; altra parte, siete invitati a ricuperare la purezza della nostra fede. Se la fede senza essi. uvres non salva; essi. uvres senza la fede possono abusare solamente e possono trascinare alla rovina. Il primato appartiene alla Verità, alla saggezza della Rivelazione, alle direttive del Magistère, al rispetto di questo grande Tradizione Cattolica di cui avete ereditato tutto il bene che vi onora, non la novità che già - inventata per i vostri padroni - caratterizzo una "strada" aberrante dell'ortodossia.

" Interessiamo sono le vostre esperienze personali; chi tuttavia, se non sono controllate dalla scienza teologica più sana, spingono verso le anarchie, o alla demolizione della chiesa, alla liquidazione di un Cristianesimo fondato sull'incarnazione del Verbo e l'. uvre che continua a svolgersi nei suoi ministri.

" Così contro una società materiale ed atea - che ignori si o esaspera - uniamo le nostre migliori energie, sono fiducioso che non ci saranno più di chiese parallele, né di "strade autonome" rispetto a quell'indicati per l'unica veramente Chiesa del Cristo, gerarchico e carismatico insieme, impegnata a salvare il mondo.

A ciò il Papa potrebbe aggiungere. Ma - attenzione! - un Papa proprio informato completamente delle idee di Kiko e di Carmen, espresso nei loro catéchèses. Se giungesse a questa conoscenza, modificherebbe il suo atteggiamento al vostro riguardo; e riserverebbe forse all'autore di queste pagine un sorriso paterno di compiacenza e... di gratitudine.

 

			 Per Prendere Ferie

L'idea ispiratrice dello Strada Néocatéchuménal se non è originale, è tuttavia probabilmente ortodosso, anche se si differenzia della "forma" adottata nella sua realizzazione, e contrastando coi premesse dottrinali contenuti nei catéchèses di Kiko.

Ora, mentre la "forma" non è completamente unica ed insostituibile per un autentico ritorno del mondo moderno al Cristianesimo, i "insegnamenti" - che duro da molto - sollevano un ostacolo insormontabile per un tale "ritorno." Credo l'avere dimostrato in ogni pagina della prova, rialzando l'incompatibilità profonda del magistère del Papa coi catéchèses di Kiko.

Si potrebbe opporrmi questo. per sopra tutto. che ho dovuto riconoscere: su molto, lontani di Dio, la strada esercita un'influenza come determina un cambiamento decisivo di strada nella vita, nel battente alla Trascendenza, informandoli della Rivelazione, del Cristo e di suono. uvre, di certi valori morali e della vita futura...

Ma noto questo, il discorso di alcuni è piuttosto semplice: se questi "convertiti" conoscessero gli errori sottostanti alla strada indicata da Kiko, prenderebbero il rischio di abbandonare tutto e di precipitarsi di nuovo nel nulla di un'esistenza grigia, senza scopo, priva di valori... Finora, piuttosto che di intervenire con le dichiarazioni draconiane e delle misure severe, è preferibile di tacere e di lasciare correre, fiducioso che la Grazia continua suo. uvre fino alla piena e definitivamente apertura della coscienza alla verità obiettiva. Per adesso, è importante che i Vescovi ed i curati seguono il Movimento e ciò senza sottrarsisi alle strutture della chiesa, riconoscente l'autorità della Gerarchia.

È tutto ciò che inclino a ripetere e che posso dividere forse, se alcune riflessioni non mi obbligano a pensare diversamente.

ha, Un autentico " conversion al Cristianesimo può dipendere solamente dall'annuncio della sua verità essenziale, consistendo nel mistero della Croce ", come compreso in modo indivisible : il peccato dell'uomo ed il suo saluto operato dal Cristo in virtù del suo sacrificio di espiazione. Ma, purtroppo, la dottrina di Kiko rifiuta e deformi questa verità. Dunque, dal suo primo annuncio, sebbene possa sembrare positiva, occulta e tradisce il Cristianesimo; questo è perché non può determinare un vero processo di "conversione", destinato a raggiungere la pienezza della fede...

Segue che l'errore iniziale della "strada" concernente la benzina stessa del Cristianesimo, non può aggravarsi non nelle fasi successive fino a provocare il rifiuto totale della verità rivelata nella rivolta - chiarisco o implicito, inconsapevolmente - al magistère della chiesa.

b, altro parte, le "catechiste" di kiko non si trovano in situazioni differenti di queste in che gli Apostoli ed i missionari di tutti i tempi hanno compiuto essi. uvre: questa costantemente inaugurato con l'annuncio del "mistero della Croce", presentata e proibita con lealtà e coraggio in ogni suono inalterabile ed inalienabile verità obiettiva. Hanno gettato dunque veramente il seme del fede e hanno istradato questo processo di "conversione" dei popoli dai quali abbiamo avuto una moltitudine di Santi e di Martiri...

c, Il Cristianesimo che Kiko pretende presentare, essendo snaturato si in quanto al suo nocciolo più vivo, non appare meno deformato se lo si considera soldi altri aspetti particolari, esaminati durante l'. uvre: peccato, grazia, conversione, morte espiatoria del Cristo, sacerdozio ministeriale, Sacrificio eucharistique, Chiesa Gerarchica, vita futura, ecc., verità straniere al contesto dei catéchèses di Kiko... E è precisamente in questo immenso vuoto che la sua "strada néocatéchuménal" comincia, svolgiti e concluditi: finora, malgrado il rigore terrorizzato di certi "scrutini", non ha prodotto un solo "santo" canonisable della chiesa Cattolica...

  1. La "strada", difatti, può velare solamente - in quelli che l'ha intrapreso - questo corredo prezioso di verità già appresa in seno alle loro famiglie e delle loro parrocchie rispettive di origine. Ne consegue che solamente in illudendo si l'autorità ecclesiastica può crederli membri autentici della chiesa Cattolica; per che risultano le sue paure ingiustificate di perderli...

Malgrado la buona fede di parecchi e le migliori intenzioni di preti poco informati ed avveduti, questi "néocatéchumènes" sono dei "eretici": non solo non appartengono al "gregge", ma si allontanano sempre più dall'ovile, perseverando in una "strada" che non è programmata secondo il Magistère...

Tuttavia, tacere e lasciare andare non valgono niente, ciò non salva nessuno, ed al contrario ciò peggiora la condizione spirituale di numerosi ignoranti ed ingenui, favorendo il contagio dell'errore nelle classi sociali più prive, disposta ad accogliere tutte le stravaganze di individui e di gruppi esaltati e presuntuosi.

e, Il dovere di informare la chiesa gerarchica è grave perché a tutti quelli che ha cominciato la Strada ne bisogna opporre tanto - e forse anche ne più grande numero - che l'hanno interrotto dopo gli anni no per negligenza, ma perché terribilmente agitati nella fede di origine e negli affetti familiari, disgustati per certe pratici sacramentali incompatibili con le regole liturgiche, offesi per l'altezza e l'arroganza delle catechiste e talvolta tanto economicamente rovinati... Numerosi per ciò, hanno perso fino all'equilibrio mentale ed essi non mancano che, delusi e disorientati non credono neanche più in Dio... A questo riguardo, disponiamo di una documentazione non equivoco...

Perché non si non preoccupare anche di queste anime smascherando l'errore?.

 

Concludendo, non sarebbe onesto di ignorare alcuni aspetti positivi della Strada néocatéchuménal. Ma devo attribuirli :

Primariamente, alla diritta intenzione di tutti quelli che l'intraprende...;

Secondariamente, alla bontà di l' i d é e che l'ispira...;

Terzo, ad una certa organizzazione intelligente concepita da Kiko...;

Quarto, a Lo spirito Santo che ha l'abitudine di servirsi degli strumenti meno atti per operare nelle anime...

Questo che alla fine di questo lavoro posso affermare con la più grande certezza questo è che non è possibile fare dipendere tutto il vero bene realizzato dal Movimento agli insegnamenti dottrinali dei catéchèses di Kiko; perché proprio ai tali insegnamenti devono essere attribuiti tutti i suoi lati negativi, al livello teologico, liturgico, morale.

Risulta che la Gerarchia, se sente servirsi ancora della Strada perché il suo metodo può concorrere alla nuova evangelizzazione del mondo, deve liberarlo di tutto il contesto eretico che lo caratterizza in vigore tra tutti gli altri Movimenti nella chiesa.

Auguro che l'analisi critica che ho condotto possa beneficiare ai Vescovi ed ai curati per intraprendere l'. uvre urgente di purificazione e di rimettere la strada néocatéchuménal sulla via della verità e del saluto per tutti.

 

Conclusione del traduttore

 

Per finire questo lavoro, abbiamo inteso includere questo documento di Jean Vanier estrae dell'inchiesta della diocesi di Clifton in Inghilterra e disponibile sul sito www.ourwold.compuserve.com/homepages/Ronald_Haynes/welcome.htm.

Possiamo pensare solamente leggendolo a tutto ciò che ha appena stato scritto dal Padre Zoffoli. Di più, sebbene non sia fatto menzione dello Strada NC, sarebbe difficile trovare delle somiglianze non ci coi comportamenti denunciati da molte ex-membro del movimento.

 

" Il tempo rivelerà se un movimento è fedele, se cresce come lo spirito lo vuole. Ci sono dei segni, tuttavia che indicano se un movimento si sviluppa nelle vie di Dio... Se un movimento segue il pensiero della chiesa nella sua identità e la sua apertura, è un segno dello spirito Santo. Ma l'apertura non viene una volta che l'identità è assicurata. Implica questa identità... Se un nuovo movimento cresce in comunione col vescovo del luogo e la chiesa locale, collaborando con gli altri movimenti e sensibile all'inculturation, non richiuso su sé e la sua cultura specifica, allora è un segno del Saint-esprit... Se un nuovo movimento annuncia una buona notizia ai poveri, se è impegnato ancora di qualche modo verso i poveri, disporsisi a lasciarsi evangelizzare per i poveri, là questo è un segno dello spirito... Forse l'elemento più complesso per sapere se una comunità si evolve è bene la qualità di amore prodigato ai membri più deboli del gruppo, e l'attenzione speciale che permette a quelli che si sente chiamato a lasciare, di ricevere l'aiuto di cui hanno bisogno per lasciare pacificamente, senza sentirsi colpevole. I gruppi settari tendono a trattenere i loro membri; non li lasciano partire facilmente. Questo è come se per una persona, lasciare il gruppo, era sinonimo di lasciare la chiesa o il Dio Vivente. Può avere anche una forma di manipolazione o di seduzione per attirare delle persone nel movimento. Il numero è spesso per il gruppo un segno che è di Dio. Parecchie persone cercano dei gruppi potenti e settari che portano la sicurezza. Gesù non ha creato un gruppo potente. Chiama le persone ad essere interi, umili e santi. Li invita a vivere le beatitudini, particolarmente la povertà in spirito.

Un movimento chiuso su sé che ha i suoi propri preti e psicologi nella comunità può diventare pericoloso se questi ultimi di cui inféodés al movimento, se non c'è autorità disponibile all'esterno. Tutto è deciso dai leader che diventano parola di Dio. C'è un rischio reale per il gruppo e la sua visione, le sue leggi ed il suo spirito, diventando tutto potente, incapaci di vedere le sue zone di ombre e di accettare ogni forma di critica. Nelle tali situazioni, certi membri sono schiacciati; ciò si spiega per il fatto che si vede lo spirito Santo da un lato ed il diavolo dell'altro. In questi movimenti il buonsenso può diventare raro, le valutazioni psicologiche ed umane sono rigettate e solamente le parole del fondatore sono difese. Un movimento che si evolve nelle vie dello spirito è chiamato ad aprirsi per facilitare l'accesso ai suoi membri verso gli uomini o delle donne che sono saggi e che non appartengono al movimento. Una spiritualità di dittatore tagliato di una buona antropologia non ha base nella buona notizia di Gesù. Una tale situazione di chiusura che può causare molto torto ai membri, impedendoli di crescere, non esistere solamente nei movimenti laïcs, ma anche dai religiosi. L'origine delle tali crisi si trova in una forma di autorità dominatrice, in un ecclésiologie che tende al trionfalismo ed una spiritualità dove la legge prevale sulla comunione e l'amore, dove il potere sembra più importante del sermone sulla montagna.

I movimenti possono cominciare, cominciano forse sempre, in modo settario, ma sono chiamati ad evolversi. Devono aprirsi al pensiero della chiesa ed alle notizie vie di Dio che rivela il suo amore per il mondo. Lo Spirito Santo li conduce dolcemente e fermamente su una via che implica cooperazione, umiltà, apertura, insicurezza ed una certa morte a sé stesso. Se rifiutano questa via dell'insicurezza, questi movimenti, anche se sono stati ispirati in principio da Dio vanno a morire; dopo un tempo di prosperità, vanno a sparire ".

					 ***

La posta di fondi, in questo saga néocatéchuménale non è forse solamente il " Chemin ed il suo insegnamento. Può essere anche un'opportunità di andare plus loin che il NC. Quella di obbligare i nostri Vescovi ad esporsisi, a prendere parte. È forse anche questo per essi un'opportunità di prendere coscienza. così come a molti preti. che può avere della vigliaccheria (ciò che sarebbe un peccato, nel fatto di denunciare nel segreto lo Strada NC senza mostrarsi mai, di paura di rompere la collegialità opponendosi a certi colleghi,) ci. Più i Vescovi ed i preti tacciono, più la chiesa avrà a fare fronte a tutti questi errori presto o tardi. Che cosa dire dei Vescovi che si sono dibattuti contro le eresie per proteggere il gregge che era loro confiés ? La storia non manca di esempio. Paul sé ha tenuto testa a Pierre, e davanti a tutti. Senza il suo intervento, Pierre avrebbe adottato una condotta doppia. Tacere la verità, quando ne siamo convinti, è meglio di mentir ?

Auguriamo di tutto il nostro c.ur e preghiamo per i nostri responsabile affinché lo spirito Santo essi guida sempre nella Verità, con lo spirito con la forza, e non di timore che è stato confidato loro per guardarsi il deposito dalla fede intatta, sotto l'. egli vigile del Magistère papale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

					INDEX

 

 

Prefazione del traduttore................... 2

Preambolo........................ 9

Primo partie : Analisi comparativa

I - La chiesa Catholique . L'unico recinto.......... 12

II - Parola di Dio e Magistère ecclesiastico........... 14

III - Struttura gerarchica della chiesa............. 17

IV - Sacerdozio ministeriale e sacerdozio comune......... 20

V - Il peccato....................... 24

VI - Possibilità del peccato............... ...27

VII- La Conversione..................... 29

VIII - Espiazione redentrice e sacrificio............. 34

IX- L'Eucharistie. Sacrificio............... .40

X - L'Eucarestia. Presenza reale e culto......... ...45

XI - Sacramento della Penitenza............... ..58

XII - Grazia, santità e libero arbitro............ ..80

XIII - Gesù esemplare universale di santità............ 86

XIV - Devozione al Sacro C.ur................ 90

XV - Il rosario...................... 93

XVI - La Messa domenicale.................. 94

XVII - La vita futura..................... 97

Conclusione...................... 100

Secondo partie : Ricapitolazione, conferma, bilancio generale,

I Considerazioni conclusive................ 101

II Trappole dell'ultima eresia................ 110

III Accozzaglia di esagerazioni, di equivoci, di errori..... 120

Conclusione generale.................. .142

Per prendere ferie.................. .145

Conclusione del traduttore............... ...148

Indice.......................... 151

 

 

 


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